F1 | Leclerc ha strappato il velo di Maya, Sainz ne esce male. Con Hamilton sarà diverso

Leclerc verosimilmente avrà meno problemi a convivere con un campione come Lewis

F1 | Leclerc ha strappato il velo di Maya, Sainz ne esce male. Con Hamilton sarà diverso

“A furia di essere gentile resto sempre fott…” il team radio di Charles Leclerc dopo il quarto posto di Las Vegas è un manifesto di sincerità, è anche una delle rare volte che un pilota lascia intravedere all’esterno quei famosi panni sporchi che si lavano sempre in famiglia.

Noi che vediamo una realtà filtrata possiamo ringraziare stavolta Leclerc che, per citare Schopenhauer, sulla scia della rabbia ha strappato il velo di Maya e ci ha presentato un’altra verità, che invero da alcuni era già stata ipotizzata.

“Ogni volta è sempre questo, non è nemmeno una questione di gentilezza, ma di professionalità”. Lo sfogo è definitivo, dirimente, mette un bel punto alla favola dei due Carli grandi amici, rivela invece di antichi e perduranti attriti interni, di situazioni grigie e di dispetti continui.

Quella del monegasco è un’uscita che ci parla di una rivalità acerrima, a questo punto sottaciuta soltanto e ipocritamente per il bene superiore della Rossa.

Il fatto, quantomeno a Las Vegas, è evidente. È cronaca. Leclerc dopo la seconda sosta esce davanti a Sainz. L’ingegnere di pista tranquillizza Charles dicendogli di scaldare le gomme con calma perché il team mate non lo avrebbe attaccato. Nemmeno il tempo di finire di comunicarglielo che Sainz approfittava della gomma fredda del monegasco per sverniciarlo. Laconica la risposta del ferrarista sorpassato: provate in spagnolo. Try in spanish, come a dire, forse nella sua lingua natale avrebbe capito.

Il problema quindi è molto più ampio, il sospetto ormai quasi certezza è che Carlos Sainz sia duro di comprendonio, talvolta con l’aggravante di una condotta non proprio encomiabile, perché tra i luminosi e sfarzosi casinò di Las Vegas lo spagnolo non ha soltanto “pugnalato” alle spalle Leclerc – impossibilitato a difendersi sul “ghiaccio” – ma ha soprattutto contravvenuto agli ordini della scuderia, ad accordi prestabiliti.

Non è la prima volta (per usare un eufemismo) che Carlos dà l’idea di tenerci particolarmente al derby con Leclerc. Per non tornare troppo indietro basti pensare alla Sprint race di Austin, con Sainz oltremodo aggressivo e spregiudicato nel duello col compagno di box.

Ma di esempi da fare in questi anni ce ne sarebbero tanti, a partire dalla rivedibile gestione dei piloti da parte di Binotto, ad un certo approccio generalmente più aggressivo dello spagnolo, il quale in più di un duello (anche in Cina quest’anno ad esempio, nella sprint) non ha fatto sconti al pilota monegasco, entrando piuttosto duramente.

Il discorso, sia chiaro, non è sul valore di Sainz, il quale è a tutti gli effetti un corridore molto forte. Così come non si discute del risultato in sè di Las Vegas, dove l’iberico ha brillato più di Charles anche in qualifica. Ciò che lascia perplessi è la mancanza di lealtà con cui un pilota ignora le direttive della propria squadra – di cui almeno fino ad Abu Dhabi è dipendente – per “tradire” il compagno che non si aspettava quella manovra.

In quest’ottica lo sfogo di Leclerc è comprensibile, condivisibile, finanche giusto. E per una volta vada a quel paese la regola dei famosi panni sporchi che si lavano in famiglia.

E finiamola anche con la storia che Charles deve essere più carogna, cazzimmoso. Tutte cavolate. I grandi campioni sono duri, implacabili, cattivi in pista con gli avversari, ma questo non significa ignorare gli accordi presi con il team e con il proprio compagno.

Anche perché, nel caso di specie, la Ferrari è in corsa per il Costruttori e dovrebbe lottare all’unisono, senza note fuori posto. Purtroppo per noi Leclerc e Sainz non sono Hamilton e Rosberg nel 2016 che si giocano il mondiale Piloti tra loro.

E, a proposito di Hamilton, ho letto già in giro qualcuno scrivere sentendosi furbo: “Come farà Leclerc che soffre Sainz a confrontarsi con Hamilton?”.

Evidentemente taluni guardano la F1 con i paraocchi, o non hanno mai notato quanto sappia essere uomo squadra Lewis. Allo stesso modo di Charles Leclerc, dopotutto.

Antonino Rendina

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