Sutil: “La F1 non è più uno sport”
Per il tedesco ex Sauber ci sono troppi piloti paganti
Scaricato dalla Sauber per far posto a un ragazzo con valigia Adrian Sutil non fa mistero del suo disappunto e parlando ormai da ex del Circus si appella al passato puntando altresì il dito contro la cattiva organizzazione delle scuderie.
“La somma annuale che alcuni piloti sono costretti a sborsare è assurda. Non dovrebbe andare in questa maniera, ma alla fine è sempre stato così – ha affermato ad Autosport – In passato i piccoli team mettevano i sedili in vendita, ora sono in numero minore ed è la stessa cosa. A mio parere dovrebbe esserci maggior equilibrio tra chi è assunto e chi no. Ricordo quando c’erano Minardi e Arrows, qualcuno arrivava con sponsor alle spalle, però non era una priorità. Sarebbe bello tornare a quel periodo. Forse la F1 riprenderebbe ad essere uno sport. Ad oggi infatti è difficile darle un’etichetta”.
A proposito invece delle critiche del paddock sulla distribuzione delle risorse da parte della CVC e di Bernie Ecclestone il tedesco ha detto: “Innanzitutto le squadre dovrebbero imparare a gestirsi meglio, tuttavia ravviso degli errori all’interno del sistema che rendono il gruppo squilibrato tra chi trae profitto e chi fatica a sopravvivere”.
Chiara Rainis
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