Rosberg difende la sua decisione dalle critiche di Lauda: “La mia vita mi appartiene”
Poi Nico specifica: "Io avrei aspettato anche Natale, ma ho anticipato per consentire al team di organizzarsi"
Niki Lauda era stato molto critico nei confronti della decisione di Nico Rosberg di ritirarsi dalla Formula 1: il presidente non esecutivo della Mercedes, infatti, aveva giudicato “stupida” la scelta del tedesco di abbandonare all’improvviso il team, lasciandolo nel periodo natalizio nella delicata situazione di trovare un sostituto così in fretta prima dell’inizio del 2017. Rosberg, però, ha voluto difendere la sua decisione e al giornale tedesco Die Zeit ha dichiarato: “Non capisco Niki, probabilmente ha frainteso qualcosa. Io avrei aspettato anche di più, pensavo addirittura a Natale, ma ho anticipato la mia decisione proprio per consentire al team di organizzarsi per tempo”, ha aggiunto.
Rosberg ha detto che c’è poco spazio per il “puro egoismo in F1”, ma “la mia vita mi appartiene”, ha continuato, difendendo la sua scelta di abbandonare il circus per dedicarsi alla propria famiglia.
Poi il pilota tedesco ha voluto specificare come fosse arrivato a prendere questa difficile decisione: “È stato strano”, ha detto. “Il pensiero di smettere è stato motivante. Allo stesso tempo, non ho potuto pensarci troppo, altrimenti avrei perso la concentrazione”. Ma è stata proprio la “tensione” a spingerlo fino alla fine, dandogli quella forza in più per la conquista del titolo: “Sfidare Lewis nella stessa auto e perdere per due volte è stato orribile – disgustoso. Ho dovuto combattere ancora e ancora. Battere Lewis è stato faticoso. Ti risucchia fisicamente, ma più di tutto mentalmente”, ha dichiarato a Sport Bild. Poi Rosberg ha continuato: “Ora ho raggiunto il mio obiettivo. Certo, avrei potuto andare avanti, cercando di difendere il titolo. Ma perché? È facile voler di più, di più, di più, ma bisogna anche stare attenti e non perdere se stessi come persona. Per me non c’è niente di più di questo titolo. Lo volevo e l’ho preso”, ha concluso.
Fabiola Granier
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