F1 | Ferrari-Hamilton, Vasseur ricorda: “Abbiamo iniziato a parlarne al GP di Monaco 2023”

Quella tra la Ferrari e Lewis Hamilton sembra un rapporto professionale destinato a non trovare un lieto fine, come due rette parallele che mai si sarebbero intersecate.  Invece il matrimonio professionale tra l’inglese e la scuderia del Cavallino è stato sancito il 1 febbraio 2024, con un anno di anticipo sulla reale presenza del sette volte campione del mondo alla corte di Maranello.

Un vero e proprio colpo del secolo, quello che ha portato il pilota più vincente della Formula 1  a sposare il progetto tecnico della scuderia più iconica del motorsport per cercare di rinverdire una bacheca che per entrambi è ferma da tempo. Soprattutto quella della Rossa, che segna 2007 e 2008 come anni delle ultime due gioie iridate rispettivamente per quel che riguarda il titolo piloti (con Kimi Raikkonen ultimo iridato in rosso) e costruttori. Al contrario di un Hamilton che invece è fermo “solamente” a quasi cinque anni di digiuno iridato.

Ma come è nato e come si è sviluppato l’ultimo e decisivo approccio tra Hamilton e la Ferrari? Ne ha parlato l’attuale team principal del Cavallino Frederic Vasseur, con il manager francese che ha sottolineato come le chiacchierate risalgano a fine maggio 2023 in concomitanza con l’appuntamento più glamour della stagione: la gara di Montecarlo. In quell’occasione Vasseur e Hamilton hanno discusso e portato avanti il discorso sancito poi con la fumata bianca arrivata a inizio 2024.

“Abbiamo iniziato a parlarne entrambi al GP di Monaco 2023, il 28 maggio, il giorno del mio compleanno per la precisione – ha dichiarato Vasseur, intervistato da Auto Hebdo – Ho capito subito che poteva accadere. Sapevo che da parte sua il desiderio c’era, anzi c’era sempre stato. Da parte nostra non era possibile per il 2024, perché avevamo entrambi i nostri piloti sotto contratto”.

Vasseur, continuando a parlare di Hamilton, ha detto: “Lewis ha sempre avuto in mente la Ferrari e pensavo che i pianeti si stessero allineando. Per me, avere Lewis con Charles era una pietra in più nell’edificio”.