Vettel: quanto di suo nei successi Red Bull?

Vettel: quanto di suo nei successi Red Bull?

La superiorità della Red Bull RB7, quest’anno, è pressochè indiscutibile. Ben più rispetto all’anno passato, quando diversi problemi tecnici diedero noie ad un Vettel che, comunque, è riuscito a portare a casa il Mondiale. Anche se con fatica e all’ultima gara.

Il vantaggio in classifica di Sebastian è ormai sicuro da qualsiasi tipo di avvicinamento, e questa stagione pare viaggiare sulla falsa riga delle 2002/2004, dominate dalla Ferrari con Michael Schumacher.

Solo Fortuna?
L’aspetto sul quale vogliamo soffermarci è, però, un altro.
Il continuo parlare della superiorità del mezzo tecnico (la RB7) da tempo finisce per ‘opacizzare’ le prestazioni dello stesso Vettel. Nel senso che le Pole e le Vittorie di un comunque quasi bi-campione, vengono sminuite sistematicamente con la giustificazione di una vettura talmente superiore da rendergli la vita molto ‘easy’.

L’apice di questa grande ‘ombra’ è stato toccato nel post gara di Monza, quando anche il sorpasso di Sebastian su Fernando Alonso all’esterno della curva grande, condito da una piccola escursione sull’erba, è stato frettolosamente liquidato come una manovra da ‘console’. Semplice, programmata, senza alcun rischio.

Partendo dal presupposto, al quale non siamo spesso portati a dare il giusto peso, che un sorpasso non è mai facile a certe velocità, l’impressione è che forse l’eccessiva considerazione della vettura (o forse andrebbe chiamata invidia?) releghi il pilota (in questo caso Vettel) al ruolo di passeggero.

Ed è proprio l’immagine di Sebastian a rimetterci. Perchè diventa automaticamente un ‘sopravvalutato’, uno che con qualsiasi altra monoposto non farebbe niente di che. Insomma, il solito fortunato al posto giusto nel momento giusto.

Se vogliamo, sotto questo aspetto, possiamo fare un paragone con Jenson Button. Nel 2009 in molti si affrettarono a dire che il suo Titolo era immeritato e fortunato, e a scommettere che sarebbe uscito con le ossa rotte dal confronto con l’arrembante Lewis Hamilton. Invece la storia degli ultimi due Mondiali ci ha mostrato una realtà diversa, con un Jenson molto, molto concreto e in miglioramento. Tanto da essere attualmente, e per molti inaspettatamente, davanti al suo compagno in classifica generale.

Quanto di suo?
Tornando a Vettel, allora: qual è il vero valore della Red Bull? Quanto c’è di Sebastian e quanto della vettura in queste prestazioni?

Intendiamoci, l’abbiamo già detto all’inizio: la Red Bull è la migliore vettura del lotto, su questo nessun dubbio a riguardo. Ma lo è, classifica alla mano, nelle mani (e nei piedi..) di Sebastian. Perchè la stessa monoposto viene portata in pista anche da Mark Webber, quarto in classifica a parimerito con Jenson Button, con 117 punti di distacco. Dopo Monza, ovviamente, i commenti su Mark sono facilmente prevedibili. Vale a dire che il confronto non regge perchè Webber non vale niente, ‘deve’ fare il secondo, viene sabotato e così via.

Qui, però, siamo al paradosso. Perchè chi afferma che, con questa Red Bull, tutti sarebbero in grado di vincere, ignora volutamente che di questa monoposto in pista ne vanno due e l’altra, sistematicamente, quest’anno raccoglie molti meno punti. E’ la solita storia del cane che si morde la coda. Se, per molti, tutti possono vincere con quest’auto, perchè con Webber non succede? A meno di pensare che Webber sia veramente sabotato (ma questa ipotesi non ci sfiora), o che sia talmente scarso da non poter esser preso in considerazione a livello di prestazioni, allora non è detto che proprio *tutti* potrebbero permettersi i risultati di Vettel.

Ma, su Webber, deve essere specificato quanto segue. Vale a dire che, nonostante si continui a sottolineare come questa sua stagione sia ‘sottotono’ rispetto alla scorsa, dopo 13 gare ha solamente 12 punti in meno rispetto allo stesso punto del 2010. Quindi non è cambiato molto tra il Webber acclamato da tutti come possibile vincitore dello scorso Titolo e ‘questo’.
Se infatti compariamo le classifiche del 2010 e del 2011 dopo 13 gare, troviamo 179 punti nella scorsa stagione e 167 in quella attuale. Questo è dato dal fatto che a fronte di ben quattro vittorie, nel 2010 ci sono stati anche risultati negativi. Ottavi, noni posti, che hanno compensato le vittorie. Quest’anno, Mark, segue una costanza di risultati più ‘lineare’ (due secondi posti, cinque terzi, tre quarti, due quinti) che gli permette comunque di avere un punteggio simile.

La differenza, quindi, dov’è? E’ tutta nel punteggio di Sebastian. Dopo 13 gare, nel 2010, il tedesco contava 151 punti contro i 284 attuali. Vale a dire 133 in più. Come si spiega questo divario? Innanzitutto con l’affidabilità della Red Bull che, nella scorsa stagione, ha giocato a Vettel qualche scherzo. Ripensiamo infatti al Bahrain (da primo a quarto per problemi tecnici, 13 punti lasciati per strada), all’Australia (ritiro quando era in testa, 25), a Barcellona (problemi ai freni, altri punti). Tralasciamo i fuochi d’artificio del motore in Corea, episodio successivo al periodo di riferimento. Aggiungiamo la foratura allo start di Silverstone (arrivò settimo) e gli incidenti con colpa con Webber in Turchia (era secondo) e Button in Belgio. Con due conti non raggiungiamo i 133 punti, ma i 2/3 li copriamo senza problemi.

Concludendo
In generale, è evidente che Sebastian ha migliorato le sue prestazioni, sbagliando anche meno rispetto all’anno passato. L’unico errore degno di nota del 2011, al momento, è stato quello del Nurburgring, dove comunque è giunto quarto. L’affidabilità della Red Bull fino ad ora è stata perfetta, a parte qualche piccola preoccupazione con il Kers che non ha creato, comunque, grossi disagi. Inoltre, nonostante il vantaggio rassicurante in classifica, nelle (a dir la verità poche) occasioni in cui Sebastian si è dovuto confrontare con i suoi diretti avversari, spesso e volentieri ha vinto il confronto. Mentre, l’anno scorso e nella prima metà di quest’anno, era sembrato più timoroso tanto da individuare nei sorpassi il suo tallone d’Achille. Che, con il passaggio su Alonso a Monza, pare in via di guarigione.

Ultimo fattore al quale si appella chi non è ancora convinto del tutto da Sebastian, è il volerlo vedere in lotta con una vettura globalmente ‘inferiore’, per capirne le reali potenzialità. Un primo, un quarto, tre quinti posti e 35 punti con la Toro Rosso nel 2008 evidentemente non sono sufficienti. C’è comunque tempo. Siamo solo a 24 anni e (quasi) Due titoli Mondiali.

Alessandro Secchi
F1Grandprix.it

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