Nasr ammette che il suo sedile è a rischio
"Insolito che a fine anno ci siano tanti posti vacanti"
Passato Natale, di solito i team di Formula 1 hanno concluso già da tempo le trattative con i piloti e i contratti per la stagione successiva sono in cassaforte da mesi, fatta eccezione con i soli piccoli team sempre alla ricerca di paganti e sponsor. Quest’anno, però, la situazione è decisamente anomala, con il ritiro di Nico Rosberg che ha scombussolato un mercato piloti che pareva già assestato. Con alcuni driver che da questo scenario rischiano comunque di non trovare un sedile.
Tra loro c’è il brasiliano della Sauber, Felipe Nasr, che osserva: “È molto insolito in Formula 1 che ci siano così tanti posti vacanti alla fine dell’anno“. Il giovane Felipe, autore di un piazzamento a punti nella gara di casa che ha permesso alla sua squadra di risparmiarsi molti problemi economici, si trova in una situazione che, paradossalmente, potrebbe fargli pagare la posizione in classifica che ha fatto guadagnare alla Sauber.
Nasr, inoltre, nell’anno venturo si troverà senza il suo principale sponsor, il Banco Do Brasil, che ha deciso di lasciare la scuderia elvetica. Senza questo importante sostegno economico il brasiliano potrà offrire alla squadra fondata da Peter Sauber esclusivamente il proprio talento. Che è innegabile, ma che rischia di non essere sufficiente. I pretendenti al suo sedile sono infatti numerosi, da Esteban Gutierrez a Pascal Wehrlein, fino all’ultimo arrivato Antonio Giovinazzi, che conterebbe sull’appoggio del Cavallino Rampante.
“Voglio essere sulla griglia di partenza e sto lavorando in questa direzione” assicura Nasr, che è preoccupato anche da una possibile assenza di piloti brasiliani dal Circus nel 2017 (non è ancora chiaro se Felipe Massa resterà o no alla Williams nel caso in cui Valtteri Bottas dovesse passare in Mercedes). Una F1 senza brasiliani? “Penso che sarebbe un male per lo sport” ha spiegato Nasr al Globo. “Il Brasile ha tanta storia in Formula 1, non credo che succederà, ma c’è sempre il rischio”.
Lorenzo Lucidi
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