Pirelli: Il GP della Cina dal punto di vista degli pneumatici

Pirelli: Il GP della Cina dal punto di vista degli pneumatici

A soli quattro giorni dalla conclusione del GP della Malesia, Pirelli si sta già preparando per il GP della Cina, terzo round del Campionato del Mondo di Formula Uno 2011. Come avvenuto in Australia, i Team riceveranno un set supplementare di pneumatici a mescola hard da usare solo durante la sessione di prove libere del venerdì. L’allocazione per il resto del weekend resta invariata.

PNEUMATICI E “MARBLES”:

Per il GP della Cina sono stati nominati gli pneumatici PZero hard e soft, con lo scopo di vedere almeno due pitstop per monoposto, in linea con la missione affidata a Pirelli di aiutare a promuovere i sorpassi, tanto in pista quanto ai box.

Il degrado più rapido degli pneumatici rispetto al passato può portare a strisce di gomma che si depositano sulla pista e che variano per dimensioni ma che, in generale, si presentano come trucioli di gomma dalla consistenza morbida, il cui peso oscilla in media tra i 10 e i 20 grammi. Quando sono calde queste strisce si piegano, ma diventano più rigide quando si raffreddano. Questi ‘marbles’ di gomma sono sempre esistiti in Formula Uno, ma le caratteristiche delle nuove mescole Pirelli fanno sì che ora siano in media più larghi e più mordibi rispetto ai ‘marbles’ duri e tondi che si vedevano in passato durante i gran premi.

Un pneumatico di Formula Uno, che da nuovo pesa circa otto chili e mezzo, perde circa un chilo e mezzo consumandosi nel corso di uno stint. Visto l’accresciuto numero di pitstop, sulla pista si deposita più gomma.

Il fenomeno non è nuovo in Formula Uno, ma è più evidente in circuiti dove si registra un degrado elevato degli pneumatici, come in Malesia. Pirelli sta cercando un modo per ridurre questi depositi in futuro, ma la gomma sulla pista è una conseguenza inevitabile del degrado e i ‘marbles’ lasciati in circuito non rappresentano alcun pericolo per piloti o spettatori.

In Cina, superficie e meteo sono generalmente meno aggressivi rispetto alla Malesia, con condizioni più simili all’Australia. Questo fa sì che dovrebbero esserci il 30% in meno di degrado degli pneumatici e meno pitstop rispetto a quanto visto nel GP della Malesia, che ha offerto battaglie emozionanti dal via al traguardo.

IL CIRCUITO:

Il Shanghai International Circuit è caratterizzato da rapidi rettilinei e curve molto lunghe, un test severo per gli pneumatici. Il tracciato, dalla superficie liscia, è lungo 5,451 km, per una distanza di gara totale di 56 giri e 305,066 km. La prima curva si restringe, mettendo tutta la pressione sull’anteriore sinistra, che a inizio gara potrebbe essere fredda. Man mano che questa curva si restringe, il grip aerodinamico diminuisce e l’accento si sposta sul grip meccanico. Lasciando il primo complesso, i piloti salgono rapidamente di marcia, toccando i 280 orari in una curva mozzafiato nella parte alta del circuito.

La curva 13 è la più impegnativa del giro: qui il pneumatico posteriore sinistro è soggetto a un’accelerazione laterale che triplica il normale carico sulla carcassa. Il tutto è accentuato dal camber del circuito, che in alcuni punti presenta degli avvallamenti.

In fondo al rettilineo i piloti frenano in modo deciso per entrare nello stretto tornante a destra (curva 14) che affrontano in prima marcia, riducendo la velocità massima prodotta di oltre 830 CV in meno di 3 secondi.

Spetta alla mescola del pneumatico assicurare il massimo grip per ridurre il pattinamento delle ruote attraverso la cruciale successione di curve che porta sul rettillineo di partenza-arrivo.

IL COMMENTO DEL DIRETTORE PIRELLI MOTORSPORT:

Paul Hembery: “In Cina ci aspettiamo un’altra gara emozionante, anche se non vogliamo deludere chi dice che abbiamo reso i GP troppo eccitanti: ma è vero che adesso, se ci si sveglia a metà gara, si rischia di aver perso qualcosa di importante! Dopo che tutte le diverse strategie sono state attuate, gli ultimi 10 giri a Sepang sono stati assolutamente da suspence – ma non si può fare una frittata senza rompere le uova o, come nel caso della Malesia, senza consumare la gomma. I ‘marbles’ di gomma sulla pista sono una conseguenza naturale dell’aumentato degrado che ha portato a gare più emozionanti: tutta quella gomma deve andare da qualche parte, come è sempre avvenuto in passato. Detto questo, siamo qui per fare i migliori interessi dei Team e stiamo cercando il modo per ridurre un po’ di questi ‘marbles’ in futuro. Ma questo non cambierà la nostra filosofia di base: vogliamo riportare le gare ai piloti”.

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