Renault, Magnussen: “Le condizioni oggi erano davvero dure”

Renault condizionata dal meteo nel GP del Brasile. Magnussen ha chiuso 14°, out Palmer

Renault, Magnussen: “Le condizioni oggi erano davvero dure”

Le condizioni meteo del GP del Brasile hanno penalizzato la gara di molti e anche Renault non può dirsi del tutto soddisfatta per come sono andate le cose. Se Kevin Magnussen ha beneficiato di un buon recupero chiudendo in 14° posizione lo stesso non si può dire per Jolyon Palmer, partito con buone prospettive e costretto al ritiro per un contatto con Kvyat in cui ha danneggiato pesantemente le sospensioni.

Magnussen ha sottolineato i problemi causati dalla pioggia ma anche la criticità di alcune scelte della direzione corsa che hanno infelicemente condizionato la gara del suo team e quella di tutti gli altri piloti: “Le condizioni oggi erano davvero dure, soprattutto alla curva 12 che sull’asciutto non è esattamente una curva ma sul bagnato lo è diventata. Li c’era un chiaro aquaplaning e anche se non ci fosse stato sarebbe stato comunque al limite. Speravo avremo potuto fare meglio. Naturalmente le bandiere rosse sono utili per ripulire dopo un incidente e la sicurezza deve essere un priorità ma oggi siamo stati fin troppo cauti sul bagnato. Alla fine tocca a noi piloti rallentare e ottenere il massimo, abbiamo sempre bisogno di guidare al meglio per quelle condizioni e non andare oltre il limite che è esattamente quello che facciamo sull’asciutto”.

Affranto anche Palmer che ha ammesso il suo errore nel contatto con Kvyat: “Le condizioni di questo pomeriggio erano molto difficili e purtroppo ci siamo dovuti ritirare dopo il contatto con Kvyat. In quel punto avevo parecchio grip con le gomme da bagnato ed ero più veloce delle vetture con le intermedie. Volevo guadagnare qualche posizione ma alla fine la visibilità era talmente pessima che non riuscivo nemmeno a vedere oltre il mio volante. Non ho visto dov’era la curva, sapevo che c’era il muretto della pitlane da qualche parte ma non riuscivo a vedere davvero niente. Kvyat davanti a me era più lento e l’ho colpito. In alcuni punti la visibilità non c’era proprio e in altri c’era tanto aquaplaning. Su per la salita non avevamo trazione e non si riusciva a vedere se eri dietro qualcuno: dovevi un po’ indovinare dove stavi andando con la pista che era attraversata da fiumi d’acqua. É stato davvero difficile”.

Manuel Lai

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