Toyota F1: Resoconto di Noritoshi Arai sul Gran Premio d'Italia
Tra il Gran Premio d'Italia e il Gran Premio del Belgio e' trascorsa solo una settimana. La corsa italiana e' stata disputata all'Autodromo Nazionale di Monza, un circuito storico, costruito nel 1922 che con i suoi 250 km/h di media e' il piu' veloce dei 18 in calendario questa stagione; qui e' sempre possibile assistere a sorpassi spettacolari. E se per decenni il Gran Premio d'Italia e' stato baciato dal sole, quest'anno abbiamo assistito a un evento non comune, dato che ha piovuto tutti e tre i giorni del week-end di gara. Senza ulteriori indugi, ecco il mio resoconto del Gran Premio d'Italia, ultima gara della tornata europea.
Preparazione di un pacchetto aerodinamico studiato appositamente per un circuito velocissimo
Date le caratteristiche del tracciato, a Monza bisogna pensare piu' alla velocita' in rettilineo che alla deportanza; per questo abbiamo portato un pacchetto aerodinamico molto diverso da quelli utilizzati sugli altri circuiti. Le differenze principali riguardavano l'alettone anteriore e quello posteriore; dall'alettone anteriore abbiamo rimosso il profilo a ponte e per l'alettone posteriore abbiamo adottato un assetto a bassa resistenza. Inoltre, abbiamo eliminato i vari piccoli elementi aerodinamici applicati ai pontoni laterali e al camino. Questo pacchetto aerodinamico era stato sperimentato in occasione dei test congiunti svoltisi a Monza la settimana prima del Gran Premio del Belgio e siccome a Spa eravamo arrivati con elementi aerodinamici mai testati per quel circuito, pensavamo che rispetto alla settimana scorsa questa volta sarebbe stato piu' facile elaborare l'assetto delle vetture.
Al Gran Premio del Belgio non siamo stati in grado di sfruttare al meglio le Bridgestone in dotazione, indipendentemente dalla mescola dura o media. Dato che per il Gran Premio d'Italia era previsto lo stesso tipo di pneumatici, abbiamo deciso di prepararci a questa gara analizzando attentamente i dati raccolti in Belgio. Piu' nello specifico, a Spa non riuscivamo a scaldare i pneumatici in modo efficace, quindi era su questo che dovevamo concentrarci per migliorare. Inoltre, dovevamo essere piu' che pronti ad affrontare il peggioramento delle condizioni meteo e l'abbassamento delle temperature previsti nel week-end del Gran Premio d'Italia. La stessa situazione avrebbe significato gli stessi risultati, quindi siamo arrivati a Monza con un approccio diverso rispetto a quello adottato per la gara della settimana precedente.
Bandiere rosse e pioggia ci impediscono di portare a termine il programma delle prove libere
Le previsioni indicavano un peggioramento delle condizioni meteo, ma non ci aspettavamo certo che sarebbe piovuto gia' il primo giorno del week-end e anche se venerdi' pomeriggio la pioggia ha smesso di cadere, nella prima parte della sessione il tracciato era ancora bagnato, quindi non abbiamo potuto completare il lavoro in pista. Su un circuito veloce come quello di Monza le gomme intermedie si usurano rapidamente se la pista e' bagnata solo per meta', quindi abbiamo utilizzato questi pneumatici (scanalature poco profonde) per un numero di giri inferiore a quello che avevamo programmato, visto che molto probabilmente avremmo dovuto utilizzarli anche sabato e domenica. Non poter portare a termine il programma nel primo giorno del week-end e' stato molto frustrante; infatti, dato che la pista ha subi'to notevoli cambiamenti per tutta la giornata di venerdi', non abbiamo potuto verificare i diversi accorgimenti destinati a risolvere la questione del riscaldamento dei pneumatici che ci aveva creato problemi al Gran Premio del Belgio.
Con Timo Glock e Jarno Trulli rispettivamente al 17° e al 19° posto, le tabelle dei tempi non erano certo confortanti. Per il team e' stato un duro colpo non poter eseguire il programma completo; inoltre, l'attuale regolamento prevede che i rapporti del cambio siano fissati entro venerdi' sera, quindi una volta concluse le prove libere del venerdi' pomeriggio siamo stati davvero molto impegnati, compreso qualche avanti e indietro con la TMG.
Tutto il team si da' da fare per garantire l'accesso al Q3, nonostante la pioggia torrenziale
Le qualifiche ufficiali del Gran Premio d'Italia si sono svolte in condizioni veramente difficili, con pioggia intensa a intervalli. In questa situazione molto complicata, tutto il personale della scuderia ha svolto il proprio lavoro in modo impeccabile. Naturalmente e' superfluo menzionare le tenaci prestazioni dei nostri due piloti, fondamentali per il risultato delle qualifiche. Tutti hanno lavorato alla perfezione ed e' grazie a questo che domenica entrambe le vetture si sono potute schierare tra le prime dieci.
Con la pioggia diventa estremamente importante far uscire i piloti al momento giusto per i giri di attacco; nei primi due periodi delle qualifiche siamo stati piuttosto aggressivi al riguardo e penso che questo abbia permesso loro di effettuare il giro di uscita in base al proprio ritmo e, di conseguenza, quello di attacco nelle migliori condizioni possibili. Inoltre ai box hanno apportato, oltre ad altri cambiamenti, alcune precise modifiche alla pressione dei pneumatici; in condizioni di bagnato la pressione e' molto piu' importante del solito, perché rispetto a quanto avviene sull'asciutto e' piu' difficile portare in temperatura le gomme e secondo me al Gran Premio d'Italia siamo riusciti a gestire questa situazione in maniera efficace.
La tempistica dei pit stop e il cambiamento delle condizioni della pista determinano il risultato
Quando la safety car e' rientrata, i nostri piloti hanno abilmente evitato il caos che si crea a ridosso della partenza, mantenendo sul bagnato un ritmo relativamente veloce per tutta la prima parte della gara. Non credo che sia stato un errore correre con una strategia a una sola sosta; purtroppo le condizioni della pista hanno iniziato a cambiare subito dopo il nostro pit stop programmato e siamo stati costretti a far rientrare entrambe le vetture nonostante avessero carburante sufficiente,per passare ai pneumatici intermedi, piu' adatti alle condizioni della pista che iniziava ad asciugarsi.
Ovviamente, man mano che si avvicinava il momento del pit stop tenevamo sotto controllo sia gli aggiornamenti meteorologici che le condizioni della pista, comunicando via radio con i piloti; la nostra decisione e' stata presa in base a tutte queste informazioni e in considerazione del fatto che gli altri piloti rientrati ai box prima e dopo di noi avevano montato ancora gomme da bagnato estremo (scanalature profonde); non penso che avremmo potuto fare di piu' in quel frangente.
Purtroppo i Gran Premi di Belgio e Italia, ultimi due appuntamenti della tornata europea, ci hanno visto fuori dalla zona punti; sapevamo che per noi sarebbero state gare molto impegnative e abbiamo imparato alcune lezioni fondamentali. Adesso ci aspetta il Gran Premio di Singapore che sara' la prima corsa in notturna della Formula 1. La Panasonic Toyota Racing ha bisogno del vostro sostegno perché questa gara sara' il trampolino di lancio in vista del Gran Premio del Giappone.
Noritoshi Arai e' il responsabile del coordinamento tecnico di tutto il personale coinvolto nel design e nella costruzione della vettura, ed in modo particolare del collegamento tra la Divisione Toyota Motor Sport a Higashifuji e Toyota Motorsport a Colonia.
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