GP Australia: analisi del weekend
Finalmente l’attesa è finita, il mondiale di Formula 1 è ricominciato e teatro del primo atto è stato il circuito di Albert Park. La prima gara della stagione che non ci ha offerto un grandissimo spettacolo ma ci ha dato molti spunti per valutare quanto alcune considerazioni emerse dai test invernali fossero rispecchianti il vero oppure no, regalandoci conferme e sorprese.
Non vi erano dubbi che anche quello di quest’anno sarebbe stato un campionato sotto il segno della Mercedes. Il team della stella a tre punte ha sfornato un gioiello di monoposto: sin dai test invernali la W06 si è dimostrata la vettura da battere, candidandosi ancora una volta ad essere assoluta dominatrice della stagione a venire.
La Mercedes ha dominato in lungo e largo sin dalle prove libere tutto il week end australiano, dando la possibilità a Lewis Hamilton e a Nico Rosberg di concentrarsi solo su loro stessi e sul loro compagno rivale. Il pilota inglese sembra più che mai determinato a bissare il successo dello scorso anno: sin dal sabato ha voluto mettere bene in chiaro le cose rifilando 6 pesanti decimi al compagno di squadra in qualifica e quasi 1 secondo e quattro decimi al primo dei “normali”, Felipe Massa.
La gara è stata un assolo Mercedes, con Lewis che ha dato la sensazione di poter controllare senza problemi il rivale, forte di qualche decimo in più nel taschino, sfoderati quando Nico tentava di farsi sotto. Un dominio annunciato e confermato in pista che fa ancor più spavento pensando che l’unico difetto della vettura, l’affidabilità, sembra essere stato risolto; sentire Toto Wolff ammettere che i curvoni della Malesia metteranno ancor di più in risalto le qualità della vettura facendo risaltare il gap delle frecce d’argento con tutti gli altri non può che confermare il fatto che quello in Australia è stato il primo atto della rivincita fra Lewis Hamilton e Nico Rosberg.
La sorpresa del week end è stata senza ombra di dubbio la Ferrari. Sin dai test invernali regnava un cauto ottimismo a Maranello circa la bontà della SF15-T, il week end australiano è stato il primo vero banco di prova. Quel che si può dire è che la macchina ha fatto grandi passi avanti rispetto a dove era l’anno prima, con un Kimi Raikkonen che finalmente sembra ritrovato e un Sebastian Vettel che ha portato tanto entusiasmo nell’ambiente.
Il quarto e quinto posto conquistati al sabato in qualifica e trasformati in un podio da Sebastian Vettel grazie ad una solida gara hanno dato il sorriso ai meccanici in rosso. Peccato per Raikkonen che è stato molto sfortunato: due contatti al via gli hanno fatto perdere varie posizioni, poi due pit stop difficili, con i meccanici che non riuscivano a montare la gomma posteriore sinistra che, a causa di un mal fissaggio durante il secondo pit stop, ha costretto il finlandese al ritiro.
Un peccato perché la Ferrari avrebbe potuto prendere punti importanti per il campionato costruttori. Da questa gara si evince come la macchina ha un buon passo gara ed è “gentile” con i pneumatici, ma a livello prestazionale rimane ancora molto distante dal duo Mercedes, potendosi pertanto candidare al ruolo giocato dalla Red Bull lo scorso anno. Un ruolo che non soddisfa in pieno il nuovo team principal Maurizio Arrivabene, che nonostante tutti gli elementi positivi sprona continuamente la squadra per raggiungere obiettivi sempre più ambiziosi.
Weekend agro dolce in casa Williams. Se da un lato il team può dirsi soddisfatto del fatto che la vettura è rimasta sui livelli dello scorso anno (anche se ci si aspetterebbe qualcosa di più da una macchina che monta la power unit Mercedes), dall’altro c’è l’amarezza per aver raccolto meno di quanto avrebbe potenzialmente potuto.
Dopo il sesto posto conquistato al sabato, un problema alla schiena ha costretto Valtteri Bottas a fare da spettatore per la gara di domenica, mentre Felipe Massa ha conquistato un ottimo quarto posto, non riuscendo a mantenere la terza posizione conquistata in qualifica a causa del miglior passo gara mostrato da Sebastian Vettel. Un buon inizio non c’è dubbio, anche se forse ci si aspettava di più.
In casa Sauber non si può dire che sia stato un esordio facile nonostante l’ottimo risultato raccolto. La vicenda van der Garde ha tenuto banco fino a sabato, con il pilota olandese che forte della sentenza della Corte Suprema di giustizia dello stato di Vittoria ha rivendicato il sedile fino all’ultimo salvo poi cederlo grazie ad un presunto accordo economico con il team.
Dopo una brutta sessione di qualifiche con Nasr piazzatosi undicesimo ed Ericsson sedicesimo, nessuno si sarebbe aspettato il quinto posto in gara del brasiliano, che si è messo dietro la Red Bull di Daniel Ricciardo, e l’ottava piazza dello svedese. Sicuramente un risultato aiutato dai ritiri e le assenze che però non nasconde il buon lavoro fatto sulla vettura dal team, come era emerso durante i test invernali.
Brutto weekend per la Red Bull. Lo si era capito subito al venerdì, quando uno dei 4 preziosi motori disponibili per tutta la stagione della vettura di Daniel Ricciardo è andato in frantumi dopo appena 50 chilometri segnando la spaccatura tra il fornitore Renault e il team anglo-austriaco. Le qualifiche al sabato non regalano soddisfazioni, con Ricciardo che chiude settimo mentre Kvyat, all’esordio dopo la “promozione” dalla Toro Rosso, chiude facendo il tredicesimo tempo.
Lo stesso Kvyat si vedrà poi costretto a doversi ritirare prima della gara, poichè vittima di un guasto al cambio durante il giro di posizionamento in griglia. Anonima invece la gara del compagno di squadra, finito dietro la Sauber di Nasr, doppiato e mai in grado di poter tirar fuori qualcosa dal cilindro come tanto ci ha abituati lo scorso anno. Una gara che ha lasciato dei segni in quel di Milton Keynes, con Helmut Marko che si scaglia contro la Renault senza mezzi termini, mentre alcuni rumor parlando di un Dietrich Mateschitz che sarebbe intenzionato a lasciare la Formula 1. Vedremo, di certo non si prospetta una stagione facile e soprattutto tranquilla per il team.
Grazie alla gara di domenica la Force India è riuscita a raddrizzare una situazione molto deludente maturata al sabato, con i piloti che hanno “conquistato” la settima fila. I ritiri in gara hanno permesso ad entrambi di entrare in zona punti, con Nico Hulkenberg settimo e Sergio Perez decimo (su undici macchine). Il messicano è stato protagonista di vari duelli senza esclusione di colpi con il suo ex compagno di squadra in Mclaren Jenson Button. Una situazione difficile per il team indiano che sembra destinato a soffrire per il resto della stagione, con i piloti che non si ritengono essere fiduciosi di essere in grado di lottare per la zona punti.
Per la Toro Rosso si è trattato tutto sommato di un buon weekend con la scuderia italiana che si è presentata con i rookie Carlos Sainz Jr e il tanto atteso e chiacchierato Max Verstappen. Contrariamente alle attese è stato il primo dei due a sfoderare le migliori prestazioni, libero sicuramente dalle pressioni che il diciassettenne compagno di scuderia si è trovato ad affrontare. In qualifica lo spagnolo è riuscito ad entrare in Q3 piazzandosi in ottava posizione mentre il compagno di squadra si è fermato in dodicesima posizione.
In gara il giovane Max è stato costretto al ritiro a causa di un problema patito dalla sua power unit (che ha fatto infuriare il padre ai box) mentre Carlos Sainz, nonostante un contatto con Raikkonen alla prima curva, ha chiuso in nona posizione. Insomma, un buon inizio per la Toro Rosso, vedremo se riuscirà a dare seguito a questi risultati.
Weekend molto difficile per la Mclaren-Honda. Dopo un difficile inverno culminato con il mistero irrisolto dell’incidente di Fernando Alonso a Barcellona durante i test, il team è arrivato in Australia con poche speranze di cogliere un buon risultato, visti i pochissimi chilometri accumulati durante i test.
Qualifiche disastrose, con Jenson Button e Kevin Magnussen che “monopolizzano” l’ultima fila, in gara il team riesce a schierare in pista solo l’inglese poiché a causa di un problema alla power unit Magnussen si è visto impossibilitato a partecipare ad una gara. Una gara che comunque non gli avrebbe regalato gioie, visto che Jenson Button è finito ultimo doppiato per ben due volte. Insomma il cammino è tutto in salita, ma a vedere le prestazioni e i problemi, sembra difficilissimo che la Honda riuscirà a colmare il gap con chi gli sta davanti, con buona pace di Alonso che era tornato con la speranza di vincere.
Peccato per la Lotus che non ha portato a casa un weekend che sembrava essere molto promettente con entrambe le vetture (da quest’anno motorizzate Mercedes) qualificate in Q3; in gara Grosjean e Maldonado sono stati costretti al ritiro dopo neanche un giro, il primo a causa di un problema alla power unit, il secondo poiché rimasto coinvolto nel contatto alla prima curva fra Sainz e Raikkonen.
Davide Gambardella
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