Toro Rosso: Ricciardo, “Bello tornare in Q3 dopo un anno”

Qualifiche cinesi positive a metà per la Toro Rosso. Fuori in Q2 con Jean-Eric Vergne, solo sedicesimo, la scuderia di Faenza si è rifatta con l’ottima prestazione di Daniel Ricciardo che è riuscito ad inserirsi in settima piazza.  

“E’ stato bello tornare nel Q3 – ha affermato l’australiano – Era dal Bahrain 2012 che mancavo dai dieci, dunque quasi un anno. Spero di fare una corsa consistente domani, certamente cercherò di trarre il massimo possibile dalla posizione ottenuta. Come avete visto oggi tutti hanno giocato d’attesa per risparmiare un po’ le gomme, per cui prevedo un gran premio molto interessante. Questo risultato dà una motivazione speciale, ci tengo quindi a ringraziare i ragazzi della factory che hanno lavorato sodo per fornirci questa vettura così rapidamente. Non vedo l’ora del semaforo verde”.

“Sono deluso perché venerdì ho dimostrato di avere il passo, mentre oggi non sentivo per niente la monoposto – ha invece commentato JEV – Penso che comunque riusciremo a trovare una soluzione. Quanto fatto dal mio compagno di squadra è un segno positivo, significa che ci siamo. Ci saranno moltissime opportunità per me in gara dal posto in cui parto, anche se credo che la strategia gomme che sceglieremo sarà un fattore chiave. Tutto sommato siamo parecchio migliorati rispetto alle prime due gare”.

“A Shanghai abbiamo portato diverse modifiche a livello hardware che a quanto pare stanno funzionando bene, alla fine non ci aspettavamo di essere avanti qui trattandosi di un tracciato non proprio amico – ha spiegato il direttore tecnico James Key – Daniel è stato fantastico, ha fatto tutto alla perfezione e si è meritato di entrare nell’ultima qualifica, in più è un’ottima notizia per il team che si sta impegnando a fondo. Peccato invece pre Jean-Eric, ma rimaniamo fiduciosi di arrivare a punti pure con lui. Opteremo per strategie differenti con i due piloti visto che sono così dislocati in griglia. Per gli pneumatici abbiamo visto che le prime sono durature, ma rimane l’incognita morbide”.

Chiara Rainis