GP Malesia – La doppietta Red Bull ennesimo smacco per una Ferrari lenta
Dura appena una staccata (sbagliata) il GP di Vettel. Raikkonen è quarto. Rosberg rimonta "mondiale"
Probabilmente la partenza di Sebastian Vettel è lo specchio della stagione della Ferrari. In pochi metri il pilota tedesco getta alle ortiche la propria gara e rovina quella di Rosberg, nel maldestro tentativo di “vincere” il GP alla prima curva, smanioso di invertire una rotta fallimentare che è invece un binario dritto senza possibilità di inversione.
Se a Spa c’era stata qualche spia, a Sepang è arrivata la quasi certezza che Sebastian scarica al momento del semaforo tutta la sua insofferenza e il suo nervosismo per questa disastrosa e sfortunata stagione. Non è da lui spegnere il cervello e tirare staccate come se non ci fosse un domani. Peccato che il tedeschino, sicuro fuoriclasse, si perda proprio quando servirebbe il massimo della lucidità per serrare le fila e tenere botta.
La verità, ben più dolorosa, è che anche con Sebastian formato Singapore le cose sarebbero cambiate ben poco. Riprova ne è l’onesta gara di Kimi Raikkonen, in grande stato di forma eppure incapace di lottare seriamente per il podio, nonostante i problemi avuti dalle due Mercedes. Il finlandese ha fatto la sua gara, ha provato anche a resistere a Rosberg ma la Ferrari, nonostante si senta ancora vociferare di un fantomatico gran passo gara, è semplicemente una vettura lenta. I piloti fanno quello che possono, ma la SF16-H non regge il ritmo di Mercedes e Red Bull, e con una monoposto così ci si può inventare ben poco.
La festa Red Bull, la sfida giovane, accesa, finanche corretta, tra Ricciardo (che meritava la prima vittoria stagionale) e Verstappen, talenti in erba capaci di dare spettacolo ruota a ruota e di applaudirsi sul podio, rappresenta l’ennesimo smacco per una Rossa che si contorce stantia e inerme nel vuoto di un mito che è ormai è solo nome, intrappolata com’è in un’impasse tecnico che spaventa e tormenta, perché non è tanto questo crepuscolare e triste 2016 a preoccupare, ma un 2017 pieno zeppo di dubbi ed incognite.
La Mercedes, al netto del traumatico ritiro di Hamilton con il motore in fiamme, continua ad essere inavvicinabile, basti vedere la rimonta di Rosberg dal sapore mondiale, con gli dei delle corse che sembrano essersi schierati a favore del tedesco. La Red Bull cresce, ha risorse, idee e tanta fame. Persino Fernando Alonso con la sua McLaren riesce ad entusiasmare, chiudendo settimo dopo essere partito dal fondo e confermando di restare un campione di rara classe.
La Ferrari invece è sempre lì, oscillante nell’anonimato e impossibilitata a farsi trovare pronta quando i dominatori sono in giornata no. La squadra dovrà reagire nel modo più opportuno, smettendola con le dichiarazioni ottimistiche del giovedì, sempre smentite dall’implacabile pista, e pianificando un progetto a lungo termine che non lasci nulla al caso. Da apprezzare la sincerità di Raikkonen che nel dopo gara ammette: “Ci manca velocità in generale”. Un po’ di onestà tra tante, troppe, inutili chiacchiere.
Antonino Rendina
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