Test F1 Barcellona – Mercedes detta l’andatura, ma la Ferrari ha il diritto di sognare…

La Rossa proverà in tutti i modi a rendere la vita impossibile alle frecce d'argento...

Test F1 Barcellona – Mercedes detta l’andatura, ma la Ferrari ha il diritto di sognare…

L’inverno della F1 2016 è stato breve ed intenso, con otto giorni di test ad alto tasso di concentrazione per i team, le cui ore di lavoro in pista sono sempre più ridotte.

Se nella prima tornata di prove in quel di Barcellona la Ferrari SF16-H aveva dato idea di essere nata bene, ma di essere fragile e ben lontana dalla Mercedes, nella seconda settimana di prove il Cavallino ha reagito alle incertezze, dimostrando nell’arco delle giornate di lavoro una crescita quasi esponenziale, che fa ben sperare.

Le prove per gli appassionati si risolvono in un insieme di emozioni che si mescolano con isterica alchimia; si passa dall’esaltazione allo sconforto, si fanno previsioni (fondate su dati fattuali difficilmente interpretabili) che altro non sono se non speranze e paure pronte ad essere spazzate vie quando i protagonisti cacceranno fuori i secondi, scoprendo tutte le loro carte nella (per noi) alba australiana.

MERCEDES DETTA L’ANDATURA Con 6000 km totali percorsi nei test, divisi quasi ugualmente nelle due settimane di prove, la Mercedes ha dato riprova di essere corazzata difficile da scalfire, capace di portare avanti un lavoro di ingenti proporzioni, presentando spesso novità e macinando giri su giri. La squadra anglo-tedesca non ha provato le due mescole più morbide della gamma Pirelli, eppure s’è contraddistinta per simulazioni gara dal ritmo indiavolato, dimostrando senza se e senza ma di essere ancora la squadra che fa l’andatura in Formula 1. In otto giorni di prove, poi, una sola rottura alla trasmissione, dopo aver però coperto un chilometraggio pari quasi a quello dell’intero campionato di F1. Tanta roba, con l’unica incognita dovuta alla diffidenza di Hamilton verso le nuove mescole Pirelli 2016, con il campione del mondo che avrebbe sofferto ad adattarsi alle nuove gomme, mentre Rosberg è sembrato nettamente in palla.

FERRARI IN NETTA CRESCITA Dopo i primi test avevamo lasciato una Ferrari bella ma fragile, veloce eppure “timida”. La ritroviamo nella seconda settimana del Montmelò molto più convinta, convincente e consistente. Migliorato il chilometraggio generale, con ben 501 giri di pista in quattro giorni, un centinaio in meno rispetto a Mercedes, ma molti di più rispetto ai primi test. Molto positive le simulazioni gara del Cavallino, quasi esaltanti a tratti, per i tifosi che hanno potuto apprezzare una Ferrari solida e competitiva sulla distanza. Mentre infatti i record di giornata lasciano il tempo che trovano – con le squadre che si sono ben guardate dal mostrare tutto il loro potenziale sul giro secco – più indicazioni possono essere tratte studiando il comportamento nei vari GP simulati di pomeriggio. Ebbene la SF16-H, e con Kimi e con Sebastian, ha girato quasi sempre al livello della Mercedes, con un divario oscillante al massimo sui tre, quattro, decimi. La Rossa si è dimostrata a sprazzi veloce come la Mercedes, ma è in quei decimi che le mancano che si racchiude il sogno iridato.

VETTEL LISCIO COME L’OLIO, RAIKKONEN SFIGA E RISPOSTE Per il quattro volte campione del mondo Vettel questi test sono stati un ottimo allenamento e un ottimo lavoro di preparazione al mondiale, con il tedesco che ha avuto la fortuna di non incappare quasi mai in problemi di affidabilità. Discorso diverso per Iceman, che in otto giorni ha patito problemi nell’ordine a: pescaggio benzina, radiatori, cambio e noie elettriche. A voler essere cattivi vien quasi da pensare che la Ferrari abbia “rischiato” di più con Kimi, e massimizzato invece le risorse con Vettel, diversificando così un po’ del lavoro svolto. Un Raikkonen che, quandanche avesse svolto il lavoro sporco, ha saputo ben impressionare nei long-run, risultando velocissimo nella sua prova di Gran Premio. L’importante e che la Ferrari riesca a dare ad entrambi i propri alfieri una monoposto egualmente affidabile in Australia.

SEB, FRECCIATINA A MARCHIONNE? Fare i conti con una Mercedes versione carro armato non è la cosa più semplice del mondo, più difficile ancora se sulle spalle degli uomini in rosso pendono come una spada di Damocle i reiterati proclami del presidente Marchionne. Ad alleggerire un po’ la tensione, con lo spirito ironico che lo contraddistingue, c’ha pensato Seb: “Marchionne ripete sempre che dobbiamo vincere a Melbourne? Be’ almeno è coerente ripetendolo sempre…” Dove quel coerente può essere letto anche come “insistente”. Una stoccatina di classe, anche per far comprendere all’ad di FCA il bisogno della Scuderia di respirare, e di lavorare con serenità.

LA MCLAREN…GIRA! Nei test s’è vista una McLaren capace di accumulare km e lavorare decisamente bene, quinta per numero di tornate (453) effettuate a Barcellona la seconda settimana e finalmente affidabile. Non si può essere molto entusiasti di un passo gara a dir poco blando, alto rispetto a quello delle big, ma anche di altre comprimarie. Alonso che corre sull’1.32 mentre la Mercedes gira sul ritmo del 28 alto, non è un bel vedere, ma la squadra dovrebbe avere grandi margini di miglioramento ed è indubbio che la Honda ha fatto grandi passi avanti rispetto al disastro del 2015 (si vocifera di un miglioramento di almeno 50 cv).

LE ALTRE Merita applausi la Toro Rosso, capace di percorrere tanti km e di far segnare buoni tempi. La squadra faentina ha dimostrato grande capacità e reattività nell’adattare il telaio al propulsore Ferrari, candidandosi quale sorpresa della prima parte di stagione. Probabilmente hanno nascosto un po’ di prestazione Williams (comunque veloce sul giro singolo con gomma gialla) e Red Bull, che dovrebbero seguire le prime due della classe. Regolare il lavoro della Force India, di buon apprendistato quello della Renault. Soffrono le piccole; non tanto la Sauber, più esperta, ma Haas e Manor tra problemi di gioventù, errori dei piloti e noie tecniche, hanno un bel po’ di strada da fare. La Manor rischia di essere ancora la cenerentola del gruppo, nonostante il motore Mercedes. La Haas ha un buon potenziale, ma l’impatto con l’universo complicato, selettivo e feroce della F1 non poteva essere semplice, e il team sembra averlo capito.

Antonino Rendina


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