F1 | È sempre più Gilles Leclerc

A Silverstone il monegasco ha incantato correndo da solo contro tutti

F1 | È sempre più Gilles Leclerc

Il tratto gentile ed educato lo si apprezza ancora a caldo, quando ha la freddezza di proferire parole concilianti e distensive nonostante la gara ad ostacoli.

Non sono nessuno per chiedere chiarimenti alla Ferrari, però ho perso tanto tempo sul passo, ho la sensazione che non siano state prese le decisioni migliori per me, ma è il giorno di Sainz ed è giusto che si parli della sua vittoria e non della mia delusione

Vuole chiudere così ogni polemica perché dopotutto Charles Leclerc è così, un campione destinato a correre spesso e volentieri contro un destino avverso. Che non sembra stupirsi più di nulla. Perché non bastano Verstappen, Perez, Hamilton e il resto della banda, può capitare ed è capitato che il primo avversario sia la tua stessa squadra, che ci siano incomprensioni ed equivoci, che manchi il dovuto e meritato supporto.

Charles Leclerc dipinge traiettorie e regala spettacolo a Silverstone: è aggressivo e cattivo su Perez, è indiavolato sul passo gara, morde il freno dietro al compagno di squadra più lento, ma la Ferrari fa spallucce. In uno strano e masochistico gioco di assoluta parità tra i piloti la Rossa impone soltanto verso fine gara a Sainz di dare strada a Capitan Charles. Sembra quasi che l’ordine parta controvoglia e proprio perché è evidente quanto Leclerc sia più veloce di Carlos.

Eppure tra mille difficoltà, tra cui un’ala danneggiata, Leclerc si era costruito passo dopo passo il suo capolavoro, il GP che l’avrebbe rilanciato alla grande in classifica. Quando sembrava fatta si è ritrovato a correre ad handicap rispetto a cinque piloti incollati e agguerriti: tutti montano le gomme soft per gli ultimi giri, successivi alla safety car, ma non lui, prima guida Ferrari e in testa alla gara, materiale prezioso e da trattare con cura, trattato invece quasi come fosse un incomodo tra Sainz e la sua prima trionfale vittoria, come se questa prima in carriera di Sainz fosse la cosa più importante del mondo.

Abbandonato al suo destino, mentre Sainz con gomme fresche e morbide lo salutava, Leclerc correva con il coltello tra i denti senza mollare di un centimetro. Nonostante lo svantaggio tecnico evidente il monegasco ha disegnato ancora parabole, si è inventato manovre da fuoriclasse, ha piegato le leggi della scienza al suo volere quando con gomma dura ha superato Hamilton all’esterno alla Copse.

Ancora una volta, non la prima volta, per generosità, talento, approccio, spirito, Leclerc ha ricordato Gilles. Ha scaldato i cuori, emozionando la platea più del pilota che vinceva con la tuta rossa.

E dire che Sainz ha corso la sua buona gara, ha disputato un bel fine settimana, non ha colpe perché mosso dal giusto e sano egoismo che accompagna ogni pilota. Ha vinto il suo primo GP e ne vincerà altri. Perché è un ottimo pilota.

Anzi lo spagnolo ha anche dato strada al compagno quando il muretto gli ha chiesto di farlo. Non ha colpe, ma non ha nemmeno la classe di Charles Leclerc. Che guida come Villeneuve e con il canadese condivide la stessa romantica malinconia dell’eroe solitario, non sempre e non da tutti compreso. Un diamante. Che questa Ferrari evidentemente non merita di avere.

Antonino Rendina


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