GP Gran Bretagna – Silverstone mette a nudo FIA e Ferrari, Lewis profeta in casa, Verstappen fenomeno
La Federazione vara la "Formula pennichella", nel giorno in cui la Ferrari palesa tutti i suoi limiti
Probabilmente la FIA ha deciso che la F1 per gli spettatori non deve rappresentare un momento di svago, ma una vera e propria penitenza. Non si spiega altrimenti la scellerata e tafazziana decisione di partire per l’ennesima volta dietro safety car, impedendo ai piloti di dare spettacolo sul bagnato. La triste processione dei primi giri del GP di Gran Bretagna rimbomba come un requiem per la categoria, ed è curioso che la Federazione sbagli proprio in Inghilterra. Già; immaginatevi la partenza di Donington ’93 dietro la pace car, roba da far rivoltare Ayrton Senna nella tomba. Basterebbe questo per pensionare qualcuno in direzione gara…
Che poi non si capisce perché ci sia tutto questo eccesso di sicurezza solo quando si tratta di castrare il talento dei piloti, quando poi gru piazzate nelle vie di fuga e cordoli assassini sono all’ordine del giorno. Sarà schizofrenia? Domande a cui è troppo difficile dare una risposta, per fortuna dopo qualche giro Maylander s’è tolto dalle balle e abbiamo potuto ammirare il talento tanto grezzo quanto istintivo e naturale di un Verstappen che sa davvero andare al Max. Il sorspasso alle Becketts su Rosberg è pura genialità, fantasia, incoscienza. Bisogna ammettere – facendo anche autocritica – che visti i risultati portati a casa dal talentino olandese, la mossa Red Bull di promuovere Verstappen per toglierlo dal mercato si è rivelata azzeccata. A farne le spese sul lungo periodo potrebbe essere Ricciardo, che esce ancora una volta ridimensionato dal confronto con il baby fenomeno.
Hamilton vince facile il GP di casa, correndo di fatto senza rivali. Mai vittoria probabilmente era più scontata, con Rosberg che sembra aver accusato – Baku a parte – una pericolosa flessione dopo i fatti di Barcellona. Si potrebbe dire che proprio quella mossa azzardata e cattiva su Hamilton abbia fatto perdere sicurezza al tedesco, invece di rafforzarne l’autostima. Hamilton è un’ombra lunga impossibile da tenere dietro, e a Nico probabilmente adesso viene a mancare la terra sotto i piedi. La paura fa 44.
Poche cose però inteneriscono come la Ferrari, da Cavallino Rampante a gambero rosso. In Inghilterra è andata in scena una delle peggiori performance dell’era Marchionne con la Rossa che sembra piombata in una crisi profonda. La SF16-H sulla pista selettiva di Silverstone ha rivelato tutta la sua “pochezza”. Il telaio e l’aerodinamica non sono all’altezza della concorrenza, la vettura è nervosa, non scalda le mescole ed esce piano dalle curve. Gli sviluppi in corso d’opera si sono rivelati totalmente insufficienti, un problema ormai cronico. Al riguardo basta prendere come termine di paragone la Red Bull (la Mercedes lasciamola perdere): i “bibitari” erano ampiamente indietro in inverno e ora sono davanti, con una vettura che magari avrà meno cavalli della Rossa ma che è incollata a terra come dio comanda.
Fine settimana da dimenticare per Vettel; campione tormentato da problemi di affidabilità al cambio, anonimo in gara quando non riesce ad avvicinare la McLaren di Alonso (che non è quella del 2007 per essere chiari), nervoso e incline all’errore (suo uno dei peggiori testacoda in curva 1 di tutta la gara e manovra quantomeno discutibile su Felipe). Sintomatico della crisi della Ferrari il fatto che la squadra non riesca nemmeno più a “supportare” la sua prima guida. Vettel è una vittima, ed è comprensibile sia deluso e sfiduciato. Il tedeschino adesso deve rimboccarsi le maniche e tenere in piedi la baracca, chiedendo magari consiglio all’avversario Alonso, uno che potrebbe scrivere un libro sugli sviluppi sbagliati e le promesse non mantenute della Ferrari.
A difendere il vessillo giallo con cavallino nero c’ha pensato ancora una volta Raikkonen – terzo nel mondiale, ma da molti ritenuto sempre una pippa – che ha disputato una gara onesta e diligente. Kimi è partito quinto ed è arrivato quinto, salvando il salvabile e avendo ragione di Perez con un sorpasso deciso. Non deve stupire che Raikkonen sembri in certi frangenti più in palla e brillante di Sebastian. Kimi, fresco di rinnovo, corre con la testa più libera, non essendo lui il “prescelto” per riportare il titolo a Maranello. In più il finlandese riesce finalmente a guidare la vettura come vuole, grazie al push-rod anteriore.
Senza lasciarsi andare ad isterismi da social o a sterili dualismi sui due alfieri Ferrari, è però doveroso rimarcare ancora una volta come il problema della Ferrari non siano certo i piloti, semmai è quella “strada giusta” sulla quale la squadra continua a dire di trovarsi, ma che sembra portare direttamente agli inferi del terzo posto Costruttori.
Antonino Rendina
se vuoi essere sempre aggiornato sulle nostre notizie
Seguici qui