Pagelle del Gp di Monaco

Pagelle del Gp di Monaco

Montecarlo bagnato, si sa, equivale a una lotteria. E dal Casinò Monegasco è uscito fuori Lewis Hamilton, che ha preceduto Kubica e Massa. Gara spettacolare, ricca di incidenti e colpi di scena, che ha regalato emozioni e che ha reso “re per una gara” piloti come Sutil o Vettel, dimostrando che, in certe condizioni, l'uomo può ancora fare la differenza. Nel bene e nel male, come dimostrano i numerosissimi errori compiuti da diversi top driver. Buona lettura!

Kimi Raikkonen: 4 – No, così non va. Certo, l'errore della squadra che lo costringe al drive through nelle prime fasi di gara non lo aiuta, ma il resto è tutto farina del suo sacco. Spesso lento, incostante nei tempi, impreciso nella guida, autore di errori (orrori?) al limite dell'improbabile. Ok, la pista era in condizioni difficili e ci stava di sbagliare, ma così è troppo. Si fa fregare in partenza da Hamilton e non riesce ad essere mai incisivo, dovendo ricorrere per ben due volte alla sostituzione del musetto. Al secondo restart si ritrova al quinto posto, più per il particolare evolversi della corsa che per meriti suoi, ma decide di porre fine alla gara della vita di Sutil entrandogli nel retrotreno con una staccata che definire strana è un complimento. Torna lo spettro del Kimi di Melbourne. Forse siamo troppo duri con lui, ma da un campione del mondo ci si aspetta di più. No.

Felipe Massa: 7,5 – Nemmeno lui è immune da errori. In realtà ne commette uno solo, finendo lungo a S.te Devote quando si trova in testa davanti a Kubica. Purtroppo per lui, lo paga a carissimo prezzo, facendosi scavalcare dal polacco e dovendo ricostruirsi la gara da zero. Anche lui incostante nei tempi e spaventosamente lento a metà gara, quando con il serbatoio pieno fatica a tenere un passo decente. Si fa superare al secondo pit stop da Kubica, ma riesce comunque a concludere sul podio. Recrimina per una strategia errata, che prevedeva il ritorno della pioggia. La sua prova è comunque positiva, eccellente se si considera che prima di arrivare a Monaco tutti lo davano per spacciato su questa pista. In realtà è l'unico pilota Ferrari a portare avanti la baracca, per di più in condizioni molto difficili. E poi, diciamocelo, alzi la mano chi, immaginando un Montecarlo bagnato, avrebbe scommesso sul suo arrivo al traguardo. Che stia crescendo? Matur(and)o.

Lewis Hamilton: 9 – Gara capolavoro. Fortunatissimo al quinto giro, quando pizzica il guard rail ma riesce a tornare ai box senza danni. La squadra gioca il tutto per tutto riempiendogli il serbatoio fino all'orlo, e lui è fenomenale nel girare su buoni tempi col pieno (e guidare a Monaco sul bagnato con una vettura appesantita dal carburante non è esattamente una passeggiata) e successivamente nello scatenarsi per accumulare vantaggio su Massa per garantirsi un pit stop tranquillo. Glaciale nel capire quando è il caso di difendersi e quando invece attaccare, cerca di non strafare e aspetta che la gara gli venga incontro. Nemmeno la seconda neutralizzazione lo impensierisce. Decisamente ispirato alla guida (basta rivedersi il modo in cui affronta il Loews, facendo spazzolare la vettura in accelerazione per aprire prima il gas), immune alla pressione. Nello stesso giorno a Indianapolis si correva la 500 miglia. Vista la saggezza tattica messa in mostra, forse se l'avesse corsa avrebbe vinto pure quella. Magico.

Heikki Kovalainen: 6 – Sufficienza di stima per Heikki, che vede le proprie speranze crollare prima ancora del via, quando la sua vettura si spegne. Inizia dai box una difficile rimonta, ma superare a Monaco è un'impresa anche sul bagnato. Lui cerca più che altro di non fare danni, preferendo non rischiare contatti. Non compie errori, dunque, ma di fatto si condanna ad una gara di attesa. Si tocca lievemente con Button, al quale chiede scusa con la mano mentre lo sfila. Peccato, perché nei (rari) momenti in cui ha pista libera fa vedere di avere un'ottima velocità. Come in Turchia, del resto. Chissà quando riuscirà a disputare una gara non ad handicap, senza doversi arrampicare di posizione in posizione? Alla fine, comunque, potremmo dire che la sua correttezza viene premiata con un punticino, che non muove la classifica ma crediamo possa fare morale. Scalatore.

Nick Heidfeld: 5 – Disastroso in qualifica (se rapportato a Kubica), parte benissimo arrivando ad occupare la quinta posizione. Poi, però, Alonso in un dissennato tentativo di sorpasso gli entra nella fiancata di sinistra e, di fatto, gli compromette la gara. Rientra ai box per una foratura, ma non riesce a girare su tempi accettabili e chiude al 14° posto. L'esperienza, in corse come queste, dovrebbe aiutare a tenersi fuori dai guai, ma per Nick oggi non era giornata. Un ritornello che, ahimé, si sta ripetendo in maniera un po' troppo frequente. Non vorremmo soffrisse di ansia da prestazione, ma ci sembra poco sereno. Rabbuiato.

Robert Kubica: 9 – Tiene alto, anzi altissimo, l'onore della BMW. E dire che, alla vigilia, era preoccupato perché riteneva questa gara non adatta alla propria vettura, dotata di un interasse troppo lungo per le stradine del Principato. Pretattica? Non lo sappiamo, fatto sta che se ne frega del pessimismo e sfodera una gara tutta cuore, uno dei pochissimi a non commettere errori pur guidando costantemente al limite. Induce Massa all'errore e compie diversi giri in testa, con autorità e sicurezza. Sopravanzato dal ferrarista ai box, si riprende la seconda posizione e non si fa mai impensierire dal brasiliano nell'ultima parte di gara. Non riesce a riprendere Hamilton dopo la seconda safety car, ma non gliene facciamo una colpa. In questo momento ha la solidità mentale di un Caterpillar, e gli viene tutto semplice. Bravissimo.

Jarno Trulli: 5 – Ci si aspettava molto da Jarno, ma oggi ha deluso. Partiva in ottava posizione, e su questa pista avrebbe potuto rompere le uova nel paniere a molti. Sbaglia però la scelta delle gomme (errore in parte suo) e distrugge i pneumatici da bagnato pesante dietro alla safety car. Costretto ad un pit stop supplementare per mettere coperture da asciutto, non è mai davvero in gara, da anzi l'impressione di non averci proprio capito granché. Chiaramente non era in giornata, lui che è maestro nello sfruttare la mutevolezza delle condizioni meteo. Peccato, perché poteva puntare ad un colpaccio, e invece conclude 13°. Confuso.

Timo Glock: 4,5 – Arriva davanti al compagno di squadra, ma il voto è più basso per via dei tanti (troppi) testacoda compiuti in pista. un numero di errori forse giustificabile viste le condizioni della pista, ma inaccettabile per un pilota che deve rifarsi una reputazione dopo le deludenti prestazioni dei GP precedenti. Poco a proprio agio tra muretti e guard rail, è ancora una volta portato a strafare. Azzarda troppo, quando con una condotta di gara più accorta avrebbe potuto raccogliere diversi punti. Urge calmata. Esagitato.

Mark Webber: 7 – Ennesima gara tutta sostanza per l'australiano, che continua a macinare punti con costanza. Lui la definisce “non una delle gare più eccitanti”, ma in realtà corre con molta grinta, senza compiere errori rilevanti e facendo segnare più volte il giro più veloce nelle fasi di gara in cui la pista si asciuga. L'unico errore che commette è tattico, quando cioè passa troppo presto alle gomme da asciutto e si fa passare da Sutil e Raikkonen. Poi, però, ci pensa Kimi a rimettere le cose a posto ed arriva, così il quarto posto, giusto coronamento di una prestazione solida e priva di sbavature. Non sarà il pilota più veloce dello schieramento, ma ha capito perfettamente come fare per portare a casa la pagnotta. Impeccabile.

David Coulthard: 4,5 – Semplicemente surreale. E, giuro, non ce l'abbiamo con lui. Manuale del Gran Premio di Montecarlo, pagina 1: “Qui l'esperienza è fondamentale, vale molto più che in qualsiasi altra gara”. Stesso libro, pagina 4: “Quando a Montecarlo piove può succedere di tutto. E di solito sono i piloti più esperti a beneficiare di questa situazione, in quanto in grado meglio di altri di decodificare le situazioni e volgerle a proprio favore”. Cosa si inventa allora il 37enne David? Demolisce la propria Red Bull in prova, costringendo i meccanici ad un superlavoro per rimetterla in pista il giorno dopo. Dove, peraltro, diluvia. E dove il mascellone scozzese non trova di meglio che ripetersi, cambiando punto della pista ma non risultato finale. E, addirittura, facendosi pure tamponare. Per di più da Bourdais, che guida una “cugina” Toro Rosso. Quando si dice l'esperienza… gli vogliamo troppo bene. Psichedelico.

Nico Rosberg: 5 – Deludente. Semplicemente divino in prova, dove ha estasiato gli osservatori a bordo pista con una guida precisa e fluida, compromette tutto in gara compiendo una serie di errori sconcertanti. Rompe l'ala anteriore nelle prime fasi e si fa prendere dalla voglia di strafare, dimenticando che con queste condizioni meteo paga più la saggezza che l'irruenza. Fa segnare il giro più veloce in diverse occasioni, ma poi rovina definitivamente tutto sbattendo fortissimo alle Piscine e rischiando seriamente di farsi male. Peccato davvero, perché oggi il suo potenziale era altissimo. Anche lui esce ridimensionato dall'appuntamento monegasco, che non ha fatto sconti a nessuno. Stordito.

Kazuki Nakajima: 7 – Gara encomiabile. Al debutto a Montecarlo su una F1, incontra le peggiori condizioni possibili, con tracciato bagnato e tanta confusione in pista. Il giapponesino dimostra però di avere cervello da vendere, e sceglie di tenere una condotta di gara di basso profilo, avendo come unico obiettivo (testuale) “solo di tenere la macchina in pista”. Aiutato dalle circostanze di gara, è abilissimo a non cadere nelle trappole tese dal tracciato e alla fine ottiene due punti preziosissimi. E, senza un problema all'ultimo pit stop, sarebbe potuto arrivare anche più in alto. Umile.

Fernando Alonso: 4,5 – Ecco un altro che esce con le ossa rotte dal Casinò di Montecarlo. Si fa prendere dalla tentazione di strafare, e nei primi giri rischia come un ossesso nel tentativo di recuperare più posizioni possibili. Impresa riuscitagli al GP d'Ungheria 2006, non in quello di Monaco 2008. Prima picchia contro il muro, danneggiando la vettura, poi dopo la sosta torna ancora col coltello tra i denti, proponendosi in due attacchi davvero cattivi. Quello su Webber riesce, quello su Heidfeld, totalmente sballato, no. Il risultato è un altro alettone rotto, senza contare il danno procurato al tedesco della BMW. Non avendo più nulla da perdere azzarda prima di tutti le gomme da asciutto, regalando altri 3-4 errori al pubblico sulle tribune. Conclude 10°, con una condotta di gara inaccettabile per uno come lui. Poteva ambire al colpaccio, difficilmente gli si ripresenterà un'occasione così quest'anno. Irruente.

Nelson Piquet jr: 5 – Prestazione simile a quella di Alonso, infarcita di errori. Con un pizzico di cattiveria si potrebbe dire che da lui non ci si poteva aspettare di più in queste condizioni, vista la sua limitata esperienza. Certo è che se anche il tuo caposquadra compie certi errori è difficile capire come affrontare una gara simile. Senza considerare che, apparentemente, nemmeno la sua squadra crede più troppo in lui, almeno a sentire le comunicazioni tra Alonso e il suo ingengere durante il Gp. Ed è per questo (e per la grinta messa in mostra nel tener dietro Rosberg) che, nonostante l'ultimo 'lungo' gli sia costato il ritiro, gli diamo mezzo punto in più rispetto a Fernando. Solo.

Jenson Button: 5 – Corre in modo dispersivo ed inconcludente. Si tocca al via con Heidfeld, danneggiando il muso, e disputa una gara tutta nelle retrovie, compiendo qualche errore di troppo e riuscendo ad essere veloce solo a sprazzi. Si fa fregare come un pollo da Rosberg in un doppiaggio, denotando ingenuità e (forse) scarsa concentrazione. Tamponato leggermente da Kovalainen, compie anche un testacoda alla chicane del porto. In condizioni simili, al Gp d'Ungheria 2006, aveva addirittura vinto. Oggi, invece, è apparso confuso e poco determinato. Abulico.

Rubens Barrichello: 7 – Con Coulthard e Fisichella alle prese con problemi di vario tipo, tocca a lui quest'oggi tenere alta la bandiera dei nonnetti della massima serie. E lo fa alla grandissima, portando a casa un sesto posto al termine di una prestazione grintosissima. Mette a frutto i suoi 258 Gp disputati guidando nella maniera più appropriata su una pista insidiosa ed infima. L'esperienza in situazioni come queste conta tantissimo, ma bisogna saperla mettere a frutto, e oggi Rubinho lo fa in modo eccellente. Non commette errori, si regala addirittura un paio di sorpassoni da urlo, fa segnare in due occasioni il giro più veloce e mette in cassa tre punti che rappresentano un chiarissimo segnale per la Honda. Potremmo dire che festeggia con una gara di ritardo il record di presenze in F1. Saggio.

Sebastian Vettel: 8 – Fantastico. Al debutto a Montecarlo su una F1 disputa una gara pressoché perfetta, evitando duelli sterili e rischiosi. Tiene dietro per molti giri Kovalainen e lascia anche lui che la corsa gli venga incontro, guadagnando posizioni man mano che gli altri piloti commettevano errori. Mostra la freddezza e il buonsenso di un veterano in condizioni difficilissime. L'ultima sosta gli fa guadagnare due posizioni, e l'incidentre tra Sutil e Raikkonen lo proietta al quinto posto finale. Non male come debutto per la nuova STR3. Impeccabile

Sebastien Bourdais: 5 – Il debutto della nuova vettura era stato rimandato perché Sebastien l'aveva distrutta in un test privato. Quale miglior esordio, per la STR3, che non un altro botto, stavolta in gara? Botto doppio, peraltro: urto dapprima laterale contro le barriere e successivamente frontale, contro il retrotreno della Red Bull di Coulthard. Alla faccia dei crash test della Federazione. E il tutto mentre il compagno di squadra guida sulle uova fino al quinto posto finale. Vorremmo poter dire che finché è stato in gara Bourdais ha fatto scintille. Peccato piovesse… Demolitore.

Giancarlo Fisichella: 5 – Festeggiava il 200° Gp ma, così come per Barrichello in Turchia, la ricorrenza non gli ha proprio portato bene. Problemi tecnici in prova lo costringono a girare poco, ma l'ultimo posto in griglia non fa comunque onore a né lui né alla sua esperienza, specie a Montecarlo. La sua gara, tutta nelle retrovie, è un calvario. Prima perde la prima marcia (scusate…), poi la seconda, quindi la quarta. A quel punto, sempre da buon ultimo, decide di fermarsi. Ha l'Oscar per l'unico ritiro per inconveniente tecnico della corsa, ma dubitiamo che, per come si era messa la gara, avrebbe potuto fare di più. Peccato, perché il suo compagno di squadra oggi filava come un treno. Vale per lui lo stesso discorso fatto per altri: chissà se e quando ricapiteranno condizioni simili. Calimero.

Adrian Sutil: 9,5 – Semplicemente mirabolante. Azzecca la gara della vita. Indovina tutto, proprio tutto, in termini di guida e di strategia, proiettandosi sin da subito nelle prime posizioni e tenendo duro fino a pochi giri dalla fine. Fa segnare addirittura in due occasioni il giro più veloce, tenendo tempi costanti (e rapidi) per tutta la gara. Uno dei pochissimi a non commettere errori, si ritrova al quarto posto alla ripartenza dopo la seconda safety car. Poi ci pensa Raikkonen a farlo tornare sulla terra. Resta comunque la prestazione, magistrale. Non è molto, ma per un pilota che veniva dato prossimo all'appiedamento potrebbe essere tantissimo. Speriamo non patisca troppo a livello psicologico la delusione. Mezzo punto in più (o in meno, decidetelo voi) perché non prende a sberle Raikkonen a fine gara. Gentleman.

Manuel Codignoni
www.f1grandprix.it

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