Pagellone 2015: McLaren, Button e Alonso

La scelta del motore Honda è stato un azzardo finito molto male.

Pagellone 2015: McLaren, Button e Alonso

MCLAREN 4

La vera grande delusa della stagione 2015 è senz’altro la McLaren. Inutile girarci intorno. Il famoso motto “Make History” si è trasformato ben presto in una sorta di maledizione. Ancor prima dell’inizio del campionato, nei test di Barcellona, il team è rimasto coinvolto nella brutta e molto dubbia faccenda dell’incidente di Fernando Alonso, prima millantando un fenomenale colpo di vento, poi correggendosi con un malore, e tante altre scuse inconsistenti cercando di insabbiare la verità. Ma già a quel punto le cose erano chiare. Il motore Honda era un disastro, e il team avrebbe dovuto fare i salti mortali per inventarsi l’impossibile. Dopo il primo Gran Premio c’era chi parlava di addirittura un motore depontenziato, per cercare più affidabilità, con ben cento cavalli in meno rispetto alla concorrenza. I risultati sono stati davvero deludenti sin da subito, con le due vetture del team inglese relegate a fare molto spesso da tramite tra tutti e le sole Manor dietro (non una grande consolazione). Il primo sviluppo tecnico importante è arrivato in Austria, con il nuovo muso corto e molti dettagli aerodinamici sul fondo, specialmente in prossimità degli pneumatici posteriori. In Ungheria la migliore prestazione stagionale, dove, in mezzo al delirio totale, entrambi gli alfieri del team di Woking sono riusciti a piazzarsi a punti, ma appena qualche settimana dopo è cominciato uno scontro diretto con il costruttore di motori giapponese. Laddove Arai accusava la McLaren di sviluppare troppa resistenza all’avanzamento, lì Alonso replicava dicendo che il telaio della Mp4-30 era tra i migliori. Non proprio il miglior clima tra due enti in stretta collaborazione. A metà settembre, il team ha annunciato una importante partnership con la Chandon, produttrice di vini: una fondamentale collaborazione per risanare in parte quei venticinque milioni di dollari di perdita che si vocifera la McLaren abbia accumulato durante la scorsa stagione. In Russia è arrivato l’ultimo aggiornamento della Power Unit della Honda, ma nessuno è riuscito a notare la differenza, anzi, entrambe le vetture hanno continuato ad accusare numerosi guasti anche negli ultimi Gp. Anche Tag-Heuer, storico sponsor della scuderia alla fine ha deciso di migrare alla RedBull, per avere una maggiore visibilità.

Per tutto ciò che vi abbiamo detto, la McLaren quest’anno ne esce sconfitta, entrata nel campionato con l’aspettativa di stravincere con un motore straordinario rispetto agli altri, non è nemmeno stata capace di ridimensionare le proprie possibilità, con i responsabili del team convinti di poter comunque lottare per la vittoria prima della fine della stagione. Così non è stato, e non sembra possa essere nemmeno per il 2016. In questo sport molte volte abbiamo visto scelte azzardate andate a buon fine che hanno portato a grandi successi, ma in questo caso, la scelta del motore Honda è stato un azzardo finito molto male.

Confronto in Qualifica – But 9 Alo 10

Confronto in Gara – But 9 Alo 6 (quattro doppi ritiri, in Malesia, Canada, Austria e Singapore)

JENSON BUTTON 7 (16 punti)

La calma e l’aria sempre pacifica di Jenson sono forse la armi migliori con cui l’inglese affronta questa tribolata stagione. Tirando le somme in gara si ritira a causa di guasti della vettura per quattro volte, mentre sono molte di più, e sinceramente non ho tenuto il conto dei problemi avuti al sabato o al venerdì e delle posizioni di penalità in griglia rimediate durante tutto l’anno, probabilmente un record. Pensando dunque che quasi tutte le gare, Jenson le cominciava dall’ultima fila, l’aver raccolto sedici punti con quattro piazzamenti nella top ten è davvero un risultato di rispetto. Non certo invidiabile, ma di tutto rispetto. Alla fine riesce anche a rimanere davanti ad Alonso nella classifica generale, impresa riuscita a pochissimi altri. Il 2017 verosimilmente sarà la sua ultima stagione in Formula 1, chissà se riuscirà a conquistare ancora qualche podio dopo tanto tempo di astinenza dalle posizioni che contano.

FERNANDO ALONSO 6 (11 punti)

Se un pilota dopo una stagione del genere trova ancora le motivazioni per salire in macchina merita tanto rispetto. Arrivato in McLaren per sbancare, Fernando si è ritrovato ben presto a provare emozioni più che elettrizzanti. Scherzi e polemiche a parte, dall’inizio della stagione la pazienza del matador è stata messa alla prova come prima mai. Il primo punto l’ha conquistato alla nona gara, dopo quattro gran premi conclusi ai box per guasti alla monoposto. Oltre che ad una barzelletta, la situazione nel box McLaren è diventata piano piano sempre più tesa, con lo spagnolo che mostrava sempre di più i nervi a fior di pelle. D’altronde Alonso non è mai stato un grande uomo di squadra, e quando c’è da dire qualcosa non ci gira mai attorno a lungo. Ed ecco che alla fine è arrivato il “Gp2 Engine dahhh” a Suzuka, non proprio apprezzato dagli amici della porta accanto della Honda, e la simpatia per il due volte campione che è andata via via svanendo. Con soli due piazzamenti a punti, Fernando chiude questa stagione al diciassettesimo posto, con soli undici punti all’attivo.

Matteo Bramati.

 

 

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