Il Gran Premio d’Argentina 1953

Il Gran Premio d’Argentina 1953

Sono ormai passati ben 60 anni da questa entusiasmante gara eppure il suo ricordo è ancora vivo nel cuore degli appassionati. Il Gran Premio d’Argentina del 1953 fu la prima gara della stagione del campionato di Formula 1 e venne disputato il 18 Gennaio. L’anno precedente aveva dominato l’italiano Alberto Ascari.

Cerchiamo di ricostruire questa giornata a partire dalle novità che si presentarono: innanzitutto la Ferrari che nella stagione scorsa non aveva avuto rivali in grado di competere con le sue monoposto decise di rafforzare il suo team piloti siglando un accordo con un giovane inglese, Mike Hawthorn. Questa scelta fu obbligata in quanto la Maserati aveva riportato alla guida delle sue monoposto Juan Manuel Fangio, il quale era stato assente dal mondo delle corse per un periodo di ben 7 mesi a causa di un brutto incidente avvenuto sul circuito di Monza; con il ritorno del pilota le motivazioni della scuderia del tridente crebbero e si cercò di sviluppare un’auto in grado di competere con quella del cavallino rampante, così si creò una forte tensione ancor prima che il campionato potesse cominciare.

Con ben sei argentini tra le fila dei sedici partenti al GP, inclusi Fangio e José Froilan Gonzalez entrambi su Maserati, il numero degli spettatori crebbe esponenzialmente, favorito anche dall’iniziativa del presidente Peron di non far pagare l’entrata al circuito, tanto che le reti di sicurezza furono infrante da questa folla che si accampò lungo tutto il tracciato senza la minima paura di essere travolta dalle automobili in corsa: alla fine si contarono ben 400.000 persone all’interno dell’autodromo di Buenos Aires. Resosi inutili tutti i tentativi di placare i presenti si decise di dare il via alla competizione, cosa che non fu gradita ai piloti i quali tentarono di allontanare la folla dal perimetro del percorso gesticolando durante il loro passaggio, ottenendo però risultati inefficaci. Al 32° giro si verificò quello che tutti i piloti e gli organizzatori avevano previsto: qualcuno tentò di attraversare il circuito mentre sopraggiungeva la Ferrari di Nino Farina; l’italiano tentò di scansare all’ultimo la figura presentatasi davanti ai suoi occhi e finì rovinosamente sugli spettatori con un drammatico bilancio di 10 morti e oltre trenta feriti, mentre il pilota se la cavò con qualche ferita agli arti inferiori. Un altro episodio spiacevole fu quello di Alan Brown che a bordo di una Cooper-Bristol colpì un ragazzino. La corsa tuttavia riprese.

Al termine della gara, dopo ben 3 ore, a dominare fu come previsto Alberto Ascari, il quale partito dalla pole position non perse mai il primato e ciò fu dovuto anche al fatto che montava un 2.5 litri sotto il cofano della sua Ferrari. Secondo fu il suo compagno di squadra Luigi Villoresi con oltre un giro di distacco. Sul gradino più basso del podio giunse Gonzales che ricevette un lungo applauso dalla folla locale anche per il fatto di aver portato così in alto il ben più piccolo 2 litri di casa Maserati, mentre il molto atteso Fangio fu costretto al ritiro a causa di alcuni problemi alla trasmissione. Al quarto posto si piazzò il giovane Hawthorn, il che gli garantirà una certa fama ed un brillante futuro nella scuderia del cavallino.

 

Andrea Villa

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