Sauber difende la Kaltenborn

Intanto la team principal si congratula con la squadra per quanto fatto in Australia

Sauber difende la Kaltenborn

Come ovvio il caso Van der Garde fatto scoppiare ad una settimana dal Gp d’Australia ha dato una scossa alla dirigenza Sauber.

Tra Giedo che pretendeva nell’immediato un sedile, Adrian Sutil che reclamava i soldi e le minacce di galera per truffa rivolte alla boss Kaltenborn rea di aver messo sotto contratto quattro piloti per due sole monoposto, il pover patron Peter ha dovuto armi e bagagli infilarsi su un aereo per dirigersi sul luogo del “delitto”.

“Senza Monisha non esisterebbe neppure la squadra – la difesa proclamata dal manager svizzero sulle pagine del quotidiano Blick – Se sei anni fa non avesse dato la sua disponibilità ad unirsi al gruppo, non avrei mai accettato di riacquistare la scuderia dalla BMW. E’ stata una decisione presa in comune. Personalmente mi sento davvero fortunato di lavorare con una donna del suo calibro e credo che l’intero paddock dovrebbe provare lo stesso”.

Dal canto suo la team principal parla solo dei risultati sportivi e del quinto e ottavo posto artigliati da Felipe Nasr e Marcus Ericsson al termine del travagliato weekend di Melbourne.

“E’ stato un grande sollievo – ha affermato domenica sera – Soprattutto ciò che mi ha colpito è il focus dimostrato da squadra e piloti nonostante il caos e la pressione mediatica degli ultimi giorni. L’essere entrati nella top ten è un’enorme motivazione. Tutti hanno dato il 100%, in inverno e nel fine settimana. Pur mantenendo i piedi per terra, ora possiamo dire di avere un buon potenzaile che mi auguro si confermi negli eventi a venire”.

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