Patrese: “La Ferrari deve dare urgentemente un sedile in F1 ad un giovane italiano”
L'ex pilota ha invitato il Cavallino a fare di più per i giovani italiani
Secondo uno dei piloti italiani più autorevoli, Riccardo Patrese, la Ferrari deve rischiare e ingaggiare un giovane italiano.
Patrese, che ha preso parte a ben 256 Gran Premi nella sua carriera durata ben 16 anni, crede che la mancanza di piloti italiani sulla griglia possa essere risolta solo se la Ferrari deciderà di prendere una posizione chiara, prendendo un pilota italiano.
“Cosa sta succedendo non lo so” ha scritto l’ex pilota italiano sul suo sito ufficiale riguardo la mancanza di italiani, che non si registrava dal 1969.
“Jarno Trulli ha avuto degli anni al top, ma continuare a correre nelle retrovie lo avrebbe solo danneggiato dunque è meglio che stia a casa piuttosto che girare in fondo al gruppo. Spero che dei giovani italiani possano arrivare in F1 in futuro”.
“Noi sappiamo quanto la Ferrari sia importante. Ricordo Imola 1983, quando andai a sbattere e i tifosi applaudirono perchè la Ferrari, e non un pilota italiano, stava vincendo”.
Patrese crede che la Ferrari, che domina la scena racing italiana, è in condizione di fornire le opportunità di cui i giovani piloti hanno bisogno – perchè potrebbe essere alla ricerca di un altro pilota se Massa non dovesse soddisfare quest’anno.
“I migliori tre piloti sono Alonso, Vettel ed Hamilton al momento, ma forse se la Ferrari vuole, potrebbe avere un italiano come secondo pilota nel team – considerando che Massa non è sembrato molto in forma nelle ultime stagioni”.
“Potrebbero prendere un piccolo rischio ingaggiando un giovane pilota italiano, una cosa che non succede dai tempi di Michele Alboreto“.
“I piloti italiani non ottengono aiuti da un team italiano. La Ferrari ha il proprio programma driver academy dove il campione italiano di F3 testa una F1, ma dopo questo non succede più nulla. Credo che ci sono dei giovani piloti italiani molto forti ma necessitano di un’opportunità per dimostrare le proprie abilità”.
Stefano Rifici
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