F1 | Ferrari, Binotto ricorda il triennio 2017-19: “Non siamo stati in grado di sviluppare la monoposto”
Sulla squadra: "Eravamo giovani nei ruoli. Avevamo bisogno di fare esperienza"
Il 2022, segnato dalle modifiche regolamenti, ci ha consegnato una Ferrari nuovamente competitiva per le primissime posizioni. Erano anni che la scuderia del Cavallino non inizia nel migliore dei modi una stagione con pole e vittorie. Gli ultimi campionati soddisfacenti risalgono al triennio 2017-19, dove la squadra di Maranello riuscì ad ottenere importanti risultati ma senza avere la meglio nel confronto diretto con la Mercedes per la corona iridata.
Discutendo di quegli anni, tra cui l’ultimo conciso con la sua promozione a team principal, dove prese il posto di Maurizio Arrivabene, Mattia Binotto ha ammesso in tutta onestà che in quel periodo la Ferrari aveva realizzato ottime vetture ma era mancata nel momento decisivo: quello riguardante gli aggiornamenti. Gli sviluppi arrivarono, ma non diedero i risultati sperati. Inoltre lo stesso Binotto ha sottolineato come all’epoca venne assemblata una squadra a cui mancava esperienza.
“Come squadra avevamo già dimostrato di avere un buon livello di creatività e di essere in grado di interpretare nuove regole e l’auto che abbiamo realizzato era buona: la base, in termini di concetto e idee – ha dichiarato Binotto, intervistato dalla BBC – Come negli anni a seguire, infatti, gli altri team hanno copiato le nostre soluzioni. Quando sono diventato team principal ho detto che la squadra era molto giovane. Non dal punto di vista dell’età, avevo 50 anni all’epoca. Ma eravamo giovani nei ruoli. Avevamo bisogna di fare esperienza. Nel 2017, 2018 e 2019 non siamo stati in grado di sviluppare l’auto”.
Binotto, completando il concetto, ha aggiunto: “Nel 2017 abbiamo avuto problemi di affidabilità. Abbiamo avuto i nostri piloti che si sono scontrati l’uno contro l’altro (GP Singapore, ndr), ma avevamo anche una squadra non abbastanza forte in termini di cultura e mentalità. E, per di più, non avevamo gli strumenti giusti semplicemente perché abbiamo introdotto sviluppi che non funzionavano come previsto. Eravamo bravi come potenziale ma giovani a livello di esperienza e strumenti”.
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