GP Belgio un anno dopo: stavolta il Kemmel non spaventa la Ferrari…
L'attuale Ferrari sembra essere in vantaggio prestazionale sulla Mercedes, situazione opposta all'anno scorso...
Un anno dopo, il mondo capovolto, stessi interpreti, stessi colori, ma situazioni diametralmente opposte. Il GP del Belgio anche nel 2017, come al solito, rappresentava la ripresa delle ostilità, la tanto attesa ripartenza del mondiale.
Un anno fa la Rossa e Sebastian Vettel arrivarono nelle Ardenne forti del successo conquistato in terra ungherese, un epico uno-due conquistato con la vettura sbilenca e Kimi a protezione del capitano, con le due Mercedes che incalzavano senza trovare il sorpasso.
Ma quella Mercedes era già di fatto la regina in pectore del mondiale, con la pur buona SF70H che di lì a poco si sarebbe arresa, di motore e di affidabilità. Proprio la leggendaria Spa rappresentò un colpo durissimo al morale delle truppe rosse e il contestuale inizio del disincanto per il popolo ferrarista. Vedere Vettel affiancare Hamilton sul rettilineo del Kemmel, ma non riuscire a superarlo ed impattare di fatto contro un muro di aria, è stata l’immagine simbolo dell’impotenza Ferrari rispetto allo strapotere Mercedes, e a nulla sono valse le mille teorie sull’impostazione errata della manovra o sul tempismo della stessa. Niente di tutto ciò, semplicemente la Mercedes aveva una riserva di potenza utile a farle poi vincere il mondiale in carrozza.
La storia la conosciamo, è passato un anno e Maranello giunge a Spa con ventiquattro punti di ritardo da Hamilton. Ma quest’anno, paradossalmente, la Ferrari può sorridere. In Germania e Ungheria la vettura italiana è stata più competitiva della Mercedes, attualmente il sorpasso prestazionale sembra compiuto e anche dal punto di vista della power unit è Braclkey (rectius Brixworth) a dover rincorrere. Basti pensare che Mercedes sta pensando di lanciare tra Spa e Monza la terza specifica del proprio motore, con l’obiettivo di eguagliare le performance di una Ferrari tanto sprecona quanto strabiliante.
Come è strana la vita; Spa 2017 è stato l’inizio di un declino inaspettato e stordente per la Ferrari, perdutasi nel giro di pochi GP tra brutte performance e problemi di affidabilità. Spa 2018 potrebbe avere lo stesso effetto sulla Mercedes. Perché su una pista di motore sono i grigi a dover rischiare, sono loro a dover inseguire, sono loro che partono sulla carta in svantaggio. Vettel, oggi, quel muro del Kemmel lo sfonderebbe, come un caccia con la barriera del suono, Hamilton – fuoriclasse al quale negli ultimi fine settimana di gara la sorte e gli errori altrui pure hanno dato una mano – sarà lui a dover scalare il Raidillon per affacciarsi su un rettilineo non più alleato.
Poco importa del ritardo in classifica, meglio avere qualche punto in meno ma una monoposto vincente che qualche punto in più impossibile da difendere. Dopotutto le vecchie volpi della F1 da sempre sostengono che per misurare i reali valori bisogna guardare alle seconde guide. Ebbene Kimi Raikkonen nelle ultime cinque gare è arrivato per ben quattro volte davanti al connazionale Valtteri Bottas. Vacanze finite, e il Belgio stavolta non SPAventa.
Antonino Rendina
se vuoi essere sempre aggiornato sulle nostre notizie
Seguici qui