Gli idoli di Hamilton? Schumacher e Senna
Per Lewis Hamilton non ci sono solo paroline striscianti, come le ultime dichiarazioni all’indirizzo dell’ex compagno di squadra Fernando Alonso, additato quale esempio negativo per come si e' rapportato alla McLaren Mercedes. Sul sito dell’emittente televisiva tedesca RTL, il pilota di Stevenage sveste per una volta i panni dell’atleta navigato e torna quel ragazzo (ha compiuto da poco 23 anni) dall’aspetto pulito e con un gran desiderio di correre, al quale una consistente parte del pubblico, oltre al gruppo degli addetti ai lavori, avevano finito per affezionarsi.
“Molti campioni del mondo sono stati miei idoli giovanili,” racconta. “Per il mio tempo, ovviamente, Michael Schumacher. Ho letto libri sull’argomento, visionato le loro gare”. Un nome salta fuori dal cilindro ed e' quello di Ayrton Senna. Lo scorso 2 dicembre Hamilton ha ricevuto dalle mani della sorella del campionissimo brasiliano, Viviane, il “British Competition Driver” e l’”International Racing Driver” (oltre al titolo di Esordiente dell’Anno), prestigiosi trofei messi in palio dal settimanale inglese Autosport.
“Ho vissuto un sogno,” precisa. “Il fatto che (Viviane), una persona fantastica, fosse li', che avesse affrontato il viaggio solo per consegnarmi quel riconoscimento, beh e' stato come se mi trovassi di fronte allo stesso Ayrton”. Viviane e' la madre di Bruno Senna. E se anche il nipote d’arte facesse il grande salto? “Per me non fa una grande differenza contro chi corro,” dichiara il pilota McLaren. “Penso pero' che se (Bruno) dovesse farcela, sarebbe grandioso vedere un altro Senna in F1”.
In attesa che i tempi maturino, pero', dovremo accontentarci di seguire in pista altri corridori usciti, come Lewis, da quella palestra. A partire dal “veterano” Nico Rosberg su Williams, sino ad arrivare a Timo Glock, spalla di Jarno Trulli alla Toyota. Il pilota anglo-caraibico ne tratteggia un buon quadro d’insieme: “Come corridore e' forte,” conclude, “penso sapra' comportarsi bene, portando non solo un’iniezione di sangue giovane e fresco, ma idee e determinazione. È una condizione straordinaria per la squadra e utile al nostro sport.”
Ottavia Molteni
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