F1 | Ferrari, la scelta di prendere Hamilton è indiscutibile
Nessun individuo dotato di intelletto potrebbe mai dubitare della scelta Ferrari di ingaggiare Lewis Hamilton
Indiscutibile: che non può essere messo in discussione, di cui non si può dubitare (Treccani). E indiscutibile è la scelta della Ferrari di ingaggiare Lewis Hamilton, a dispetto di chi vuol per forza dar fiato alle trombe e buttarla in caciara, provando a recitare la parte della voce fuori dal coro, dell’anticonformismo a tutti i costi.
E chi grida al “bollito”, al pilota finito, chi oltremodo dubita e ignora – volontariamente ignora – 105 vittorie, sette mondiali, la Grandezza, non è originale o, appunto brillantemente anticonformista, ma soltanto banale, di quella banalità di questo periodo storico buio, consegnato alla stupidità dei “social”, dove l’urlo conta più del ragionamento.
Soltanto in un mondo figlio di un dio minore e distopico si può arrivare a scrivere o pensare che la Ferrari abbia sbagliato a prendere Hamilton. Con tutto il rispetto che si deve ad un ottimo pilota come Carlos Sainz, dubitare di Lewis, che dopo dodici stagioni di Mercedes abbraccia il Cavallino rampante, significa capirne poco di Formula 1. Non solo, significa guardare la F1 con i prosciutti davanti agli occhi, parlando per simpatia e non per ciò che dice la pista.
Mi appello all’intelligenza di chi legge. Si può mai pensare che sia “finito” un pilota che con una W15 con la quale non è mai stato a suo agio vince in quel modo a Silverstone, circuito leggendario con curve complicatissime? Si può pensare che Lewis sia “bollito” dopo averlo ammirato nelle rimonte di Las Vegas e Abu Dhabi? Obiettivamente no.
Si dovrebbe allora azionare il cervello per analizzare i perché di una stagione non certo indimenticabile per Lewis Hamilton. Ricordando che dal 2022 la Mercedes gli ha affiancato un talento incredibile come George Russell, e dal confronto interno Hamilton ne è uscito avanti come punti conquistati nell’arco dei tre anni. Considerando che parliamo del pilota su cui Mercedes ha puntato per l’avvenire, e considerando che Hamilton ha passato il 2022 a fare esperimenti sulla vettura, il risultato già dovrebbe mettere a tacere troppe voci scomposte.
Aggiungiamo, sempre con il massimo rispetto, che chi mastica un po’ la Formula 1 non può ignorare il fatto che quando i grandi campioni sono “dimissionari”, in procinto di lasciare una squadra, per loro non è mai facilissimo. Ed il 2024 di Lewis è stato superiore – per fare un esempio – al 2014 di Vettel.
Eh ma Hamilton è vecchio, continuano alcuni. E magari sono i simpatizzanti più accesi di Sainz, che ancora prima lo sono di Alonso. Il quale ha quattro primavere in più di Hamilton, però guai a dirlo questo. La verità in fondo è che chi critica lo fa per antipatia, perché nessun individuo dotato di intelletto si permetterebbe di giudicare a priori – quindi senza alcun riscontro, al buio, solo per lo sfizio di aprire bocca – la scelta di ingaggiare il pilota più vincente di sempre.
Perdonatemi, fa ridere solo scriverlo. Figuratevi leggerlo. Hamilton non si può discutere, l’augurio è che lui e la Rossa di Maranello possano fare grandi cose insieme.
Antonino Rendina
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