L'Ing. Gabriele Tredozi spiega il tracciato di Silverstone

L'Ing. Gabriele Tredozi spiega il tracciato di Silverstone

Archiviato Magny Cours il paddock della Formula 1 e' pronto a trasferirsi sul circuito in cui e' nato il Mondiale, il tracciato che ha fatto e fa tutt’ora la storia dell’automobilismo: Silverstone

L’appuntamento francese ci ha consegnato una Ferrari ancora piu' forte che e' tornata al comando della classifica pilota grazie alla vittoria del suo pilota Felipe Massa davanti a Kimi Raikkonen e allo scozzese della Red Bull David Coulthard.

Come di consueto andiamo a conoscere tutti i segreti della pista inglese grazie all’esperienza dell’Ing. Gabriele Tredozi: “Silverstone è un tracciato completo, a livello di Barcellona, che richiede un carico aerodinamico medio – basso. Proprio per le sue caratteristiche di pista veloce l’efficienza è molto importante, così come una giusta ripartizione dei pesi, il baricentro basso e la una monoposto molto rigida. E’ un tracciato in cui le qualità della vettura risaltano in particolar modo e in cui i freni non sono sollecitati.

La maggior parte delle curve è veloce e per questo è fondamentale avere una vettura stabile senza sovrasterzo: il complesso “Becketts” e la “Bridge” sono curvoni molto veloci e quindi molto importati per segnare un buon riscontro cronometrico. Caratteristica altrettanto importante è la trazione, soprattutto nella parta finale del tracciato: bisogna uscire bene per avere una buona accelerazione.

Le gomme sono molto sollecitate, in particolar modo quelle di sinistra in quanto la maggior parte delle curve veloci si trovano a destra. Proprio per questo aspetto la tattica di una sola sosta non è consigliabile e la maggior parte dei team opterà per i due stop, nonostante la corsia box sia relativamente lunga.

I punti in cui si potranno vedere dei sorpassi sono fondamentalmente due: alla prima curva, la Copse, anche se non è certamente facile in quanto c’è il rischio di perdere carico, e alla “Stowe”, la variante a destra dopo le “Maggotts-Becketts-Chapel” da percorrere in quarta marcia a 199 km/h. Dal punto di vista fisico del pilota Silverstone è molto dura, infatti il collo è sottoposto ad alti “G laterali”: alla prima variante e alla Bechetts si arriva anche a 5G.

Proprio per queste caratteristiche la messa a punto non è certamente facile ed è molto importante ottimizzare al meglio la macchina: questo da un maggior margine di miglioramento.

Minardi.it

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