La Ferrari ricorda Villeneuve: “Uomo e pilota straordinario”

Il figlio Jacques è salito sulla 312 T4 del 1979 a Fiorano

A trent'anni dalla morte, il Cavallino ricorda il suo pilota più amato e il dolore per la sua scomparsa: nacque un mito che ancor oggi appassiona giovani e anziani

La Ferrari ha rievocato uno dei momenti più tristi della sua storia: sono passati esattamente trent’anni da quel sabato 8 maggio 1982 quando, a otto minuti dalla fine delle qualifiche, il suo pilota più amato ebbe un incidente spaventoso che spezzò la sua incredibile parabola sportiva.

Alle ore 10,42 di questa mattina il figlio di Gilles Villeneuve, Jacques, iridato nel 1997 con la Williams dopo un duello con la Ferrari di Michael Schumacher, è salito sulla Ferrari 312 T4 che il padre guidò nel 1979 e con cui ottenne le prime vittorie. Una serie di giri a bassa velocità con quello che ormai è un pezzo della storia dell’automobilismo per ricordare la figura di un campione leggendario, là dove il suo mito iniziò, sulla pista di Fiorano: era il 1977 quando quel pilota di motoslitte, appena arrivato in F1 mettendosi in evidenza con una McLaren, fu ingaggiato da Enzo Ferrari tra la sorpresa generale, diventando tra i piloti più amati e controversi della storia dei motori, capace di entrare nella storia con sei sole vittorie e cinque anni nella F1.

Ma il talento e la sua incredibile sensibilità di guida, unita a una fame per le vittorie e un coraggio temerario che ricordava quella dei pionieri del passato come Tazio Nuvolari, Alberto Ascari, Juan Manuel Fangio, facevano del canadese nativo del Quebec un pilota che non poteva entrare nel cuore degli appassionati.

Le sue imprese sono memorabili, dal suo debutto nei test a Fiorano in cui fece segnare subito tempi velocissimi, fino al duello con René Arnoux a Digione nel 1979, al Mondiale chiuso al secondo posto alle spalle di Jody Scheckter, fino ai grandi successi come la vittoria a Montecarlo sotto alla pioggia nel 1981, quella del GP di Spagna tenendo dietro quattro vetture oppure l’incredibile giro a tre ruote, con cui con una gomma forata e la sospensione rotta Villeneuve rimase in pista e concluse la gara, nel GP di Olanda a Zandvoort. Ma la sua fine, quella di un pilota obbligato quasi a grandi imprese e grandi incidenti, è legata al GP di San Marino a Imola nel 1982: alla sfida fratricida con l’altro ferrarista, Didier Pironi, che vinse dopo un duello continuo con il canadese sulla pista di casa del Cavallino, rompendo un’amicizia profonda. Era il 25 aprile 1982: due settimane dopo la morte del leggendario numero 27, dopo uno scontro alla chicane con la March di Jochen Mass. Un incidente terrificante, in cui il corpo di Gilles fu strappato dal telaio assieme al sedile e finì per sbattere contro un palo di metallo della recinzione del circuito. Fu la moglie Joanna a decidere di spegnere le macchine che lo tenevano in vita, alle 21 di quell’8 maggio, tra il dolore e il pianto di milioni di tifosi in tutto il mondo.

“Rivedere in questo posto la macchina di Villeneuve e vedere tanti protagonisti della Ferrari del passato insieme ad Alonso e Massa dimostra che la Ferrari ha una storia e una tradizione, che guarda sempre avanti ma che non dimentica il passato”, ha spiegato il Presidente del Cavallino, Luca di Montezemolo, ai microfoni di Raisport. “Ricordo quando Ferrari mi telefonò: ero nel cda dell’azienda, e mi disse che c’era questo ragazzo con grande cuore e temperamento. Gilles aveva un pre-contratto con la McLaren, ma Ferrari mi disse che voleva aprire i rubinetti con acqua fresca. Voleva lui e la sua scommessa andò bene, era un grande pilota, forse non da risultato, ma era straordinario, coraggioso, veloce, magnifico. Con lui ho avuto rapporti meno stretti che con Regazzoni e Lauda, i “miei” piloti. Ma gli interessava solo pigiare l’acceleratore e chiedere il massimo alla macchina, del resto si interessava poco. Anche Raikkonen aveva questo rapporto con i nostri ingegneri, aveva solo voglia di infilarsi in macchina senza preoccuparsi di telemetria e altro”, ha concluso il capo della Rossa. A Gilles Villeneuve sarà dedicata una mostra che rimarrà aperta fino al 10 giugno a Modena, mentre ricordi e celebrazioni saranno ospitati anche dal Museo Enzo Ferrari a Maranello: a tre decenni dalla sua morte, il cuore di Gilles batte ancora in chi lo vide ai tempi e in chi lo ha conosciuto solo nei filmati d’epoca.

Lorena Bianchi

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