Le pagelle del Gp del Bahrain

Le pagelle del Gp del Bahrain

I Wallpaper del GP Bahrain
Le foto del GP Bahrain
Da questa gara tornano le pagelle di F1grandprix.it, che vi accompagneranno per tutta la stagione 2008. Le nostre pagelle non vogliono essere un modo per ridurre semplicisticamente ad un numero la prestazione di un pilota, ma l'occasione per analizzare con la giusta attenzione, pacatezza, e perché no ironia, il comportamento complessivo di ogni driver, sia che esso lotti per il titolo o che sgomiti a centrogruppo. Buona lettura!

Kimi Raikkonen: 7 – Weekend strano per il campione del mondo. Soffre il compagno di squadra durante le prove e nella prima parte di gara, una volta in scia a Massa, gira su tempi incostanti, permettendo al brasiliano di costruire il vantaggio. Concreto e deciso nelle primissime fasi (chiedere a Kovalainen e a Kubica), le prova tutte ma non riesce a ripetere quanto fatto a Melbourne (leggi sorpasso ai box). Perde tempo con qualche doppiato ma con onesta' evita di accampare scuse, conscio del fatto che difficilmente avrebbe potuto avvicinare Felipe. Alla fine si dice soddisfatto del secondo posto e del primato nel mondiale. Se sta bene a lui, figuriamoci a noi. Pacato.

Felipe Massa: 9 – Reagisce nel migliore dei modi alle tantissime critiche piovutegli addosso dopo le prime due gare. Nettamente il piu' veloce per tutto il weekend, manca la pole per un errorino nel suo giro veloce ma si rifa' ampiamente con una partenza perfetta. Conduce con autorita' dall'inizio alla fine, e dopo la gara spiega che non ha nemmeno avuto bisogno di tirar fuori il massimo dalla sua vettura, il cui equilibrio era perfetto. Ha un gran feeling con questa pista, a differenza del proprio compagno di squadra. Nelle prossime gare dovra' confermare la consistenza messa in mostra oggi. Rigenerato (?).

Lewis Hamilton: 4 – Il peggior weekend da quando corre in F1. E la colpa, stavolta, e' solamente sua. Sin da venerdi' capisce che su questa pista contro la Ferrari non c'e' trippa per gatti e questo lo innervosisce oltremodo. Sbatte duro venerdi', si difende sabato, sprofonda in gara. Sbaglia al via, tampona Alonso (e scusate se e' poco) nel tentativo di forzare i tempi del recupero rovinando irreparabilmente la propria gara. Non ci sono piaciuti i suoi gesti verso Sato e Fisichella nel vano tentativo di tornare in zona punti. C'e' chi dice che inizi a soffrire la pressione di Kovalainen, certo e' che con i compagni di squadra bisogna anche saper convivere…. necessario un bagno d'umilta'. Bastonato.

Heikki Kovalainen: 7 – Massimizza il potenziale di una McLaren che in Bahrain non valeva né la Ferrari né la BMW. Supera Raikkonen al via, ma viene poi sopravanzato dal connazionale e da Heidfeld. Il biondo di Rovaniemi corre quasi sempre da solo fino al quinto posto finale, senza compiere errori e basando la sua gara sui tempi dell'unico avversario in grado di impensierirlo, ovvero Trulli. Mezzo voto in piu' per il giro veloce fatto segnare a fine gara – quando era l'unico a spingere ancora con la pista piu' gommata – che dimostra la sua determinazione. Forse non e' un campione, ma parlando in termini finanziari e' quello che si suol definire un investimento sicuro. Concreto.

Nick Heidfeld: 7 – Con il passare degli anni Quick Nick diventa sempre piu' Wise Nick, Nick il saggio. Esemplare la gara di oggi, nella quale riesce a rimediare a una qualifica cosi' cosi' con tanta concretezza e la giusta dose di aggressivita'. Capisce quando e' il momento di attaccare Trulli prima e Kovalainen poi e li passa con autorita'. Poi, quando il piu' e' fatto, si “limita” a guidare senza errori nella scia del compagno di squadra. La seconda sosta ritardata rispetto al gruppo lo proietta anche in testa per alcuni giri. Con il quarto posto finale riesce comunque a raddrizzare un weekend nel quale ha subito molto il compagno di squadra, denotando una grande forza psicologica. Solido

Robert Kubica: 8 – Regala la prima pole alla BMW, senza nemmeno girare con pochissima benzina. Prima della gara, con molta onesta', dichiara pero' che tenere dietro le Ferrari e' impresa ardua e che l'obiettivo e' star davanti alle McLaren. Bersaglio centrato in pieno, nonostante una partenza cosi' cosi' nella quale lascia passare Massa pur partendo dal lato piu' gommato della pista. Si fa superare da Raikkonen ma riesce a tenerne il ritmo fino al primo stop. Al secondo podio consecutivo, ora e' un po' piu' che una certezza. Profetico.

Jarno Trulli: 7,5 – Tenace come al solito e, ma nemmeno questa e' una novita', piu' veloce di quanto non consentirebbe una comunque rivitalizzata Toyota. Dopo l'oramai proverbiale ottima qualifica resiste bene nelle prime fasi di gara agli attacchi di Rosberg e, quindi, fa sentire il suo fiato sul collo (pardon, sugli scarichi) di Kovalainen, recuperando molto nel secondo stint ed arrivando a meno di due secondi dal finlandese. La sua Toyota quest'anno non si rompe ed e' veloce, ma anche oggi lui ci mette molto del suo (chiedere a Sutil per conferma). Nel finale, a risultato acquisito, rallenta per preservare la meccanica. Mastino.

Timo Glock: 6 – Corre in maniera dispersiva sprecando tempo ed energie in duelli sterili. Complessivamente meno efficace di Trulli, si arrampica fino ai margini della zona punti ma non riesce a togliere lo zero dal suo punteggio in campionato. Paga un malfunzionamento del cambio, ma riesce a tenere dietro un bicampione del mondo come Alonso, che guida una Renault ma che visto negli specchietti incute sempre un certo timore. Conclude 9°. Coraggio!

Mark Webber: 6,5 – Lo spilungone australiano conclude al settimo posto raccogliendo altri due punti, che fanno sempre morale ma che non segnano certo un punto di svolta nella stagione del team di Mateschitz. Mai oltre i limiti, e' abile a tenersi fuori dai guai nella prima curva, a differenza del proprio compagno di squadra (c'entra anche la posizione in qualifica, certo…). Non riesce ad impensierire Trulli, ma e' in grado di sopravanzare Rosberg al pit-stop guadagnando una posizione. Continua a raccogliere punti, denotando costanza. Sarebbe forse lecito attendersi un qualcosa in piu' da lui, ma oggi non era la giornata adatta. Plafonato.

David Coulthard: 5 – Incroci David e vedi un distinto signore brizzolato. Osservi la carta d'identita' e leggi: nato nel 1971, in F1 dal 1994. Verrebbe da pensare che a 37 primavere, dopo 14 anni nella massima formula, un certo fiuto nell'evitare i guai possa essere stato acquisito. E invece assisti al GP in Bahrain e ti accorgi che, nel giro di 19 giri, il buon David e' coinvolto in ben due collisioni, una delle quali (quella allo start) lo costringe a rientrare ai box per riparare la vettura. Certo, nel contatto con Button non e' esattamente colpa sua, anzi… ma l'esperienza serve anche a saper evitare certe situazioni. E se poi guardi indietro, e vedi che anche a Melbourne la sua Red Bull era stata centrata da un'altra vettura (la Ferrari di Massa) capisci che, forse, qualcosa che non va c'e'. Per tacere della qualifica, nella quale era stato eliminato nella prima sessione. Conclude 18, penultimo, mentre il compagno di squadra raccolgie due punti. Distratto.

Nico Rosberg: 6,5 – Gara difficile, coronata da un punticino che muove la classifica e che fa morale in una giornata non molto favorevole. Nelle prime fasi di gara lotta con Trulli e da' l'impressione di poterlo superare, poi le gomme lo frenano e decide che e' inutile rischiare di finire fuori. Superato al pit-stop anche da Webber, si accontenta dell'ottavo posto massimizzando il potenziale (non eccelso) della sua Williams. Piu' passa il tempo piu' si dimostra intelligente, correndo in maniera concreta e senza disperdere energie in duelli sterili e pericolosi. Batte nettamente il compagno di squadra. Scaltro.

Kazuki Nakajima: 5 – Per tutto il weekend non riesce a trovare un buon feeling con la vettura e la sua prestazione complessiva ne risente. Sovrastato dal compagno di squadra, ci mette una vita a trovare un ritmo di gara decente, disagio amplificato dalla posizione arretrata di partenza. Sta comunque facendo esperienza e porta al traguardo la macchina senza far danni, anche se al 14° posto. Ha l'appoggio della Toyota e questo gli permette di imparare con una certa serenita'. Rimandato.

Fernando Alonso: 6,5 – Dopo una qualifica al di la' di ogni aspettativa, con l'accesso al Q3, in gara si verifica quello che era emerso nelle prove, ovvero l'usura eccessiva delle gomme posteriori. Fernando ci prova lo stesso, si sbatte, lotta, ma con questa Renault c'e' poco da fare. Tamponato da Hamilton nelle primissime fasi di gara (evidentemente gli strascichi di certe convivenze sono duri a morire…) si trova a dover correre con una macchina danneggiata al posteriore e quindi ulteriormente rallentata. Nel finale non riesce a superare la Toyota di Glock e deve accontentarsi del decimo posto. L'imnmagine del suo cameracar, con i gesti di rabbia per non riuscire ad avvicinarsi al tedesco della Toyota, sono piu' eloquenti di molte parole. Impotente.

Nelson Piquet jr: 6 – La nuova Renault non e' esattamente la vettura piu' indicata per fare esperienza di lotta a centrogruppo. Specie se sei in Bahrain, pista che la monoposto francese proprio non digerisce. Se poi ci mettiamo anche i problemi al cambio che, sin dal giro di ricognizione, hanno reso ancor piu' in salita la gara di Nelsinho, si capisce come la sufficienza sia strameritata, al di la' della prestazione in sé. E' costretto al ritiro per manifesta ingestibilita' del cambio. Tartassato.

Jenson Button: 4,5 – Vale lo stesso discorso fatto per Coulthard. Certo, e' piu' giovane e corre in F1 'solo' dal 2000… ma resta il fatto che pure lui in 19 giri e' andato a sbattere due volte. Finisce ai box al primo giro per sostituire l'alettone anteriore e poi urta lo scozzese della Red Bull al 19° giro. Se ci spiegasse in maniera convincente dove sperava di mettere il muso della sua Honda nel tentativo di passare Coulthard potremmo addirittura dargli la sufficienza… ma piu' per la faccia tosta che per la prestazione, sia chiaro. Dopo il secondo contatto e' costretto al ritiro. Maldestro.

Rubens Barrichello: 6 – Per una volta non rimedia penalita' nelle soste ai box, e questa gia' di per sé e' una notizia. Si incolla prima agli scarichi di Fisichella, poi nel finale a quelli di Alonso, senza riuscire pero' a compiere nemmeno un sorpasso. Spiega che la vettura si comportava bene ma che mancava della necessaria velocita' di punta per tentare sorpassi. Nonostante la sua fama di “lamentoso” scegliamo di credergli e di dargli la sufficienza, visto com'e' andata a Button… Conclude all'11° posto una gara tutto sommato incolore ma priva di errori. Il potenziale della Honda oggi e' questo. Prudente.

Sebastian Vettel: ng – Battuto in prova dal compagno di squadra, si ritira al primo giro per la rottura della sospensione dopo essere stato travolto da un'altra vettura. Peccato, perché lo spunto al via era stato buono. Ingiudicabile.

Sebastien Bourdais: 5,5 – Com'e' lontana l'America… Parte quindicesimo e arriva quindicesimo, in una gara senza acuti di sorta. Considerati i ritiri, l'impressione e' che il francese non sia ancora giunto ad un livello eccezionale di adattamento a queste vetture. Sul giro singolo riesce ad essere efficace, ma nell'arco della gara le sue prestazioni tendono ad essere altalenanti. Soffre di problemi ai freni, ma riesce comunque a portare al traguardo la macchina senza far danni. Opaco.

Giancarlo Fisichella: 6,5 – Il romano sfodera un'altra prestazione tutta cuore e sostanza, sfiorando l'accesso al Q2 in qualifica e arrampicandosi fino al 12° posto finale in gara. Parte benissimo recuperando diverse posizioni, resiste finché puo' agli attacchi di Hamilton (il quale gli riserva ingenerosamente un gestaccio al momento del sorpasso) ma riesce a tener dietro per molti giri Barrichello. E' bravo a guidare al limite per quasi tutta la gara senza commettere errori. Correre in un piccolo team, in un ambiente che lo coccola e che non gli fa sentire pressione, lo ha rigenerato. Decisamente piu' efficace del piu' giovane compagno di squadra. Bravo

Adrian Sutil: 5 – La notizia positiva e' che riesce a portare a termine la prima gara della stagione. Tutto il resto pero' e' ben poco lusinghiero, a partire da uno start nel quale ci rimette il musetto e che compromette la sua gara. Riparte dai box ultimo e, in questa posizione, trotterella fino al traguardo, stando attento a non creare problemi nei doppiaggi. Sovrastato da Fisico, il pilota-pianista soffre psicologicamente questa situazione e non corre sereno. Mesto.

Takuma Sato: 5 – La Super Aguri e' quella che e', ma lui ci mette del suo per complicarsi ulteriormente le cose. Al via, per sua stessa ammissione, si tocca con “diverse vetture”, danneggiando l'aerodinamica. Da li' in poi corre di conserva (ah… Poltronieri…) con il compagno di squadra facendosi vedere soprattutto in occasione dei doppiaggi, un paio dei quali al limite dell'avventuroso. Perde ai box una posizione nei confronti di Davidson, ma quando si lotta per la 16° e 17° posizione e' piu' che altro una guerra tra poveri. Nebuloso.

Anthony Davidson: 5 – Giudizio (e voto) simile a quello del compagno di squadra, con il quale condivide la vettura (lenta), la gara (deludente) e il futuro (incerto). Riesce comunque a sopravanzarlo al traguardo, concludendo al 16° posto e mettendosi dietro oltre a Takuma anche Coulthard e Sutil. E, di questi tempi, non crediamo sia poco. Ottimista.

Manuel Codignoni
www.f1grandprix.it

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