F1 | GP Giappone: l’analisi delle qualifiche

Verstappen conquista la pole con i primi tre racchiusi in soli 57 millesimi. Ottime prestazioni anche per le Alpine e Vettel

F1 | GP Giappone: l’analisi delle qualifiche

Dici Suzuka e nella mente dei piloti scatta qualcosa, gli occhi iniziano a brillare. Non è una pista come le altre, è un’opera d’arte composta da curve veloci e un’atmosfera speciale, le cui qualifiche andrebbero riguardate all’infinito. Anche quest’anno le prove ufficiali non hanno deluso, regalando una sessione serrata che ha visto i primi tre racchiusi in poco più di cinque centesimi.

Davanti a tutti scatterà il leader del mondiale, Max Verstappen, alla sua quinta pole position stagionale, capace di mettersi alle spalle entrambe le Rosse seppur distante pochissimi millesimi. Charles Leclerc ha concluso a un centesimo dalla vetta, mentre il suo compagno di squadra, Carlos Sainz, ha mancato il colpo grosso per solo mezzo decimo, a dimostrazione di quanto sia stato emozionante e incerto il pomeriggio giapponese.

Ad affiancare la F1-75 dello spagnolo in seconda fila sarà l’altra Red Bull, quella di Sergio Perez, autore di un giro poco convincente. Terza fila per Esteban Ocon e Lewis Hamilton, che dimostrano un approccio totalmente diverso in termini di set-up; tra le più scariche l’Alpine, l’opposto per la Mercedes. Idee differenti che forniscono un indizio sulle rispettive prestazioni. Nel corso di questa stagione, la casa francese in più occasioni ha optato per un assetto che tende a privilegiare le velocità di punta e così è stato anche a Suzuka, seppur la A522 non abbia sfigurato neanche nei tratti ad alta percorrenza, a dimostrazione di un pacchetto che per il momento si sta ben adattando a tutte le piste. Sarà interessante osservare le loro prestazioni in gara, quando una scelta così estrema potrebbe avere qualche ripercussione in termini di degrado gomme, piuttosto marcato su questa pista.

Scelta opposta per la Mercedes, che ha puntato su un assetto estremamente carico, probabilmente nella speranza dell’arrivo della pioggia: “Oggi la vettura era ottima, ero davvero contento del bilanciamento e del set-up scelto. Siamo semplicemente lenti sui rettilinei, abbiamo una vettura molto draggy [con alta resistenza all’avanzamento]. Perdiamo sei decimi sui rettilinei rispetto agli altri, ma nelle curve è ottima da guidare”, ha spiegato Hamilton. Parole che trovano conferme nelle telemetrie, da cui si nota quanto Mercedes abbia perso sui rettilinei. Generalmente su altre piste veloci si tende ad optare per un assetto più scarico, mentre su quelle ad alto carico gli allunghi sono brevi e il distacco rimane contenuto. Qui a Suzuka si è verificato una sorta di mix, con configurazioni puntate sul massimo carico abbinate a rettilinei molto lunghi, che ha messo in evidenza tutti i punti deboli della W13. Con un gap di circa 10 km/h, è semplice comprendere come le difficoltà sul giro secco si siano palesate con un distacco di circa un secondo dalla vetta.

L’altra Alpine di Alonso è settima, distante poco più di mezzo decimo dall’inglese delle Frecce d’Argento: con una vettura più carica, durante le prove libere lo spagnolo aveva dimostrato un ottimo feeling anche sul bagnato, ma il cambio di pacchetto, testato solamente il sabato mattina in un confronto diretto tra grazie all’ausilio dei due piloti, potrebbe creare qualche grattacapo nel caso di pioggia battente. Ottava l’altra W13 di Russell, che si mette alle spalle uno splendido Sebastian Vettel, capace, alla sua ultima apparizione a Suzuka, di centrare un’altra volta la Q3. Il tedesco si è esaltato su quella che è la sua pista preferita, centrando prima un passaggio in Q2 che lo aveva lasciato quasi senza parole, per poi addirittura migliorarsi nell’ultima manche: “È molto più divertente qui che negli altri circuiti! Voglio dire, le auto e le velocità sono fantastiche, ma in questo posto ci si sente vivi. Mi sono divertito molto in questi anni e oggi ho avuto una giornata meravigliosa. Vedremo cosa riusciremo a fare domani, ma sono molto contento di oggi. Allo stesso tempo, sono un po’ triste, perché è l’ultima volta che affronto questa pista in assetto da qualifica. Non mi importa se domani pioverà – non posso influenzare il meteo! – ma credo che il bagnato sarebbe un po’ meglio per noi. Comunque, oggi abbiamo avuto una giornata molto buona e penso che possiamo fare la differenza gestendo le gomme a prescindere dal tempo. Giri come questi mi fanno sentire triste all’idea di lasciare la F1″, ha spiegato il quattro volte campione del mondo al termine delle qualifiche. Interessante menzionare che, così come la Mercedes, anche l’Aston Martin ha puntato su un assetto estremamente carico, con la medesima configurazione che aveva utilizzato a Singapore. Allo stesso modo, sono emersi anche i punti di debolezza della AMR22, vettura che condivide con la W13 un alto drag sugli allunghi, ma che è riuscita a ben comportarsi nelle curve veloci, elemento che ha permesso a Vettel di mitigare quel gap velocistico rispetto agli altri rivali del Q2.

A concludere la top ten Lando Norris, il quale ha commesso un errore nell’ultimo tentativo, arrivando lungo al tornantino. Al netto di questa sbavatura, che lo ha poi costretto ad abortire il giro, l’inglese ha spiegato che per tutto il weekend non è riuscito a trovare le giuste sensazioni in macchina, dovendosi così accontentare della quinta fila. Alle sue spalle ci sarà il compagno di casacca, Daniel Ricciardo, autore nel complesso di una buona qualifica, seppur rimanga l’amarezza per aver mancato l’accesso all’ultima manche per pochissimi millesimi.

A centro grippo troviamo le due Alfa Romeo e Yuki Tsunoda, con il giapponese che per tutta la sessione di qualifiche ha sofferto con le temperature dei freni, troppo freddi a inizio tornata, limitando così la possibilità di attaccare le curve per il rischio di arrivare al bloccaggio. Un problema simile a quello accusato dall’altro pilota dell’AlphaTauri, Pierre Gasly, a cui prima dell’inizio delle prove ufficiali era stato sostituito parte dell’impianto frenante: andando direttamente in qualifica non c’è stato modo di “prepararlo” a dovere e sul giro secco questo ha creato qualche piccolo fastidio che ha poi portato all’eliminazione del francese in Q1. Da segnalare la buona performance di Mick Schumacher, bravo nel superare la tagliola del Q1 mettendosi alle spalle il compagno di team.

La lotta per la pole

Otto anni dopo aver completato i suoi primi giri al volante di una vettura di Formula 1, il tracciato di Suzuka potrebbe confermarsi un appuntamento speciale per Verstappen, il match point per concludere matematicamente i giochi e aggiudicarsi il suo secondo alloro iridato in carriera. L’olandese ha posto il primo tassello del puzzle, conquistando una pole position attesa ma non così scontata, perché le due Ferrari si sono dimostrate ancora una volta un avversario tosto in qualifica. All’alfiere della Red Bull è bastato il tempo ottenuto nel primo run del Q3 per conquistare la quinta partenza dal palo nel corso di questo campionato, mentre nel secondo tentativo si è dovuto confrontare con un passaggio aggressivo sui cordoli in uscita da curva due che ha portato alla rottura di un elemento aerodinamico della presa dei freni in una zona piuttosto sensibile della vettura.

Uno scontro racchiuso in pochi millesimi che ha visto mettersi a confronto due interpretazioni differenti dal punto di vista dell’assetto: medio-alto carico per la Red Bull, da medio carico per la Ferrari, che aveva puntato sull’ala introdotta in Canada già durante la seconda sessione di prove libere. La decisione di non massimizzare il carico totale trova una motivazione nella volontà di non sacrificare eccessivamente le velocità di punta sugli allunghi del tracciato giapponese, con una RB18 che ancora una volta sotto questo aspetto si è dimostrata molto efficace anche a DRS chiuso. Ciononostante, la F1-75 ha mostrato un buon bilanciamento generale specie nelle curve a media velocità, terreno di caccia per la monoposto italiana come in altri appuntamenti del campionato.

La differenza velocistica si presenta sin dal rettilineo di partenza, dove si evidenziano due fattori interessanti: non solo la maggior efficienza della Red Bull a DRS aperto, che le permette di essere 1-2km/h più rapida della controparte Rossa, ma anche come questo vantaggio venga mantenuto. Curva 1 è un punto critico: in questo frangente, Verstappen è stato in grado di portare in percorrenza quanto guadagnato precedentemente e addirittura aumentarlo. Un aspetto che si ripete anche in curva due, dove Leclerc rimane leggermente staccato dal cordolo interno con il posteriore che inizia a scivolare, mentre, nonostante un piccolo controllo, il campione del mondo in carica riesce a sfruttare la fase di percorrenza e soprattutto d’uscita, ottenendo il massimo da ogni centimetro a disposizione.

Ma è nella zona successiva, la rapida sequenza delle esse che vieni fuori la bellezza di questo tracciato e anche come le differenti interpretazioni possano rendere interessante una qualifica a Suzuka. Linee diverse che vedono Leclerc tentare un approccio più aggressivo, molto più al limite, mentre Verstappen segue uno stile più pulito, che tende ad avere una progressione con punte di velocità meno evidenti ma più lineare. In un certo senso, ciò lo si nota anche dalla traccia dell’acceleratore, con il monegasco che, come ormai elemento distintivo del suo stile, mantiene il pedale leggermente aperto lasciando scorrere la vettura per sfruttare ogni centimetro disponibile. Ad ogni modo, in questo tratto la F1-75 riesce a dire la propria, anche con Carlos Sainz, seppur non sia del tutto sufficiente per colmare il gap accumulato inizialmente sul rettilineo di apertura.

Un altro elemento da menzionare è quello del tornatino, dove i tre protagonisti della lotta per la pole hanno adottato uno stile totalmente differente. Concentrandosi su quello di Leclerc, si nota come il Ferrarista abbia cercato una linea che gli permetesse di girare con una traiettoria più spigolosa, in modo da diminuire quanto più possibile il periodo off-throttle; un ritorno sull’acceleratore forse un pochino troppo aggressivo, perché in uscita tenderà a far pattinare il posteriore dovendo perdere qualcosa in trazione. Più “classico” l’approccio di Sainz, che in questa occasione si è rivelato anche più efficace, percorrendo meno strada. Dove il monegasco della Rossa ha recuperato decimi preziosi sui rivali è la Spoon Curve, dove pur mantenendo una traiettoria simile, Leclerc è riuscito a portare tanta velocità in ingresso, mantenendola per tutta la percorrenza.

Da lì in poi sarà un assolo da parte di Verstappen, che riuscirà ancora una volta grazie alle doti di efficienza della RB18 a costruire un importante tesoretto sull’allungo che porta alla 130R: una differenza velocistica di circa 5km/h accentuata dal fatto che si sia prolungata per un lungo tratto, date le dimensioni del rettilineo. Differenti interpretazioni anche all’ultima chicane, quella che probabilmente è costata la chance concreta di centrare la pole a Carlos Sainz: un pattinamento in fase di trazione in uscita gli è costato quei pochi millesimi che lo dividevano quantomeno da una prima fila alla portata.

“È stato davvero incredibile guidare di nuovo qui, soprattutto in qualifica quando si è con poco carburante, queste auto si animano davvero nei primi settori. Sono davvero felice di essere in pole e, in generale, di essere tornato qui in Giappone. Durante le qualifiche, nel mio ultimo giro ho perso una parte della vettura, per cui non ho potuto migliorare, ma il primo giro è stato comunque sufficiente. Sarà interessante vedere che tempo farà domani, potrebbe piovere durante la gara, ma sono abbastanza fiducioso che abbiamo una buona macchina da corsa, quindi vediamo cosa possiamo fare. Non sto ancora pensando al campionato, sto affrontando la situazione giorno per giorno. La cosa più importante è avere una macchina competitiva, e oggi l’abbiamo avuta in qualifica. Ci manca ancora la gara perfetta”, ha raccontato Verstappen al termine delle qualifiche.

Umori leggermente differenti in casa Ferrari, soprattutto con un pizzico di rimpianto, perché la pole era a pochi millesimi. La soddisfazione è quella di aver visto una vettura che, sul giro secco, si è confermata ancora competitiva nonostante l’ampio gap accumulato sui rettilinei, in questo caso non solo a DRS aperto nonostante una configurazione più scarica. “In vettura oggi mi sentivo bene e guidare su questa pista è sempre fantastico, specie nel primo settore perché c’è tanto grip. A Suzuka il giro è molto veloce ma se spingi troppo nel tratto iniziale poi rischi di essere più lento nell’ultimo a causa del surriscaldamento delle gomme. Prevedo una gara interessante: sarà una grande sfida per tutti, perché bisognerà essere perfetti nell’azzeccare tutte le chiamate, specie con l’incognita meteo”, ha spiegato Leclerc, a cui forse è mancato quell’equilibrio tra i vari settori per riuscire a centrare la prima posizione. Il monegasco ha infatti dichiarato di aver chiesto forse troppo dalle sue gomme nel secondo intertempo, compresa quella bellissima interpretazione della Spoon curve, patendo però sul finale. Rispetto al suo compagno di squadra, Leclerc ha anche evidenziato una piccola mancanza di velocità di punta, che in realtà nel primo tentativo non è altrettanto marcata, a dimostrazione che potrebbe trattarsi semplicemente di una regolazione d’assetto. È importante ricordare che durante le prove del venerdì il numero 16 aveva faticato con l’anteriore, per cui non è da escludere che abbia puntato su un avantreno leggermente più carico per proteggere le gomme durante il giro.

Qualche rimpianto anche per Carlos Sainz, a solo mezzo decimo da quella che avrebbe potuto essere la sua terza pole stagionale: “Il mio secondo giro in Q3 è stato buono, specie fino all’ultima chicane quando una piccola sbandata in uscita mi è costata qualche millesimo di troppo. Una volta ancora è frustrante, ma non smettiamo di spingere al massimo. In generale la vettura oggi è stata buona e mi sono sentito a mio agio in termini di bilanciamento per tutto il weekend. Per domani non sappiamo bene quali condizioni meteo ci aspettano, ma il nostro obiettivo è rimanere nelle posizioni di vertice. Daremo il massimo dal primo all’ultimo giro, fino alla bandiera a scacchi”, ha concluso lo spagnolo, sottolineando l’incognita delle condizioni meteo. Al momento le previsioni indicano la possibilità di pioggia durante l’orario della corsa, per cui un assetto più scarico potrebbe creare qualche problema in più, soprattutto in termini di gestione gomma, per una mescola piuttosto morbida che tende a surriscaldarsi piuttosto rapidamente se non tenuta nella corretta finestra. In caso la corsa si confermasse asciutta, sia i due piloti Ferrari che Verstappen hanno conservato un set di gomme soft, da poter utilizzare domani al momento giusto.

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