Ben Sulayem verso la riconferma alla FIA: nessun rivale in grado di sfidarlo alle elezioni di dicembre

Mohammed Ben Sulayem verso la riconferma alla FIA: nessun rivale idoneo per le elezioni di dicembre a Tashkent

Ben Sulayem verso la riconferma alla FIA: nessun rivale in grado di sfidarlo alle elezioni di dicembre

FIA Ben Sulayem – Le possibilità che qualcuno riesca a strappare la presidenza della FIA a Mohammed Ben Sulayem sembrano ormai svanite. In vista delle elezioni del 12 dicembre a Tashkent, in Uzbekistan, nessuno dei potenziali rivali è infatti riuscito a presentare una squadra conforme ai criteri richiesti per la candidatura.

Tutto lascia dunque presagire un secondo mandato quadriennale per l’ex pilota emiratino, in carica dal dicembre 2021. In origine, tre erano i nomi che avevano manifestato l’intenzione di sfidarlo: Tim Mayer, ex commissario di gara di Formula 1, la pilota svizzera Laura Villars e la conduttrice televisiva belga Virginie Philippot. Tuttavia, nessuno dei tre è riuscito a comporre una lista presidenziale completa, come previsto dallo statuto FIA, che impone la presenza di figure specifiche tra cui il presidente del Senato, i vicepresidenti per la mobilità e lo sport e sette vicepresidenti regionali.

L’elemento decisivo è stato il nome di Fabiana Ecclestone, attuale vicepresidente per il Sud America e moglie di Bernie Ecclestone. Poiché è l’unica candidata eleggibile per la sua regione e già inserita nella lista di Ben Sulayem, nessun altro aspirante presidente ha potuto presentare una squadra valida.

Il sostegno dei club e la forza del consenso

A rendere ancora più solida la posizione del presidente uscente c’è l’appoggio compatto dei club membri. Già a maggio, una lettera firmata da 36 rappresentanti FIA di lingua spagnola e da tutti gli undici presidenti delle federazioni sudamericane aveva espresso pieno sostegno alla sua rielezione. Tra i firmatari figurava anche la stessa Fabiana Ecclestone, rafforzando così l’alleanza che di fatto rende impraticabile qualsiasi candidatura alternativa. Il principale sfidante, Tim Mayer, aveva tentato di guadagnare consenso attraverso un tour promozionale in Sud America per presentare il programma “FIA Forward”, ma senza successo.

Nonostante le tensioni interne emerse negli ultimi mesi, Ben Sulayem resta una figura centrale nel panorama politico del motorsport. I sostenitori ne riconoscono i meriti nella stabilizzazione finanziaria della FIA dopo la pandemia di Covid-19 e nella riorganizzazione delle strutture sportive. Tuttavia, non mancano le voci critiche.

A marzo, il presidente di Motorsport UK, Dave Richards, aveva accusato Ben Sulayem di “accentrare troppo potere” e di rendere i processi decisionali “sempre più opachi”. Le sue parole erano arrivate dopo una serie di dimissioni eccellenti: tra queste, quelle della CEO Natalie Robyn, del direttore tecnico Tim Goss, del responsabile sportivo Steve Nielsen e dello stesso Robert Reid, ex vicepresidente per lo sport e braccio destro di Ben Sulayem. Reid aveva lasciato l’incarico denunciando “un crollo degli standard di governance” e “decisioni critiche prese senza il dovuto processo”.

Statuto rafforzato e potere consolidato

Nel frattempo, la FIA ha approvato modifiche statutarie che, pur formalmente destinate a “rafforzare la trasparenza e la governance”, hanno di fatto consolidato l’influenza del presidente. Le nuove norme, approvate a larga maggioranza durante l’Assemblea Generale di Macao, conferiscono al Comitato Nomine maggior tempo e potere nella valutazione dei requisiti dei candidati, rendendo ancora più complesso presentare una lista alternativa. Con queste premesse, la rielezione di Mohammed Ben Sulayem appare ormai una formalità: l’ex campione di rally mediorientale si prepara così a guidare la FIA per altri quattro anni, in un clima di consenso politico ampio ma non privo di critiche sul piano interno.

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