Sebastian Vettel: il BiCampione più giovane e sottovalutato della F1

Sebastian Vettel: il BiCampione più giovane e sottovalutato della F1

Sebastian Vettel ha conquistato, a Suzuka, il suo secondo Titolo Mondiale consecutivo. Fin qui, niente di nuovo. Tutto come previsto. Bastava infatti un solo punto per portare a casa il Mondiale, ma Sebastian ha comunque provato a vincere anche questa volta non risparmiandosi, senza riuscirci (onore all’immensa gara di Button) nonostante una Pole di assoluto livello.

Vettel è il BiCampione più giovane della storia. 24 anni, un ragazzino. In fasce, se lo paragoniamo al signor Michael Schumacher, quasi 43 primavere di cui 7 con il numero 1 sul musetto.

Eppure lunghe ombre si alzano sulle sue vittorie, considerate esclusivamente una logica conseguenza del dominio tecnico della Red Bull di Adrian Newey.

Si sa. Quando si comincia a vincere ripetutamente, si diventa antipatici. Questo è quello che sta succedendo ora a Vettel. Ci sono passati in molti, tra quelli che hanno ammazzato Campionati. Senna, Schumacher, Hakkinen, Schumi ancora, Alonso.

Quello che però sconcerta è la (voluta?) mancanza totale di memoria a breve termine riguardo il tedesco.

Analizziamo alcuni fattori.

La supremazia Red Bull
La Red Bull è stata la vettura migliore del lotto. Lo è da due anni (e nel 2009 era un’ottima vettura, la migliore dopo la Brawn), con una differenza. Nel 2010 rompeva, e spesso. E a farne le spese è stato soprattutto il tedesco. Andare a rivedere Bahrain,Australia,Spagna,Corea. Cosa che ha permesso a Webber di comandare la classifica fino a Yeongam. Nel 2011 l’affidabilità è stata pressochè perfetta con qualche dubbio solo sul Kers. Niente di problematico, e senza problemi tecnici Vettel ha fatto quello che ha voluto, sbagliando anche meno. In questa stagione due ‘errori’. Quello in Canada a favore di Button (Seb giunge comunque secondo), e quello al Nurburgring, dove giunge quarto, il PEGGIOR risultato dell’anno. Nel 2010, due zeri in classifica in Turchia (scontro con Webber) e a Spa (incidente con Button). Sia nell’affidabilità che negli errori, a Vettel è andata completamente meglio.

Competitività Fondamentale
Parliamoci chiaro. Senza una vettura competitiva, i Mondiali NON si vincono. Il 95% dei Titoli Mondiali vengono conquistati dalla vettura migliore del lotto. Di questo non si può fare ‘colpa’ ai piloti che la guidano. La storia di ‘Vettel che vince solo perchè guida la vettura migliore’ è di una superficialità assurda, ed è ancora più assurdo sentire certe parole pronunciate da chi ha vissuto e vive nel mondo delle corse da decenni e si ostina a sminuire le prestazioni di questo ragazzo, con una determinazione che lascia spesso più di un dubbio. Quasi a dire che è tutto merito di Newey, e a Vettel non basta che eseguire il compitino. Signori, andiamo a rileggere l’Albo d’Oro degli ultimi anni. Chi ha vinto con una vettura palesemente inferiore? Mansell? Prost? Senna? Schumacher? Alonso? Villeneuve? Hill? Hakkinen? Hamilton? Raikkonen? Button? Suvvìa..

Il compagno di squadra
Webber sabotato, Vettel cocco di Horner. E via così. Ma chi, dopo Senna e Prost, ha vinto un Mondiale lottando con un compagno di squadra alla sua altezza? I nomi sono sempre gli stessi:

– Patrese, nel 1992, non valeva Mansell.
– Damon Hill, all’esordio nel 1993, non valeva Prost.
– Stessa cosa per Verstappen nel 1994 ed Herbert nel 1995 con Schumi.
– Frentzen nel 1997 con Villeneuve.
– Coulthard nel 1998 e 1999 con Hakkinen.
– Barrichello per 5 anni con Schumi.
– Fisichella per due con Alonso (2005-2006).
– Massa con Raikkonen (2007).
– Kovalainen con Hamilton (2008).
– Barrichello ancora con Button (2009).

L’unico anno che rimane è il 1996, con Damon Hill e Jacques Villeneuve (all’esordio in F1) in lotta quasi fino alla fine del Mondiale. Quindi, anche qui, dobbiamo sfatare il grande bluff. Vettel è superiore a Webber e il binomio con la miglior vettura ha ammazzato il campionato. Senza se, senza ma. Il fatto stesso che Webber probabilmente non arriverà secondo nel Mondiale, indica che non sempre la miglior vettura garantisce il Titolo, se chi la guida non è all’altezza.

‘Quando guiderà una vettura mediocre…’
Altro tormentone. Sebastian è in F1, attivamente, dal 2007. Nel 2006 il suo biglietto da visita è il miglior tempo nelle libere del GP di Turchia, con la BMW-Sauber. Nel 2007, prima dell’arrivo in Toro Rosso, conquista il suo primo punto alla prima gara disputata, il Gp degli Stati Uniti ad Indianapolis al posto di Robert Kubica (a riposo dopo il tremendo incidente in Canada). In Toro Rosso, tra 2007 e 2008, ottiene:

– Una vittoria (Monza 2008)
– Una Pole (Monza 2008)
– Due quarti posti (Cina 2007, Brasile 2008)
– Tre quinti (Montecarlo, Spa e Singapore 2008)
– Due sesti (Valencia e Giappone 2008)

Qualcuno potrebbe anche sostenere che la Toro Rosso 2008 era una monoposto di vertice (nella vita non si sa mai), ma i 35 punti di Vettel (rapportati all’attuale punteggio parliamo di circa 85 punti) rispetto ai 4 di Sebastien Bourdais dovrebbero dare un’indicazione sulle prestazioni del Tedesco. Attualmente, nel Mondiale, Alguersuari ha 16 punti, Buemi 13. Nel 2009, giudicato dominato dalla BrawnGP, Vettel è giunto a 11 punti (con il vecchio punteggio) da Jenson Button, vincendo comunque quattro gare.

Attualmente, inoltre, Vettel è il più giovane pilota ad aver ottenuto punti (BMW), un podio, una pole, una vittoria (Toro Rosso) e un Titolo (Red Bull). Se nemmeno questo è sufficiente..

Diamo a Cesare quel che è di Cesare
Volenti o Nolenti, Sebastian è Campione del Mondo per la seconda volta, con quattro gare d’anticipo. La prospettiva almeno per l’anno prossimo ci parla di un ragazzo che lotterà per una tripletta. Certo, la curiosità di vederlo su una monoposto diversa dalla Red Bull c’è eccome, ma da qui a dire che ‘deve ancora dimostrare cosa sa fare’ ne passa di acqua sotto i ponti. La dimostrazione di cosa sia in grado di fare con una vettura ‘mediocre’ l’abbiamo già avuta in passato.

In tutto questo, è singolare parlare di ‘passato’ per un ragazzo che, a 24 anni, ha già ottenuto più di tutti alla sua età e ha, di fronte, ancora tantissima strada da percorrere nella sua carriera. Che, a questi ritmi, potrebbe diventare importante, anche se solo il tempo sarà giudice. E chissà se, un giorno, ripensando al passato, qualcuno avrà modo di ricredersi su di lui.

Se continuerà a vincere così tanto probabilmente no. Brutta roba, l’invidia.

Alessandro Secchi
F1Grandprix.it

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