Rosberg, il pilota della porta accanto che può soffiare il mondiale alla superstar Lewis…

La sfida mondiale tra i due alfieri Mercedes affascina anche per le grandi differenze tra i due piloti

Rosberg, il pilota della porta accanto che può soffiare il mondiale alla superstar Lewis…

A sei gare a termine ed un campionato, l’ennesimo, che volge al crepuscolo, semplificata la Formula 1 dalla selva di comprimari che la popolano, spogliata del superfluo, non ci resta quantomeno seguire, se proprio risulta difficile appassionarci, il duello in vetta tra i due gemelli (diversi) della Mercedes.

I dioscuri Nico Rosberg e Lewis Hamilton, carriere parallele, ognuno dei due cresciuto con il fine di battere l’altro, ognuno dei due che nel complesso dell’altro vive e respira, traendo la propria secolare forza. Da un lato abbiamo la star, il dominatore degli ultimi anni, Hamilton, la leggerezza e la facilità del talento alla guida. Talento velocistico alla Senna, piede pesante, fantasia di traiettorie. Imprevedibile, estroso come personaggio, geniale come pilota. Favorito per antonomasia, dotato di quell’aura di talento, di magia, che circonda solo i fuoriclasse, Lewis è l’uomo che cercando se stesso tra una festa vip e un’altra, una passeggiatina con i cani sulla neve o qualche sfilata di moda, è riuscito a piazzare due colpi mondiali perentori, prepotenti, rispondendo sempre in pista alle (forse troppe) critiche ricevute.

Dall’altra parte però c’è materia grezza che affascina e incuriosisce, perché Nico Rosberg è l’applicazione, l’abnegazione, il lavoro che si fa luce splendente, è la rivincita della classe operaia, anche se lui – esempio di stile e d’eleganza monegasca e figlio d’arte – non incarna proprio il prototipo dell’operaio. Eppure Nico è il cane bastonato pronto a mordere, a rialzarsi e reagire. La sua è la forza della disperazione che s’è fatta forza di volontà. Veloce, concreto, concentratissimo. Come se ogni gara fosse l’ultima per scalare la montagna Hamilton. Passo dopo passo, vittoria dopo vittoria, Rosberg è la resilienza fatta pilota. Il 2014 archiviato, il (traumatico) 2015 anche. Finanche la mini crisi primaverile del 2016 ha lasciato il passo ad una determinazione settembrina quasi inaspettata, con tre vittorie di fila che hanno permesso al tedesco a riprendersi la testa della classifica a sei gare dal termine.

Come l’avversario più scomodo che non molla, Rosberg è un medianaccio (di successo) che è sempre lì, lì nel mezzo. Tra partenze indovinate, pole meritate e gare condotte con autorità, prima ancora di un serio pretendente al mondiale, Nico sta diventando gara dopo gara l’incubo di colui che – da sempre – è il suo stesso incubo. E da una nemesi così, solo per questo, non resta che aspettarsi un grande show, anche se purtroppo monocromatico.

Antonino Rendina


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