F1 | GP d’Austria: l’analisi della sprint race

Max Verstappen si aggiudica la seconda sprint race della stagione, mentre le due Ferrari si auto-escludono dalla lotta

F1 | GP d’Austria: l’analisi della sprint race

Seconda sprint race di questa stagione e seconda affermazione per Max Verstappen. Così come a Imola, l’olandese si è imposto nella corsa del sabato, conquistando punti importanti per la classifica e la prima posizione sulla griglia di partenza del Gran premio d’Austria. Una “vittoria” senza appello, costruita con una prima parte di gara aggressiva per distanziare rapidamente gli avversari, per poi sfruttare il duello tra le due Ferrari per mettere in cassaforte il risultato.

Sfida interna che ha il sapore di opportunità persa per la squadra del Cavallino, perché quella lotta nei primi giri, mentre Charles Leclerc si trovava in fase di gestione, aveva dato modo al pilota della Red Bull di scappare e imporre il proprio ritmo, potendo così poi salvaguardare le coperture nel resto della corsa. Indubbiamente, senza quel continuo scambio di posizioni, per il monegasco sarebbe stato più semplice tentare di mettere pressione al battistrada, per quando il portacolori della Red Bull sembrasse in una situazione relativamente tranquilla.

Quarto posto per George Russell, che ha pagato in maniera importante l’errore in qualifica di ieri non tanto dal punto di vista della posizione, quanto dei danni riportati alla vettura. Non avendo abbastanza scorte per completare adeguatamente le riparazioni, infatti, il team vi è visto costretto a montare un’ala posteriore più carica, lontana da quella soluzione scelta in vista della qualifica. Ciò non ha fatto altro che allargare il gap velocistico sul rettilinei, che già con l’ala più scarica era di per sé piuttosto ampio, rendendo più complicato tenere il passo del gruppo di testa. “Le vetture erano messe piuttosto male. I meccanici hanno fatto un ottimo lavoro nel riparare. Venerdì avevamo una buona macchiamo, non siamo sicuri che oggi fosse possibile ripetere perché Russell ha un’ala più carica in quanto non avevamo scorte”, aveva spiegato prima della corsa Toto Wollf. Quinta posizione in rimonta per Sergio Perez che, dopo un acceso duello con Lewis Hamilton nelle fasi iniziali del Gran Premio, è stato in grado di risalire la classifica districandosi abilmente tra i vari trenini DRS.

Sprint race in chiaro-scuro per Alpine, perché se da una parte il sesto posto finale conquistato da Esteban Ocon rappresenta una conferma della competitività della vettura tra le montagne austriache, i problemi di affidabilità hanno giocato un ruolo negativo. Se il francese è stato costretto a parcheggiare la vettura subito dopo la linea del traguardo, Fernando Alonso non è nemmeno riuscito a prendere il via alla corsa, complice un guasto elettrico che ha mandato completamente in blackout la sua A522. Non sarà una domenica semplice per lo spagnolo, che ora sarà costretto a ricostruire il suo weekend prendendo il via dal fondo dello schieramento: “Purtroppo la Sprint Race di oggi non è stata all’altezza delle nostre aspettative e non siamo riusciti a capitalizzare la buona prestazione di ieri in qualifica. Se da un lato è un ottimo risultato per Esteban partire in sesta posizione per la gara di domani, dall’altro siamo delusi di non aver dato a Fernando la possibilità di prendere il via alla Sprint di oggi. Sembra che ci sia stato un problema elettrico sulla sua vettura, che ha portato la sua A522 a non accendersi sulla griglia di partenza, nella corsia dei box o nel garage. Valuteremo la causa e le opzioni che abbiamo a disposizione per la sua vettura in vista della gara di domani”, ha spiegato il team Principal Otmar Szafnauer, esprimendo tutto il proprio disappunto per il problema che aveva lasciato Fernando Alonso in griglia con la vettura sul cavalletto e le termocoperte montate.

Chi può ritenersi soddisfatto da un sabato che ha regalato qualche emozione, invece, è la Haas, che ha portato a causa due punti grazie al settimo posto di Kevin Magnussen. Un risultato importante e in parte inaspettato, perché le sensazioni dei piloti riscontrate il sabato mattina durante l’ultima sessione di libere sembravano opposte a quelle buone indicazioni ricavate al venerdì: “Non mi aspettavo di essere così competitivi, soprattutto dopo le prove di questa mattina. Non sembrava particolarmente buono, abbiamo apportato alcune modifiche, ma le auto sono in regime di parco chiuso, quindi è molto limitato il numero di modifiche che si possono fare. Le modifiche hanno funzionato e il ritmo è tornato, più o meno. Abbiamo ottenuto due punti, quindi sono molto contento e possiamo sicuramente lottare per i punti domani, vista la prestazione di ieri. Non vedo l’ora di fare un altro tentativo domani”, ha spiegato Magnussen.

Due punti d’oro, giunti anche grazie al prezioso apporto di Mick Schumacher, autore di un bel duello prolungato con Lewis Hamilton, fino a quando quest’ultimo non ha avuto la meglio sfruttando l’ala mobile a pochi giri dal traguardo. Quello del tedesco si è dimostrato un contributo fondamentale, perché grazie al tempo speso alle spalle del pilota della Haas, l’inglese non ha poi avuto modo di chiudere il gap dall’altra VF-22 del danese prima della bandiera a scacchi, dovendosi così accontentare dell’ottavo posto. Per Mick rimane comunque un po’ di rammarico, perché con una strategia differente e l’apporto del compagno di casacca, probabilmente sarebbe stato possibile portare a casa una settima e un’ottava posizione, chiudendo davanti al rivale della Mercedes con entrambi i piloti. Tra i due, infatti, si è inserito proprio il sette volte campione del mondo, il cui weekend fino a questo momento non è stato proprio lineare. Complice l’incidente di ieri, i tecnici si erano visti costretti a sostituire il telaio della sua monoposto, riducendo il tempo a disposizione in pista dell’inglese, che non aveva avuto grandi opportunità di testare il passo sulla lunga distanza. Ciononostante, Lewis è riuscito a recuperare qualche posizioni rispetto a quella originaria in griglia, anche se ha pagato in maniera importante le difficoltà nel liberarsi del trenino DRS:

Top ten conclusa da Valtteri Bottas, il quale però domani scatterà dal fondo della griglia in seguito alla sostituzione della Power Unit sulla sua monoposto: a beneficiarne sarà Lando Norris, che così scalerà in quinta fila.

Sabato da dimenticare anche per Guanyu Zhou, Pierre Gasly, Alex Albon e Sebastian Vettel. Dopo un problema tecnico durante il giro di formazione, quando la vettura si era completamente spenta in uscita dall’ultima curva, il pilota dell’Alfa Romeo è stato costretto a prendere il via dalla pit lane, mentre il francese della AlphaTauri è stato vittima di un contatto alla partenza con Lewis Hamilton, ripotando danni all’ala anteriore e al fondo con annesso testacoda. Più movimentata la corsa dell’inglese della Williams, protagonista di due diversi contatti: uno con Norris, per cui aveva anche subito una penalità di cinque secondi per aver spinto il rivale fuori dalla pista, e uno con Vettel nel tentativo di difendere la posizione dagli attacchi del tedesco. Sfortunatamente, nella speranza di mantenere la posizione Albon era finito in sottosterzo, spedendo l’Aston Martin del quattro volte campione del mondo nella ghiaia.

Verstappen: una vittoria mai messa in discussione

Dopo la pole position conquistata al sabato, Max Verstappen sembrava nelle migliori condizioni per potersi ripetere anche sulla lunga distanza, con l’obiettivo di portare a casa gli otto punti in palio per la sprint. Venerdì mattina l’olandese era stato uno pochi piloti a completare una mini-simulazione con alto carico di carburante, in modo da avere a disposizione i primi riferimenti sul degrado delle gomme in attesa di ricavare dati più approfonditi dai long run della FP2.

Un’occasione che l’alfiere della Red Bull non poteva lasciarsi sfuggire, anche per mettere in cassaforte la partenza dal palo per la vera corsa da 300km, quella della domenica. Nonostante una partenza non brillantissima, complice un pattinamento eccessivo dell’asse posteriore, Verstappen era stato in grado di difendere la testa della corsa dai due Ferraristi, prima chiudendo Leclerc sul rettilineo di partenza, per poi indurre all’errore Sainz alla staccata di curva tre. Una manovra ben congeniata, che portato lo spagnolo ad allungare la fase di frenata fino a giungere al limite del tracciato, con una conseguente perdita di tempo e di trazione in uscita di curva. Elementi che avevano dato l’opportunità al monegasco di completare il contro-sorpasso nei confronti del compagno di casacca, ritornando così alle spalle del leader del Gran Premio.

Grazie ad un approccio particolarmente aggressivo, ma allo stesso tempo efficace, nei primi due passaggi Verstappen era riuscito a sfruttare abilmente le doti della RB18 in fase di warm-up delle coperture, ampliando il proprio vantaggio intorno ai due secondi. Una strategia chiara e decisa, per aprire rapidamente il gap e spingere i Ferraristi fuori dalla scia e dalla zona DRS, aspetti che su un circuito come quello del Red Bull Ring giocano un ruolo chiave dati i numerosi rettilinei. Così come in qualifica, la possibilità di poter trarre il massimo da un anteriore estremamente efficace anche nei primi giri, aveva consentito al nativo di Hasselt di imporre immediatamente il ritmo desiderato, allungare e gestire le coperture fino alla bandiera a scacchi. Una corsa che, a dispetto della posizione finale, non ha molto da raccontare, dato che dal quarto-quinto giro in poi, il portacolori della Red Bull si era dedicato alla gestione del ritmo, tenendo sotto controllo i valori di trazione e della frenata, tanto da avere del margine per effettuare un costante lift and coast.

La Ferrari si esclude da sola

Più interessante la corsa delle due Rosse di Maranello, auto-escluse da una lotta per la vittoria dopo un inizio gara piuttosto vivace e intenso. Dopo lo scambio di posizioni alla partenza, grazie a cui Leclerc era stato in grado di tornare in quella seconda posizione persa per una chiusura da parte di Verstappen nei primi metri, la strategia scelta da parte del monegasco sembrava chiara e delineata: inizio gara in sordina, lontano dai riflettori, in modo da poter preservare le gomme per il finale della sprint race.

Una scelta sensibile, indubbiamente pianificata nei meeting pre-gara, al fine di per proteggere le coperture in quella che è la fase più delicata della loro vita, quella iniziale. A testimoniare che il piano stesse seguendo le indicazioni preventivate era stato lo stesso Leclerc, che nel corso del sesto passaggio aveva aperto la radio per chiedere quando le gomme sarebbero arrivate nella corretta finestra di funzionamento per iniziare a spingere. Era chiaro che, quindi, tutto fosse preventivato, tutto organizzato per garantirsi le miglior chance possibili di poter attaccare nelle fasi conclusive della corsa. Con un distacco inizialmente stabile intorno ai due secondi, le possibilità di ricucire lo strappo non sembravano così remote, con l’obiettivo di mettere pressione al campione in carica e indurlo all’errore.

Strategia che, però, non aveva tenuto conto di un eventuale ritorno da parte di Carlos Sainz, il quale dopo un primo giro all’attacco in cui era giunto leggermente lungo in curva tre, aveva tentato di riproporre la stessa aggressività riagganciandosi al compagno di casacca. Per riuscire a portare a termine tale operazione, due aspetti era risaltati sul resto: scia e ala mobile, che consentiva al madrileno di recuperare terreno prezioso sui rettilinei prima che l’aria sporca nei curvoni veloci andasse a compromettere il bilanciamento della monoposto. Dopo qualche giro passato fisso negli scarichi della monoposto numero 16, Sainz era finalmente giunto all’attacco, tentando il sorpasso alla frenata di curva tre. Manovra che aveva indubbiamente inficiato sul ritmo dei due, consentendo a Verstappen di allungare ulteriormente il proprio vantaggio virtuale sopra i tre secondi: un gap non impossibile dal colmare, ma sufficientemente ampio da renderlo inattaccabile su una distanza ridotta come quella della sprint race, dove il degrado gomma non è stato così rilevante come potrebbe esserlo domenica.

Al di là dei rilevamenti cronometrici, ciò che saltava immediatamente all’occhio era la differenza in termini di approccio in quel periodo della corsa, con Leclerc che sembrava molto pulito, sia in ingresso che nel ritorno sull’acceleratore, dolce e delicato per non stressare eccessivamente gli pneumatici posteriori; al contrario, Sainz sembrava molto più incisivo, andando a sforzare l’anteriore in ingresso curva per mantenere ridotto il distacco e percorrere quanto mena strada possibile. Non deve sorprendere che dopo il duello interno, in concomitanza con l’aumento del passo da parte di Leclerc, il madrileno sia andato in difficoltà, dovendo gestire il recupero delle coperture per le ultime fase di gara.

Ciò che fa storcere il naso è più la differente presa di posizione in un momento chiave della corsa, che porta anche a delle contraddizioni tra i piloti stessi: “Penso che domani sarà una gara lunga e la gestione delle gomme sarà molto più importante rispetto a oggi. Quindi probabilmente domani non potremo permetterci di fare quello che abbiamo fatto oggi, no. Per i primi giri mi sono focalizzato sulla gestione gomme così da poter spingere di più verso la fine. La gestione gomme domani sarà fondamentale e credo la gara si preannunci divertente.”, ha spiegato Leclerc al termine della sprint race, chiaramente infastidito dal tempo perso durante il duello con il compagno di squadra che avrebbe compromesso la rincorsa su Verstappen. Un parere che si scontra con la visione di Sainz, che però presenta alcune contraddizioni: “Sì, non lo so, dobbiamo analizzare” – ha spiegato Carlos ai microfoni di Sky in merito alla possibilità che la lotta possa aver influenzato il recupero sul battistrada -. “Per me Max era molto sotto controllo. Il passo per stargli vicino ce l’abbiamo, per passarlo devi fare strategia diversa e domani con due macchine possiamo giocare”, ha poi aggiunto il numero 55. Sorge però un dubbio: per quanto sopravanzare sia complicato, nel caso ci fosse stato effettivamente il ritmo per rimanere vicini a Verstappen con entrambi i piloti, come può lo scambio di posizioni non aver minimamente impattato le possibilità di mettere pressione al capoclassifica e lottare per vittoria della sprint race? Elementi che anche uno dei portavoce del Cavallino, Laurent Mekies, ha indirizzato durante le interviste, sostenendo come quello dello studio della fasi di gara e della gestione sarà un tema da approfondire nel dettagli con i piloti prima della corsa. Proprio in tema gara, il tecnico della squadra italiana si è dimostrato positivo in merito alle possibilità non solo di reggere il passo di Verstappen, ma anche di poter essere in lotta per il successo di tappa: difficile valutare quanto il campione in carica avesse ancora nel taschino, ma è chiaro che da un certo punto in poi, Max avesse approfittato del piccolo tesoretto a disposizione per gestire il passo con una certa comodità.

 

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