Renault, ritorno al futuro
Boulogne Billancourt, periferia di Parigi, a poca distanza dalla sede, a non molti chilometri da Viry-Chatillon, la factory dove vengono sviluppati i V8 per la Formula 1. E' da qui, nel centro di Renault-landia, che prende il via la stagione 2008 del costruttore francese. L'obiettivo, chiaro, dichiarato, evidente, e' uno solo: dimenticare il 2007. Al piu' presto. Da un lato c'e' un team che l'anno passato sembra aver smarrito quella strada che lo aveva portato per ben due volte alla vittoria iridata, un po' per colpa di un'erronea taratura della galleria del vento, un po' per aver dovuto abbandonare le connazionali gomme Michelin, un po' per l'addio (che, con il senno di poi, non e' stato altro che un arrivederci) di Fernando Alonso. Dall'altro c'e' lo stesso pilota spagnolo, nel piacevole ruolo di figliol prodigo che con sollievo ritrova la strada di casa, altrettanto intenzionato a mettersi dietro le spalle i veleni del 2007, a partire dal look con i lunghi capelli che lo avevano reso famoso ai tempi del doppio mondiale. Insomma, l'impressione e' che si sia riannodato un filo interrotto troppo presto. Un filo che, nelle intenzioni di tutti, dovrebbe condurre la Renault nuovamente sulla strada della vittoria.
Non sara' semplice, e nessuno lo nasconde. Ma la motivazione e la convinzione sembrano essere tornate quelle dei tempi migliori. "Briatore ha definito il 2007 un disastro," non nasconde il presidentissimo Carlos Ghosn. "Ma abbiamo comunque concluso in terza posizione… Se per noi finire terzi e' un disastro e' facile capire quanta voglia abbiamo di vincere. Abbiamo due grandi piloti, un grande team, vogliamo comportarci molto bene e fare spettacolo, portando avanti la nostra tradizione vincente." "L'anno scorso e' stata un'ottima stagione, non un disastro!" si affretta a smentirlo Briatore. "Non voglio avere troppe responsabilita' quest'anno!" Di campionato non si parla e lo stesso Alonso riconosce che sarebbe "molto sorpreso" di poter lottare per la vittoria da subito, ma il manager piemontese e' limpido: "Iniziamo con grandi motivazioni. Vogliamo lottare per il podio, vincere delle gare, essere protagonisti dello show. Solo uno vince il campionato, non e' cosi' facile, ma noi vogliamo esserci, vogliamo avere la chance di poter concludere sul podio quando iniziamo ogni gara."
La vettura
Quando si e' imboccata una direzione sbagliata, le scelte possibili sono due. O la si porta avanti con testardaggine, con il rischio di finire in un vicolo cieco, oppure si riconosce gli errori compiuti, si inverte la marcia e si riparte dall'inizio. La Renault ha optato per questa seconda decisione. Abbandonata definitivamente la fallimentare R27, in una Formula 1 della continua evoluzione, il team francese e' andato invece controcorrente, optando per la rivoluzione progettuale. Un design molto aggressivo, con un cambio di filosofia volto proprio ad ottenere il massimo dalle gomme Bridgestone, una diversa distribuzione dei pesi e una nuova aerodinamica con l'introduzione delle sospensioni anteriori a "zero chiglia". Il team ha lavorato molto sodo per ridurre gli ingombri dei sistemi meccanici della vettura, limitare il peso in tutte le componenti e aumentare la rigidezza, cosi' da fornire la massima adattabilita' di assetto tra circuito e circuito. L'unica parte della vettura rimasta identica a quella dell'anno scorso, forzatamente, e' il motore, su cui pero' si e' agito tramite nuovi software per l'adattamento alla centralina standard.
I piloti
Ma piu' ancora della monoposto, che aveva gia' completato con successo una sessione di test a Valencia, il vero protagonista della cerimonia di presentazione e' stato l'attesissimo Fernando Alonso , che si e' finalmente riunito al suo mentore Briatore. "E' migliorato un po'," riconosce Flavio. "E' tornato a casa, lo conosciamo da molti anni. E' un ritorno fantastico per il team e per i nostri partner." "Sono felice di essere tornato qui," sottolinea Fernando. "Per me e' stato molto facile perche' conoscevo gia' il team, per cui mi sono ritrovato bene a lavorare con la squadra test fino dal primo giorno. Quando mi sono recato in fabbrica per preparare il sedile e' stato come se il tempo si fosse fermato. Mi sono trovato di nuovo a mio agio con tutto il team, come a fine 2006." Per il campionato, lo spagnolo non si fa illusioni, ma chi puo' giurare che non stia preparando una brutta sorpresa per i rivali? "Al momento il campionato e' molto aperto," si schermisce. "Tutti parlano di Ferrari e McLaren, il che e' buono per noi perche' possiamo lavorare un po' piu' rilassati. Abbiamo gia' provato un po' la vettura ma sara' a febbraio che cercheremo di migliorare le prestazioni: finora ci siamo concentrati solo sul fatto che tutto funzionasse a dovere, da adesso in poi, cercheremo di migliorare per lottare con i top team."
Lo spagnolo sara' nuovamente nella posizione che piu' gli si adatta, quello di unico caposquadra. Anzi, avendolo circondato di giovani piloti debuttanti, Flavio Briatore lo ha messo in condizione di portare avanti da solo lo sviluppo della vettura. "La Renault investe sui giovani piloti," spiega. "Nelsinho e' una realta' e, dopo che siamo stati a lungo criticati per non puntare sui talenti francesi, siamo riusciti anche ad avere un giovanissimo pilota transalpino (Romain Grosjean, ndr) con cui lavoreremo per il futuro." Piquet, dal canto suo, promette di non voler recitare il ruolo di nuovo Hamilton. "Da Fernando ho molto da imparare," spiega il giovane figlio d'arte brasiliano. "La comunicazione tra noi e' grandiosa. Sono molto contento. L'anno scorso sono stato molto contento con il team e sono riuscito a conoscerlo. Tutto ha funzionato bene e ora ho ottenuto il sedile da titolare, proprio con il team che volevo. Sono stati due volte campioni del mondo e possono rifarlo. I miei obiettivi? Fare del mio meglio. Dipendera' da come riusciremo a progredire con la vettura. Se sara' in grado di lottare per il podio, cerchero' di farlo, se addirittura potremo puntare alla vittoria, cerchero' di vincere. Voglio provare a imparare il piu' possibile e vivere una buona annata." Con una precisazione… "Non chiamatemi piu' Nelson Jr., ora sono cresciuto!"
dal nostro inviato a Parigi Fabrizio Corgnati
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