F1 | Brembo, il GP di Monaco dal punto di vista dei freni
Circuito poco impegnativo sul piano delle frenate
Dal 25 al 28 maggio il Circuit de Monaco ospita il 6° appuntamento del Mondiale 2017 di Formula 1. La pista che si snoda tra le strade del Principato di Monaco ospita ininterrottamente le monoposto più evolute al mondo dal 1955, anche se la prima edizione del GP di Formula 1 risale al 1950. La vicinanza delle barriere (Armco barrier in inglese) obbliga i piloti alla massima precisione: sbagliare una frenata anche solo di un metro potrebbe portare all’impatto con il guard-rail e al conseguente ritiro. Per questa ragione gli impianti frenanti devono mantenersi efficienti fino alla bandiera a scacchi. Un’impresa non facile perché nell’intero GP ogni auto è chiamata a quasi 940 frenate. Monaco è uno di quei tracciati caratterizzati da alto carico aerodinamico e con elevate percentuali di tempo speso in frenata ma con frenate non particolarmente intense.
Anche in presenza di frenate mediamente poco intense si tratta di un tracciato comunque impegnativo per i freni soprattutto a causa delle elevate temperature raggiunte dalle pinze e dal fluido freni. In passato le temperature di pinze e fluido freni raggiungevano valori molto elevati, producendo in alcuni casi il vapour lock, cioè l’ebollizione del liquido all’interno della pinza. Ciò comportava un allungamento del pedale del freno che quindi risultava meno rapido nella risposta. Nei tempi moderni il lavoro fatto dai tecnici Brembo sul raffreddamento dei freni ha allontanato tali problemi e l’aumento, a partire da quest’anno, dei fori di ventilazione, passati da 1.200 a 1.400 per disco, dovrebbe rappresentare una sicurezza in più. Secondo i tecnici Brembo, che hanno classificato le 20 piste del Mondiale usando una scala da 1 a 10, il Circuit de Monaco rientra nella categoria dei circuiti mediamente impegnativi per i freni. La pista al confine con l’Italia si è meritata un indice di difficoltà di 7, identico a quello ottenuto dalle piste di Barcellona, Sepang e all’Hungaroring.
L’impegno dei freni durante il GP
Pur essendo la pista più corta del Campionato del Mondo, appena 3.337 metri, Monaco è quella con più frenate sul giro: ben 12, cioè 5 in più di Montreal che pure è considerato uno dei tracciati più duri per gli impianti frenanti. Lo sforzo richiesto ai freni non è infatti direttamente correlato al numero delle frenate, né al tempo speso in frenata: a Monaco i piloti usano i freni per ben 16 secondi al giro pari al 23 per cento della durata complessiva della gara, valore record per l’intero Campionato del Mondo. La mancanza di tratti velocissimi, con la parziale eccezione dell’uscita dal tunnel e del Mirabeau, si traduce in frenate che non superano mai gli 1,9 secondi. Inoltre, sono presenti 4 curve in cui la decelerazione massima non arriva nemmeno a 3 g. Ciò si traduce in una decelerazione media di 3,6 g, inferiore di un punto esatto a quella rilevata a Sochi. Le tante frenate determinano un valore altissimo di energia dissipata in frenata da ogni vettura durante l’intero GP: 211 kWh.
Dalla partenza alla bandiera a scacchi i tecnici Brembo hanno stimato che ciascun pilota eserciterà in totale un carico di 116 tonnellate sul pedale del freno, cioè il peso complessivo di 92 esemplari della Ferrari LaFerrari. In altri termini, per ogni minuto di gara i piloti saranno chiamati ad uno sforzo sul pedale del freno di oltre 1.050 kg.
Le frenate più impegnative
Delle 12 frenate del Circuit de Monaco solo una è classifica come impegnativa per i freni, 7 sono di media difficoltà e 4 sono light. La staccata più impegnativa è quella dopo il tunnel (curva 10): le monoposto vi arrivano a 286 km/h e frenano in meno di 2 secondi (1,98 secondi per la precisione) per scendere a 89 km/h. In quel punto i piloti sono sottoposti ad una decelerazione di 4,7 g e devono esercitare un carico sul pedale del freno di 155 kg. Al Mirabeau (curva 5) invece la velocità crolla da 234 km/h a 79 km/h ma la frenata dura 2,04 secondi durante i quali le monoposto percorrono 45 metri. Inferiori invece il carico sul pedale (148 kg) e la decelerazione (4,2 g). In assoluto però la velocità massima (293 km/h) è raggiunta dopo il rettilineo d’arrivo, alla S.te Devote: la curva non è particolarmente secca e così le auto possono affrontarla a 119 km/h frenando per soli 1,72 secondi.
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