Bourdais: ''La F1? Un sogno che si avvera''

Bourdais: ''La F1? Un sogno che si avvera''

Il suo e' stato un sogno a lungo accarezzato nella giovinezza (agonistica). Sébastien Bourdais, classe 1979, recente acquisto del parco piloti di F1, dopo una gavetta ricca di successi, e' arrivato alla Toro Rosso per affiancare il promettente Sebastian Vettel. Otto le “stagioni” di differenza tra i due e qualcosa come larga parte del Mondiale dello scorso anno, ma non solo, per prendere le misure.

“Al momento siamo abbastanza vicini,” ha dichiarato un sereno Bourdais al sito ufficiale della categoria, Formula1.com, “cosi' non resta che aspettare e vedere che cosa succedera' nel primo weekend di gara. Certo (Vettel) conosce molti piu' tracciati rispetto a me, sa come funzionano le qualifiche. Se potro' partire al suo livello, mi riterro' abbastanza contento.” La rivalita' e' pero' nell’aria, pronta a manifestarsi una volta scesi in pista. “Un compagno di squadra e' il primo avversario,” riprende il transalpino, “e' l’unico che dispone di un equipaggiamento identico al tuo, e' un punto di riferimento. (Sebastian) sa come si guida una Formula 1 e lo fa bene. Non ha complessi di sorta. Stiamo lavorando insieme per far rendere la squadra al meglio.”

Bourdais, l’unico pilota francese rimasto nel Circus dopo la partenza di Franck Montagny, sinora si e' fregiato della nomea di campione, complici le imprese in Champ Car (quattro titoli mondiali). Nel 2008 dovra' adattarsi a vestire un nuovo ruolo, meno di prima linea, ma la prospettiva non sembra minimamente preoccuparlo: “È un dato di fatto, lo so,” aggiunge, “pero' questa per me e' un’opportuna immensa, non solo dal punto di vista professionale. Con la mia famiglia, infatti, sono potuto tornare in Europa. Negli Stati Uniti ho vissuto i miei anni migliori, ma era venuto il momento di cercare nuove sfide”.

Il traguardo F1, in realta', ha iniziato a rappresentare l’obiettivo cui tendere gia' nel lontano 2000, quando Sébastien e' passato alla Formula 3000. “È il massimo in materia di competizioni motoristiche,” precisa il transalpino, “prendi tutte le deviazioni possibili in modo da poterci arrivare”.

Nelle prime sessioni di test, Bourdais ha strappato piu' di qualche applauso, quasi non avesse risentito del passaggio di categoria. Ma si tratta di un’impressione superficiale, come spiega lo stesso pilota. “Champ Car e F1 rappresentano due mondi a se stanti,” conclude. “Nel primo l’equipaggiamento e' in pratica sempre lo stesso, nell’altro ogni volta che sali in macchina trovi qualcosa di cambiato. Primariamente, pero', e' un problema di peso, che poi si traduce in secondi di percorrenza. Devi cambiare, certo, il tuo stile di guida. Ma io non sono agli inizi di carriera”.

Ottavia Molteni

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