F1 | Todt: “Quando giunsi in Ferrari era come un’opera d’arte in rovina”
"Con Schumacher si è creata una storia eccezionale", ha riferito il manager francese
Il nome di Jean Todt è legato inevitabilmente alla storia della Ferrari, con la quale ha scritto pagine indelebili e memorabili nella storia della Formula 1. Ma non è stato tutto “rose e fiori” fin dall’inizio. Difatti il manager francese, intervistato da L’Équipe, ha ricordato tutte le difficoltà che ha riscontrato a Maranello quando arrivò nel lontano 1993. Solamente con la riorganizzazione tecnica e sportiva, culminata con l’approdo di Michael Schumacher nel 1996, la Ferrari poté ritornare a giocarsi obiettivi importanti fino al trionfo di Suzuka 2000 che aprì il quinquennio d’oro dove la Rossa divenne assoluta protagonista in pista.
Sotto la gestione Todt figurano anche i titoli costruttori e piloti conquistati nella stagione 2007. Il primo campionato del post Schumacher, con il Kaiser che tornerà in Formula 1 qualche anno dopo guidando per la Mercedes, nel quale trionfò Kimi Raikkonen scelto come sostituito del tedesco. Ad oggi, quello colto da Iceman, resta l’ultimo titolo vinto da un pilota del Cavallino.
“Quando giunsi in Ferrari era come un’opera d’arte in rovina – ha dichiarato Todt – Ci trovava tutto in pessime condizioni, anche lo spazio riguardante la progettazione del telaio era in abbandono. La galleria del vento era tutta impolverata e veniva utilizzata come magazzino. Con Michael Schumacher si è creata una storia eccezionale, quando sono andato via nel 2009 non c’è un giorno che la gente mi ricordi che resto legato alla Ferrari per tutta la mia vita”.
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