Pagellone 2015: Mercedes, Hamilton e Rosberg
Mercedes, un team che può fare quello che vuole e non ha paura né timore di fare vedere che è così.
MERCEDES 9
Vedetela come volete, la Mercedes avrà anche stra dominato in questa stagione ma probabilmente non si merita il massimo dei voti. Certo, ha prodotto una vettura davvero invidiabile. Affidabile, veloce, bella. Non era mica facile mettere assieme tutto ciò. Ma d’altronde non è stato questo il vero problema del 2015. No, il vero problema era mantenere l’idea di squadra con due cavalli di razza nello stesso box. Più che nel 2014, la superiorità schiacciante di Hamilton si è fatta sentire. E l’ha sentita anche Rosberg, questo poco ma sicuro. Solo che al muretto, a inizio stagione, continuavano a fare pasticci. In Malesia, a Monaco frittate memorabili, e poi, gliela tiravano sempre all’inglese. Così in Mercedes sono arrivati a metà stagione ad avere ancora entrambi i loro piloti in lotta per il mondiale. Non sto neanche a parlare degli sviluppi tecnici e aerodinamici portati dagli ingegneri del team, che arrivavano dalla fabbrica praticamente ad ogni gara, andando a rendere la W06 ancora più invincibile e lontana da una possibile rimonta della Ferrari. Dal Belgio in poi, però, non c’è stata più storia: Hamilton ha praticamente umiliato il proprio compagno di squadra, e ai box i rapporti tra i due si sono fatti sempre più tesi, fino alla vittoria del mondiale dell’inglese negli Stati Uniti. Nico faceva a Pole al sabato e Lewis lo sorpassava puntualmente alla prima curva la domenica. Normale che per il tedesco ogni Gp fosse come un incubo. E da lì in avanti, dopo che il mondiale piloti era stato assegnato, si è vista la vera faccia della Mercedes, il vero spirito tedesco, nel bene e nel male. Concedo a Nico la gara del Brasile, vinta davvero per bravura. Ma in Messico e nell’ultimo appuntamento ad Abu Dhabi, le intenzioni del muretto sono state più che chiare nei team radio di Hamilton. Nemmeno all’ultimo, quando tutti i titoli erano assegnati e quando tutte le posizioni erano ormai congelate, non hanno permesso ai piloti di darsi battaglia tra loro.
Mercedes, un team che può fare quello che vuole e non ha paura né timore di fare vedere che è così. Mercedes, un team che decide al di sopra dei piloti, che non lascia la possibilità di decisione all’atleta. Una squadra che non permette ai piloti di differenziare le strategie per cercare di prevalere sull’altro, perché secondo loro, chi è primo dopo la prima curva deve avere la facoltà di decidere. Ecco questo fa un po’ male allo sport, e soprattutto in una stagione che ha visto le frecce d’argento fare gara a sé. Per il resto fate voi, è stata la stagione dei record, delle prime file, delle doppiette ma non della perfezione.
Confronto in Qualifica – Ham 12 Ros 7
Confronto in Gara – Ham 12 Ros 7
LEWIS HAMILTON 10
La migliore stagione dell’inglese da quando corre in Formula 1. Dalla prima all’ultima gara ha goduto di una velocità e di uno stato di grazia di fronte al quale bisogna solamente togliersi il cappello. Solo gli errori strategici del team potevano scalzarlo dal primo gradino del podio nella prima parte di questo 2015. Velocissimo il sabato, e lepre alla domenica, anche nel caso si trovasse a partire dal secondo posto. Genio e sregolatezza, arrogante se volete, ma se continua a vincere può fare davvero quello che vuole, anche fare nottata il sabato prima della gara. Lewis è cresciuto, maturato, e ce lo ha dimostrato nelle ultime gare in cui ha saputo rispettare il volere della squadra, cosa che qualche anno fa sarebbe stato davvero improbabile. Lewis ha vinto il suo secondo titolo mondiale di fila lasciando davvero solo le briciole agli avversari. Con quattro gare di anticipo il nome del campione del mondo si sapeva già, e forse questo ha ammazzato un po’ lo spettacolo ma ci ha confermato ancora una volta chi tra tutti al momento sia il migliore
NICO ROSBERG 6
Che sofferenza di campionato. Nico è rimasto in letargo davvero per troppo tempo dopo la prima gara, tanto che la vittoria è arrivata solamente nel Gran Premio di Spagna, poi replicata in maniera molto fortuita a Monaco e in Austria. Già le sue speranze di vincere il mondiale si sono affievolite dopo la grande occasione sprecata in Ungheria, e successivamente nelle altre gare, in cui le ha prese sonoramente dall’inglese in ogni occasione, facendosi soffiare la prima posizione alla prima curva in bel tre gare diverse. Quando ormai era tutto finito sembra che Nico abbia ricominciato a spingere ma non si capisce se le tre vittorie siano realmente farina del suo sacco o un’abile strategia del team per non farlo scivolare in un vortice di complessi di inferiorità. Anche quest’anno finisce al secondo posto, alle spalle dell’inglese, vedendosi sfuggire quel titolo che tanto desidera. Ce la farà l’anno prossimo a contrastare lo strapotere di Hamilton?
Matteo Bramati.
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