Per ora niente riscossa, la Ferrari soffre nelle libere ungheresi
Debutto difficile per la Rossa all'Hungaroring, tra difficoltà tecniche ed errori. Proviamo a capire perché...
Un venerdì di grande sofferenza per la Ferrari all’Hungaroring, per un GP di Ungheria che si preannuncia molto più duro di quanto ci si potesse attendere. La Ferrari – dopo le difficoltà prestazioni di Silverstone – è chiamata a dare un segnale forte a Budapest, su un circuito che dovrebbe ben adattarsi alla SF15-T.
Le alte temperature, le gomme più morbide rispetto alla Gran Bretagna e l’assenza di quei curvoni veloci di nuovo “ostili” sono i fattori che avevano generato una sorta di entusiasmo collettivo dei ferraristi per l’ultimo GP prima della pausa estiva. E invece la Rossa si è presentata a Budapest in tono dimesso, persa tra problemi di assetto ed errori.
Nella prima sessione di libere Kimi Raikkonen ha subito il cedimento dell’alettone anteriore (forse causato da un cordolo), mentre nella seconda sessione si è visto un Sebastian Vettel inaspettatamente in difficoltà e autore di ben due testacoda. Il tedeschino, inoltre, ha perso parte della mattinata ai box per un problema tecnico.
La monoposto si è confermata in involuzione tecnica, scavalcata anche da una Red Bull che quando può dimostra la sua bontà aerodinamica. Quelle curve strette, alternate a qualche strappo netto, dovevano assicurare una performance più vicina alla Mercedes, mentre la Rossa ha chiuso le libere con Raikkonen staccato a +1.185 da Hamilton e Vettel ancora più dietro, a +1.711.
Maranello per l’occasione ha “rispolverato” un altro annoso problema, ovvero quello della scarsa trazione in uscita di curva, fondamentale su tracciati di questo tipo, soprattutto quando si tratterà di mettere insieme il giro buono per la qualifica. In una recente intervista ad Autosprint James Allison ha assicurato che la SF15-T ha ancora ampi margini di sviluppo e che è una monoposto destinata a crescere.
Lo stesso Allison, però, ha dichiarato che avrebbe preferito avere mescole generalmente meno conservative e più morbide. Ed alla fine, l’equivoco di base sembra proprio questo: gira e rigira la Ferrari risulta sempre troppo gentile e delicata con gli pneumatici, essendo una vettura pensata forse per gomme “usa e getta”. Con mescole più aggressive avremmo visto una Rossa meno in sofferenza con le hard e con molti meno problemi di trazione. Non è un caso che quando Pirelli porta il compound supersoft molti di questi problemi spariscono.
Ma – come suole ripetere Vettel – le gomme sono uguali per tutti, quindi è inutile cercare alibi e conviene lavorare di fioretto per trovare il bandolo della matassa e recuperare terreno dopo un venerdì da incubo.
Antonino Rendina
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