Le autorità di Singapore smentiscono l’arresto di Arrivabene

A negare la vicenda è l'agenzia nazionale per l'ambiente della città-stato

Le autorità di Singapore smentiscono l’arresto di Arrivabene

Il sabato della Scuderia Ferrari a Singapore è stato certamente travagliato. La rottura della barra antirollio sulla vettura di Sebastian Vettel, che ha costretto il tedesco a partire dall’ultima posizione, e le prestazioni non all’altezza di quelle dell’anno passato hanno appesantito l’atmosfera nei box del Cavallino Rampante. Ad aggiungere tensione alla notte asiatica si sono aggiunte anche le voci, circolate poche ore dopo il termine della qualifiche, del presunto arresto di Maurizio Arrivabene da parte delle autorità locali.

Secondo le voci circolate sul web, e rilanciate da importanti network stranieri, il team principal della Ferrari era stato arrestato per aver “prodotto sporcizia”, nella fattispecie gettando un mozzicone di sigaretta per terra. Le implacabili autorità della città-stato avrebbero preso in custodia il manager bresciano, trattenendolo per sei ore in caserma e costringendolo a pagare una multa di mille dollari.

La vicenda era apparsa credibile per via dell’inflessibilità delle autorità locali in materia, e comunque il giorno successivo Arrivabene era di nuovo al muretto della Ferrari, pronto a seguire lo svolgimento del gran premio. Ad approfondire la questione ci ha pensato la televisione locale NewsAsia, che ha chiesto lumi alla NEA, l’agenzia nazionale per l’ambiente di Singapore. La quale ha negato categoricamente che il manager italiano fosse stato preso in custodia. “I rapporti dei media internazionali in materia sono falsi” è stata la dichiarazione.

Le autorità di Singapore hanno inoltre aggiunto la propria considerazione per quanto riguarda l’afflusso di pubblico per il gran premio, nettamente inferiore alle precedenti edizioni della gara in notturna. “È un riflesso del contesto globale in termini di incertezza economica” ha detto il ministro Iswaran citato dalla testata locale Today. Aggiungendo: “È un po’ come il 2009, quando c’era la crisi finanziaria globale. Poi è andato di nuovo forte.”

Lorenzo Lucidi

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