F1 | Alonso, i motivi dell’addio: “In Formula 1 l’azione in pista è scarsa, tutto è già scritto. Cerco gioia e felicità altrove”
Il due volte campione del mondo: "Ormai parliamo solo di polemiche e team radio: così è dura per i piloti ambiziosi"
Prevedibilità e scarso spettacolo in pista: Fernando Alonso arricchisce di nuove voci la lista di motivi che l’hanno indotto a lasciare la McLaren e la Formula 1. Il 37enne spagnolo ha criticato senza troppi giri di parole la direzione che il Circus ha intrapreso negli ultimi anni, in particolare con l’avvento dell’era ibrida: gare monotone, soliti vincitori e poca azione sul tracciato. Queste le sue parole.
TROPPE PAROLE, POCO SHOW – “L’azione in pista non è più quella che sognavo quando sono arrivato in Formula 1, o quando ero in categorie diverse, o comunque quella che ho vissuto in altri anni. Mi sono fermato perché l’azione in pista, a mio parere, è molto scarsa. In realtà, quello di cui si parla maggiormente in Formula 1, riguarda ciò che accade fuori dalla pista. Parliamo di polemiche e di team radio: quando parli così tante volte di queste cose è un brutto segno. Questo perché l’azione in pista è molto scarsa, ed è quello che ora sento in Formula 1, e penso che ci siano altre categorie che forse offrono un’azione migliore, più gioia e più felicità. È quello che sto cercando di trovare”.
QUANTA MONOTONIA – “Nel 2003, nel 2004, nel 2008, nel 2009 e nel 2011 non ho vinto molte gare. Ma era difficile prevedere cosa sarebbe potuto accadere a Spa e a Monza. Ora possiamo già scrivere cosa succederà a Spa e a Monza. Possiamo prevedere le prime quindici posizioni con forse uno o due errori. Andiamo a Barcellona, facciamo il primo giorno di test invernali e già sai cosa farai fino a novembre ad Abu Dhabi: così è dura. Ma per me non è un problema, perché dopo diciotto anni, come ho detto prima, ho ottenuto più di quello che sognavo”.
AMBIZIONI ANNIENTATE – “Per i giovani piloti o per altri, è difficile: sperano solo che il prossimo anno la squadra faccia un passo avanti incredibile o che ricevano una chiamata da uno o due team. È diventato difficile per i piloti ambiziosi. Se le cose non cambiano, per un pilota con qualche tipo di ambizione sarà dura in futuro”.
È SOLO UN ARRIVEDERCI? – “Penso che la porta alla Formula 1 sia aperta perché adesso credo di trovarmi al miglior livello di guida della mia carriera. Dunque, perché chiudere le porte se qualcosa potrebbe accadere in futuro? Sono ancora giovane, non ho 45 anni. Mi sento forte, quest’anno correrò 27 gare. Il mio pensiero è di fermarmi per queste ragioni. Ma chi lo sa?”.
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