Trulli, “La F1 attuale? Un autonoleggio di lusso”
Il pescarese senza troppi giri di parole ha criticato aspramente la sua ex categoria
Dopo mesi di silenzio è tornato a farsi sentire Jarno Trulli e lo ha fatto dal sito crashnet a cui ha parlato a ruota libera della situazione attuale della F1 e del perché lui non ha insistito più di tanto a rimanere quando la Caterham a fine 2011 l’aveva invitato a farsi da parte.
“Dopo aver testato la nuova monoposto mi sono reso conto che stavamo facendo ulteriori passi indietro e che la squadra non aveva futuro, per cui, dato che non venivo neppure pagato, quando mi è stato detto che non avrei guidato l’anno successivo non ci sono rimasto poi così male. Alla fine avrei potuto insistere visto che il contratto era ancora in essere, ma ho lasciato perdere permettendo in tal modo al team di prendere un pagante e sopravvivere” – ha ammesso – “Il problema più grande del Circus di oggi è la poca considerazione data ai costruttori, senza di loro non c’è competizione. Un tempo quando erano presenti in quantità durante la stagione si vivevano delle belle battaglie perché chi inizialmente era indietro poteva sempre recuperare, oltre a ciò anche i piloti sono diventati un optional, l’importante è lanciare la macchina poi si pensa alla line-up e questo per me è un vero dispiacere. Oggigiorno se hai talento ma non uno sponsor importante alle spalle non hai molte chance. Tante volte ho suggerito a gente dell’ambiente di considerare un ragazzo dalle ottime capacità come Edoardo Mortara, ma non disponendo del budget necessario non l’hanno mai preso in considerazione. E’ pazzesco che ci sia bisogno di portare denaro per correre! In passato la gente arrivava in F1 se aveva le qualità necessarie, ora non è così, è diventato un autonoleggio di lusso. Le nuove scuderie non stanno portando niente di buono, neppure nuovi talenti, ma solo gente pagante. L’unica salvezza per alzare il livello, che a parte cinque o sei rappresentanti è molto basso, potrebbe risidere nel risvegliare l’interesse delle aziende produttrici”.
Chiara Rainis
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