Pagelle del GP di Germania

Pagelle del GP di Germania

Dominio assoluto di Lewis Hamilton, che fa quello che vuole ed e' piu' forte della safety car e dell'improbabile strategia McLaren. Da Hockenheim esce invece male la Ferrari, in crisi di assetti, di sviluppo e forse di personalita'. Questa volta dalla roulette della neutralizzazione spunta fuori la Renault di Piquet, che agguanta un insperato quanto provvidenziale secondo posto. Ma forse il piu' fortunato di tutti e' Glock, uscito indenne da un botto pauroso… buona lettura!

Kimi Raikkonen: 5,5 – Abulico, forse svogliato, certamente poco incisivo. In tre giorni non riesce a trovare un assetto decente e sia in qualifica che in gara paga dazio alla concorrenza. Colpe non del tutto sue, perché principalmente e' il team a mancare, pero' lui non fa nulla per invertire la situazione. Nelle prime fasi di gara passa Alonso dopo che quest'ultimo aveva tentato l'attacco a Trulli, pero' poi segue l'abruzzese senza abbozzare nemmeno una manovra di disturbo. Arriva dietro al compagno di squadra, complice anche la safety car che lo costringe ad accodarsi a Massa al pit-stop. Dopo la ripartenza supera Vettel e Trulli in breve tempo, poi la sua gara finisce li'. Mestamente sesto. Fatichiamo a capire quanto ci sia di suo nella disfatta ferrarista, ma visto quello che combina il compagno di team alla sufficienza non possiamo arrivarci. Incolore.

Felipe Massa: 6,5 – Vista la Ferrari di Hockenheim forse meriterebbe di piu', ma non c'e' piaciuto molto il modo con cui ha aperto la porta ad Hamilton in occasione del sorpasso subito a fine gara. Visto lo stato di forma della McLaren e del pilota inglese il risultato finale non sarebbe cambiato, pero' un po' di grinta e cattiveria in piu' ce la saremmo aspettata. Lamenta problemi ai freni, ma nel contesto generale ci sembra il male minore. Per il resto si arrangia facendo quello che puo', precedendo il compagno di squadra e artigliando un amaro terzo posto. Certo che, pero', non riuscire nemmeno ad attaccare Piquet nel finale…. E' anche vero che veniva da una gara disastrosa, per cui potrebbe aver preferito l'uovo oggi alla gallina domani. Perde la testa del mondiale ma sopravanza di nuovo il compagno di squadra e, in ottica gerarchie-campionato, e' un dato importante. Stanco.

Lewis Hamilton: 9 – Domina al 120% il weekend tedesco, facendo cio' che vuole e mettendo in mostra una superiorita' imbarazzante per gli avversari. La McLaren nelle sue mani vola, e Lewis e' in grado di ammazzare la gara sin dall'inizio, girando su tempi inavvicinabili. La safety car, complice anche una scellerata decisione del muretto anglotedesco, rimescola le carte in tavola, ma lui e' bravo a non andare in confusione (come era invece successo ad esempio in Canada o in Bahrein) e a recuperare terreno, conquistando la vittoria con due sorpassi fotocopia ai danni di Massa e Piquet. Veloce, solido mentalmente, implacabile. Balza in testa al mondiale e, se la McLaren confermera' la sua attuale velocita', potrebbe restarci a lungo. E ora si va a Budapest e a Valencia, le piste che ricordano piu' da vicino Montecarlo…. Perfetto.

Heikki Kovalainen: 5,5 – L'aria tedesca non giova alla coppia finlandese della F1. Si qualifica bene ma in corsa subisce il compagno di squadra, girando su tempi decisamente piu' alti specie nella prima parte di gara. Penalizzato dalla safety car, che gli piazza davanti Heidfeld e Piquet, conduce una gara senza acuti di sorta fino al quinto posto finale. In una gara dallo svolgimento regolare poteva arrivare terzo, ma visto lo stato di forma della propria vettura (nella mani di Hamilton) ci si sarebbe aspettato di piu'. Emblematico il “sorpasso” subito da Hamilton: a Woking non hanno problemi di gerarchie. Ad ogni modo ricordiamo che lo scorso anno si e' svegliato a meta' stagione, chissa'… (pure lui) Incolore.

Nick Heidfeld: 7 – Per la seconda volta consecutiva e' baciato dalla fortuna. Si qualifica male, parte con un carico di benzina degno di una portaerei, e questo gli permette di poter giocare con la strategia e di non fermarsi ai box all'ingresso della safety car. Sale dunque in seconda posizione, e a serbatoi scarichi accumula vantaggio sugli inseguitori, riuscendo a rientrare in pista dopo la sua unica sosta al quarto posto. E nel finale avvicina pure Massa, senza pero' riuscire ad attaccarlo. In condizioni normali non sarebbe mai arrivato a ridosso del podio, ma per una volta deve ringraziare gli strateghi di Hinwil. E soprattutto la capacita' del suo serbatoio. Dicevamo fortunato, ma essendo la seconda occasione consecutiva forse non e' solo buona sorte… Scaltro.

Robert Kubica: 6 – Viene ancora una volta battuto dal compagno di squadra, e anche questa volta in circostanze del tutto particolari. Parte bene, nella prima fase di gara tiene il passo della Ferrari, poi la safety car lo spedisce indietro e da quel punto lamenta un calo di prestazioni dovuto forse a problemi di gomme. Viene superato da Kovalainen e Raikkonen e conclude settimo. Muove la classifica, certo, ma poco piu'. A Hockenheim la BMW non valeva un posto sul podio, ma nemmeno lo sviluppo della gara ha giocato a favore di Robert. Che vede allontanarsi sempre di piu' la vetta della classifica, anche se immaginiamo che non si sia mai fatto troppe illusioni in merito al Mondiale. Sfortunato.

Jarno Trulli: 5,5 – Aveva illuso in qualifica, sfoderando l'ennesimo giro della morte e issando la Toyota nelle posizioni nobili della classifica. Aveva continuato a illudere in gara, dove nella prima parte teneva dietro con autorita' Raikkonen e veleggiava tranquillamente in zona punti. Con la safety car, pero', si scioglie, si fa passare da Kimi, finisce in testacoda da solo e viene sopravanzato da Vettel terminando al nono posto. Dopo l'incidente di Glock viene richiamato ai box per un controllo alla sospensione, che risulta ok, ma e' comprensibile che non corra sereno. Tuttavia, come avevamo detto gia' in passato, il destino dei grandi…. Condannato.

Timo Glock: 6 – Sufficienza d'ufficio dopo il gran botto dato in gara, per colpe non sue. All'uscita dell'ultima curva la sospensione posteriore destra (peraltro nemmeno in appoggio) collassa spedendolo a muro con violenza. L'urto e' violentissimo, e meno male che avviene con il posteriore, la parte piu' robusta della vettura. Fino a quel momento era risalito bene fino all'ottava posizione. Il suo incidente scombina i piani di molti piloti, ma e' chiaro che potendo scegliere avrebbe fatto ampiamente a meno di ravvivare la gara in questo modo. Dalla Toyota fanno comunque sapere che in Ungheria ci sara'. In bocca al lupo!

Mark Webber: 5,5 – Le premesse erano quelle della canonica gara alla Webber, tutta ritmo e sostanza e (di solito) premiata con un arrivo in zona punti. Gia' dalla partenza si capisce pero' che non sara' cosi'. Lo spilungone australiano si avvia infatti male, si piazza alle spalle di Vettel e non riesce a costruire la classica, solida prestazione. Un detrito che colpisce il radiatore mette ko la vettura e lo costringe al ritiro. Peccato fino a un certo punto, visto come si era messa la gara. Opaco.

David Coulthard: 5 – Il momento piu' basso del GP lo vede (chissa' come mai…) protagonista. Stiamo parlando della collisione nelle retrovie con Barrichello, incidente tanto insensato quanto inutile. Soprattutto se si considera il quantitativo abnorme di gare disputate dai due piloti in oggetto. Ma tant'e'… Scene da “La guerra dei Nonni” a parte, la sua gara e' compromessa da un pessimo start. Compie le dodici fatiche di Ercole per passare Button, riuscendoci appunto dopo tredici giri. Poi piu' il nulla, fino a quando non decide di dar vita all'autoscontro con Rubens. Inutile e pleonastico ricercare responsabilita' nell'incidente. Dopo l'addio amaro al pubblico di casa, un altro saluto non esattamente finito in gloria a un'altra platea prestigiosa. Triste.

Nico Rosberg: 5,5 – Un'altra vittima della safety car, un altro che in gara non mantiene le promesse fatte dopo la qualifica. Certo, con la Williams odierna e' difficile inventarsi qualcosa, e se perdi posizioni prima in partenza e poi per via della neutralizzazione diventa quantomeno proibitivo cercare di risalire la china. Pero', perche' c'e' sempre un pero', da uno dei pezzi da novanta del mercato piloti forse sarebbe lecito aspettarsi un qualcosina di piu'. Chissa'. Plafonato.

Kazuki Nakajima: 5 – Prestazione non esaltante. Come sempre in questi casi e' difficile capire il confine tra limiti della vettura e del pilota, ma l'impressione e' che il giapponesino non sia esattamente in giornata di grazia. Si lamenta del traffico nella prima parte di gara (partire sedicesimo non aiuta…). Poi si lamenta della safety car, rimasta troppo poco in pista. Poi si lamenta di un detrito che rovina la guidabilita' della vettura. Finisce quattordicesimo. Di questo non si lamenta. Almeno non esplicitamente… Lamentoso.

Fernando Alonso: 4,5 – Il peggiore, sia in pista che nelle dichiarazioni. Chiude undicesimo, dopo una gara nervosa, costellata di errori e duelli dispersivi. Si fa fregare da Raikkonen nel tentativo di passare Trulli, si gira nell'ultima fase di gara e, nel computo dei giri piu' veloci, e' piu' lento di Piquet. Non ci siamo. Non e' cosi' che puo' sperare in un top team per il 2009. Prima della gara aveva detto «Per il quarto posto nel costruttori abbiamo bisogno anche dei punti di Piquet, ma partendo 17° non credo ci sara' utile». Dopo la gara ha tenuto a precisare che il podio del compagno di squadra e' stato solo frutto di circostanze fortunate. Magari e' pure vero, pero' da un bicampione del mondo ti aspetti un comportamento diverso. Piu' da vero uomo-squadra che da suocera invidiosa. Negativo.

Nelson Piquet jr: 8 – Al di la' di tutto, il voto e' forse un po' esagerato. L'ingresso della safety car il giro successivo a quello della tua sosta con le regole attuali equivale a fare sei al superenalotto, quattordici al totocalcio e azzeccare una cinquina al lotto. Contemporaneamente. E senza giocare nessuna delle tre schedine. Pero' e' anche vero che lui e' bravo a girare all'inizio con una vettura pesante senza fare errori, e' veloce (il suo gpv e' migliore rispetto a quello di Alonso) e freddo quando non si fa prendere dall'emozione nel trovarsi al top della classifica. E' vero che stende un tappeto rosso ad Hamilton quando questo lo raggiunge, ma tiene dietro Massa che, seppure in crisi di freni, guida pur sempre una Ferrari. Raccoglie otto punti pesantissimi, che danno ossigeno alla squadra e puntellano il suo sedile. L'incoraggiamento e' dunque d'obbligo, cosi' come la manica semilarga. Pentafoglio.

Jenson Button: 5,5 – Poco o nulla da raccontare. Dell'epico duello rusticano con Coulthard abbiamo gia' parlato sopra. Del patetico stato di forma della Honda (sull'asciutto) abbiamo abbondantemente disquisito in passato. Sulla sua vera o presunta abulia ci siamo interrogati piu' volte. Perché dunque spendere ulteriormente inchiostro virtuale su un diciassettesimo e ultimo posto? Forse perché l'inglese aveva artigliato un quattordicesimo posto in griglia che faceva relativamente ben sperare? Forse. Fatto sta che alla fine il risultato e' mestamente simile alle ultime, desolanti apparizioni. Inutile a questo punto infierire sul pilota. Anzi, mezzo punto in piu' per la qualifica. Insignificante.

Rubens Barrichello: 5 – Coprotagonista del film “La guerra dei Nonni”, che vede nel cast il sempreverde mascellone scozzese David Coulthard, si segnala per l'incidente con quest'ultimo quando la sua gara (e quella di David) non aveva piu' nulla da dare all'umanita'. Mostra versatilita' nel passare da ruoli d'azione a parti brillanti quando dopo le qualifiche regala la piu' bella battuta del weekend tedesco: «cosa mi auguro per la gara? speriamo nevichi!». Geniale. In questa sbornia Hollywoodiana, pero', la sua gara come si colloca? La nota statistica piu' rilevante e' il ritiro a seguito del contatto con la vedette scozzese, che invece riesce a proseguire. Emblematico.

Sebastian Vettel: 8 – Trulli, Rosberg, Alonso, Bourdais, Coulthard, Nakajima, Sutil, Fisichella, Button. E' l'elenco dei piloti che a fine gara gli arrivano dietro. Finire a punti con una Toro Rosso in un GP portato a termine da 17 piloti equivale a classe pura e sopraffina. Correva in casa: un vantaggio ma anche un onere mica da ridere. Tiene dietro Webber a inizio gara, gira su tempi veloci e costanti e, alla fine, mette una pressione infernale a un mastino come Trulli inducendolo all'errore. E non e' nemmeno aiutato dalla safety car. E' il piu' giovane sullo schieramento, ma non sembra proprio. Standing Ovation.

Sebastien Bourdais: 5,5 – Deve abituarsi al fatto che la Star della casa non e' lui. Ancora una volta subisce sia in prova che in gara il compagno di squadra. Nelle fasi iniziali tiene dietro Heidfeld, che pero' piu' che una F1 guida una cisterna di carburante. Perde tempo ai box per via della safety car, dovendosi accodare a Vettel come un comune mortale alla pompa di benzina. Certo che se fosse stato davanti… Dice comunque di essere soddisfatto del ritmo tenuto, ma chiude dodicesimo, quattro posizioni dietro a Vettel. Sconsolante.

Giancarlo Fisichella: 6 – Chiuderebbe quattordicesimo, tenendosi dietro oltre al compagno di squadra anche una Honda e una Williams. Risultato niente male, davvero. Senonché viene penalizzato di 25 secondi per un'irregolarita' nello sdoppiaggio in regime di safety car. Conoscendo l'astrusita' di certe regole sportive della FIA gli concediamo tutte le attenuanti del caso, e con esse la sufficienza. Anche perché, diciamocelo, non basta ingaggiare Balbir Singh per trasformare la Force India in una Ferrari, Colin Kolles in Jean Todt, Vijay Mallya in Luca di Montezemolo o Mike Gascoyne in Rory Byrne. Nemmeno Giancarlo in Michael Schumacher, se e' per questo, ma francamente ci pare il minore dei mali. Coraggio!

Adrian Sutil: 5,5 – «Nell'ultimo stint qualcosa non ha funzionato sulla macchina». A parte il fatto che non ci e' parso molto diverso rispetto agli altri (ma possiamo sempre sbagliarci, per carita') non ci sembra la madre di tutte le spiegazioni, specie per una gara come la sua. Ad ogni modo chiude penultimo, tenendosi dietro addirittura una Honda. Sfida tra Titani, insomma. O forse tra Titanic, visti i valori tecnici in campo. Ad ogni modo, anche queste son soddisfazioni. Modesto.

Manuel Codignoni
www.f1grandprix.it

Motorionline.com è stato selezionato dal nuovo servizio di Google News,
se vuoi essere sempre aggiornato sulle nostre notizie
Seguici qui
Leggi altri articoli in News F1

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Articoli correlati