Pagelle del GP di Germania

Pagelle del GP di Germania

Doppietta Red Bull e prima vittoria in carriera (quella che gli inglesi chiamano maiden victory) per Mark Webber, che nonostante la penalizzazione per una partenza a dir poco spericolata domina la gara tedesca. Dietro le due vetture di Mateschitz si rivede la Ferrari sul podio, mentre faticano le BrawnGp con Barrichello che avra' parole di fuoco a fine gara contro il suo team. Buona lettura!

Lewis Hamilton: 6 – Onestamente non ce la sentiamo di appioppargli un'insufficienza, forse perché ci fa un po' tenerezza. Si qualifica bene con una Mclaren stranamente a suo agio tra le curve del 'ring, azzecca un bello scatto al via che lo porta, per qualche secondo, addirittura al comando. Poi pero' arriva lungo alla prima curva (toccato?) ed e' costretto ad finire sulla via di fuga. Con una gomma bucata. Da li' il successivo giro al rallentatore, con annesso rientro ai box, e' solo il preludio ad una gara triste e solitaria in ultima posizione. A piu' riprese chiede al box se non sia il caso di porre fine all'agonia, ma dal muretto rispondono (giustamente) di restare in pista per poter eventualmente beneficiare della pioggia. Che non arriva. Peccato, poteva rilanciare il morale ed invece archivia un altro ultimo posto. Sempre meglio del botto rimediato qui in qualifica due anni fa, certo, pero'… Jellato

Heikki Kovalainen: 7 – L'ottavo posto finale non dice tutto, anzi. Con una Mclaren priva degli ultimi aggiornamenti aerodinamici che fanno volare Lewis, il biondo di ROvaniemi si qualifica proprio a ridosso del compagno di squadra e, grazie ad un'ottima partenza (ah, il kers…) scala diverse posizioni. Certo, una zucca non diventa carrozza dall'oggi al domani, tantopiu' se la bacchetta magica era stata usata per Hamilton, ma Heikki fa buon viso a cattivo gioco inventandosi una gara da tappo, tirando fuori il massimo dalla sua spuntata freccia d'argento e, pur perdendo inevitabilmente posizioni ai box, artigliando un punticino che, probabilmente, e' anche piu' di quanto fosse lecito sperare. Il nuovo pacchetto aerodinamico sara' pronto per lui in Ungheria, dove peraltro ha ottenuto la sua prima e finora unica vittoria in F1. Le premesse per un po' di sano ottimismo ci sono tutte, no? Coraggio.

Felipe Massa: 8,5 – Torna sul podio dopo tanto tempo grazie ad una gara inappuntabile, magari poco spettacolare ma sostanziosa e concreta. Del resto la F1 del nuovo millennio e' questa, non lo scopriamo oggi. Molto bravo a tener dietro Vettel nelle prime fasi di gara, non commette errori e grazie ad una strategia azzeccata (anche se lui recrimina un po' per un pit stop troppo ritardato) si issa fino alla terza posizione finale. Gran merito per il suo piazzamento va a Kovalainen che fa da tappo e blocca concorrenti molto piu' leggeri, ma va bene cosi'. Decisamente difficile da pronosticare alla vigilia, il podio regala morale e punti preziosi per la rincorsa di Maranello al terzo posto finale nella classifica costruttori. Ma al Nurburgring probabilmente Felipe va oltre i meriti e il valore della vettura stessa. Bravo davvero. Gladiatorio.

Kimi Räikkönen: 6,5 – Quanta sfortuna in Germania! Stavolta a porre fine alla sua gara e' un detrito, che fora il radiatore facendo balzare alle stelle la temperatura del propulsore. Tuttavia fino al ritiro la gara di Kimi e' parsa inferiore per velocita' e grinta rispetto a quella di Massa. Emblematico, pur con tutti i distinguo legati alle condizioni della pista a fine gara, il distacco di 1 secondo e sei decimi patito dal finlandese nel confronto con il giro piu' veloce in gara del compagno di squadra brasiliano. Ma a far vedere che non era giornata ci aveva gia' pensato il contatto con Sutil (l'uno la bestia nera dell'altro, non c'e' che dire…) in uscita dai box. Un normale incidente di gara, vero. Che di conseguenza poteva essere evitato con un minimo di buon senso in piu' da parte di entrambi. Ma tant'e'… Calimero.

Robert Kubica: 5,5 – Chiude quattordicesimo una gara del tutto anonima. Dice di aver fatto una bella partenza e di aver tenuto un bel ritmo nel corso del primo stint, ma onestamente non ce ne siamo accorti. Lamenta un'errata pressione delle gomme nel secondo stint che, a suo dire, gli fa perdere una marea di tempo. A questo siamo disposti a credere, quantomeno per quel che riguarda la seconda parte del discorso. Fatto sta che, pur girando in gara piu' veloce del compagno di squadra, chiude al quattordicesimo posto, lontanissimo dalla zona punti. La BMW 2009 regala tristezza a piene mani e lui si adegua. Pur regalando una simpatica pillola con Giovannelli durante la Q2, dopo essere stato eliminato nella Q1: «Robert, con questo tempo quali sono le gomme piu' efficaci?» «Non lo so, non e' piu' un mio problema». Solo per questo merita mezzo punto in piu'. Onesto.

Nick Heidfeld: 6 – A differenza del compagno di squadra pare piu' combattivo. Artiglia l'undicesima posizione in griglia e in gara veleggia a ridosso della zona punti, nonostante una mezza incomprensione con Sutil al via. Le sue chances di marcare punti vengono pero' annullate dal secondo pit stop, quando e' costretto a ritardare la ripartenza per far passare la Renault di Piquet. Lui dice che gli istanti passati ad attendere l'ok dell'uomo con la paletta sembravano anni. Un'immagine poetica, forse un po' troppo epica se riferita alla sua gara, ma che comunque rende discretamente l'idea. Il decimo posto finale non aggiunge e non toglie nulla alla sua stagione, ma ci restituisce un Quick Nick motivato e voglioso. In attesa di tempi migliori, non ci pare un cattivo segnale. Solido.

Fernando Alonso: 6,5 – Della sua gara, pace all'anima nostra, ci abbiamo capito poco o nulla. Si inventa un improbabile semitestacoda nel giro di formazione, roba da far rabbrividire l'uscita di pista di Prost a Imola nella stessa fase ma sul bagnato. Toppa la partenza e perde posizioni e tempo dietro a vetture pi lente. Poi all'improvviso si sveglia e inizia ad andare fortissimo, facendo addirittura segnare il giro piu' veloce in gara a fine Gran Premio. Boh. Probabilmente con meno errori avrebbe potuto chiudere piu' avanti, e questo segna la sua prestazione in termini di voto. Se poi ci aggiungiamo la qualifica sottotono, in cui per la prima volta in due anni e' stato battuto da Piquet, la sensazione di weekend storto si fa sempre piu' forte. Nonostante i due punti finali. Impreciso.

Nelson Piquet jr: 5,5 – I sogni, specie i piu' belli, svaniscono sempre al mattino. Per la prima volta in due anni batte in qualifica il compagno di squadra, con una prestazione maiuscola. In gara, pero', si rimangia tutto quanto di buono fatto vedere nelle prove. Sbagli al apartnza, perde tempo e posizioni e alla fine scivola in tredicesima posizione, ben dietro al due volte campione del mondo compagno di squadra. Certo, la sua vettura era priva degli aggiornamenti aerodinamici presenti sulla macchia di Fernando, pero' Kovalainen, nelle sue stesse condizioni, combina decisamente qualcosa di piu'. Paga un secondo e mezzo nel confronto con alonso tra i giri veloci in gara, un'enormita' non spiegabile solo con il nuovo pacchetto aerodinamico. Il suo sedile ha smesso di scottare ed e' diventato incandescente. Sara' dura non scottarsi. Mezzo punto in piu' per la qualifica. Sconclusionato.

Jarno Trulli: 5,5 – La sua gara dura lo spazio di una curva, quando e' coinvolto in una collisione che danneggia l'ala anteriore della sua Toyota. La sosta ai box per la sostituzione dell'elemento lo scaraventa nelle ultime posizioni, dalle quali e' durissima recuperare. E infatti lui non ci riesce, nonostante una vettura in palla (segna il secondo giro piu' veloce in gara). Peccato, perché poteva raccogliere parecchi punti. Ma chi e' causa del suo mal, piu' o meno direttamente, pianga se stesso. L'urto poteva essere evitato? Chissa'. Certo che un po' di buonsenso, anche in questo caso, avrebbe evitato il patatrac. E, nel dubbio, alla sufficienza non ci arriviamo. Sbadato.

Timo Glock: 6 – Tosto come puo' esserlo solo un tedesco in Germania, chiude al nono posto dopo essere partito addirittura dalla pit lane. Un mezzo miracolo, frutto della verve della propria vettura e della grinta che non gli ha mai fatto difetto. Tuttavia a condizionare la sua prestazione e' stato quanto combinato al sabato, quando era stato eliminato nella Q1 e pure penalizzato per ostruzionismo nei confronti di Alonso. In queste condizioni recuperare e' dura. Lui ci riesce, insidia addirittura Kovalainen per l'ottavo posto e tagli ail traguardo a ridosso della zona punti. Ad incasinare il suo weekend, pero', e' stato solo e soltanto lui con l'errata scelta di tempo nella Q1 e l'improvvido blocco successivo. Per cui la sufficienza stiracchiata, ci puo' anche stare, ma nulla piu'. Certo che senza le debacle dei suoi driver la Toyota poteva raccogliere decisamente parecchio. Sbadato (parte II).

Sebastien Bourdais: 5 – Il suo ultimo weekend con la Toro Rosso (e, a meno di clamorosi sviluppi, in F1) e' il linea con quanto fatto vedere nella massima formula dallo scorso anno ad oggi: un'imbarazzante mediocrita' condita da una lentezza esasperante. Riesce a prenderle dall'esordiente Buemi in qualifica anche stavolta, piazzandosi all'ultimo posto ed evitandolo solo in virtu' della penalizzazione inflitta a Glock. Nonostante si trovi in fondo al gruppo, sostiene di tenere un buon ritmo e di avere una buona stragetia. Affermazioni che si commentano da sole. Poi un problema idraulico, che gli toglie lo sterzo e il cambio, gli fa capire che non e' il caso di continuare. Il buon senso, dunque, stavolta arriva dalla vettura, ed e' un concetto interessante. Emblematica la pacca sulla spalla che gli elargisce Ascanelli dopo il ritiro. Cosi' come emblematico e' il sorriso sornione dell'ingegnere italiano. Come dite? Non l'avete notato? Riguardate con attenzione… Ci spiace essere cattivi, sul serio, ma non crediamo che sentiremo la sua mancanza. Son sempre i migliori quelli che se ne vanno? Non e' detto. Adieu.

Sebastien Buemi: 5,5 – Difficile capire dove arrivino i demeriti della vettura e dove invece influisca la sua inesperienza. Fatto sta che al termine di una gara incolore chiude al terz'ultimo posto, davanti solo a Trulli ed Hamilton. Non molto, per la verita'. Ma il fatto che, da rookie, si sia trovato comunque davanti al piu' esperto Bourdais, fa capire che in fondo poteva andare molto peggio. Si dice fiducioso in vista della prossima gara, quando dovrebbe arrivare il fondo modificato, e potremmo anche credergli. Certo e' che non avra' piu' Bourdais al suo fianco, che con le sue prestazioni riusciva sempre a valorizzare il lavoro di Buemi. Ma se dopo Vettel, Bourdais e Buemi fosse davvero arrivato un altro Sebastian, ovvero Loeb… Sebastien di tutto il mondo, unitevi! Peccato.

Mark Webber: 9,5 – Mezzo punto in meno per la scellerata partenza, che oltre a un drive through poteva costare tantissimo a lui, a Barrichello e a tutti coloro che sopraggiungevano. Da sganassoni, insomma. Per il resto, invece, tanto di cappello allo spilungone australiano, che dimostra di avere non una ma due marce in piu' rispetto alla concorrenza. E non e' solo merito della Red Bull: la sua supremazia su Vettel e' netta, inconfutabile. Bravo a non farsi prendere dai nervi dopo la sacrosanta penalizzazione, inanella una serie impressionante di giri veloci senza commettere la minima sbavatura. Alla fine rallenta per preservare la vettura, ma il distacco inflitto al compagno di squadra poteva essere ben piu' netto. La sua forma fisica, condizionata dall'incidente in bicicletta nel preseason, migliora di gara in gara, e lui si rilancia nella lotta al mondiale. Sara' interessante vedere quello che riuscira' a combinare quando sara' al 100%. Oggi era inarrivabile. Inattaccabile.

Sebastian Vettel: 6,5 – Impreciso, forse nervoso, approssimativo. Il secondo posto e' forse un premio eccessivo per la sua prestazione opaca. Subisce Webber in qualifica, pur avendo meno carburante dell'australiano. Sbaglia la partenza, ritrovandosi ottavo, e solo un'ottima strategia (o il suicidio tattico della BrawnGp) gli permettono di risalire fino al secondo posto. Con molta onesta' ammette che Webber era inarrivabile, ed ha ben ragione. Pero' per recuperare punti a Button in ottica campionato serve continuita', e questa e' una componente che sembra fare un po' difetto a Sebastian. Staremo a vedere, magari ci smentira'. Certo e' che in Red Bull hanno dimostrato di non voler impartire ordini di scuderia, e Webber non sembra proprio voler recitare i panni dello scudiero. Scornato.

Nico Rosberg: 8 – Anche lui rientra nel novero di quelli che dovrebbero accendere un cero a Kovalainen, che bloccando le vetture piu' leggere ha favorito tutti coloro che avevano imbarcato parecchio carburante. E infatti Nico, grazie anche a una splendida partenza che gli permette di recuperare sei posizioni (!) limita il tempo perso a serbatoi pieni e guadagna numerose posizioni nel valzer delle soste in virtu' di un'ottima strategia. Non c'e' male davvero. Il tutto, spiega, nonostante un lieve problema d'alimentazione. Nico guida bene (non e' una novita') non commette errori e alla fine artiglia un quarto posto tanto insperato quanto meritato, arrivando addirittura ad insidiare Massa per il podio. Sembra interessi alla Mclaren: a Woking ci vedono benissimo. Bravo.

Kazuki Nakajima: 5,5 – Si tocca con Trulli al via e finisce in fondo al gruppo. Peccato, perché oggi la sua Williams andava davvero bene – quinto giro veloce in gara, piu' veloce di Rosberg – ma proprio per questo bisognava stare piu' attenti al via. Le corse, recita un vecchio adagio, non si vincono alla prima curva, eppure questo Kazuki non sembra averlo ancora assimilato. Peccato perché il talento c'e', andrebbe solo sgrezzato per concretizzarlo in risultati. Invece al Nurburgring i riflettori sono tutti per Rosberg, mentre lui e' costretto a masticare amaro dal fondo della dodicesima posizione. E ribadire che la strategia avrebbe funzionato bene significa solo rigirare il coltello nella piaga. Frastornato.

Adrian Sutil: 6,5 – Se un gatto nero si dovesse trovare ad attraversare la strada davanti a lui e Raikkonen, cambierebbe immediatamente direzione indossando contemporaneamente un ferro di cavallo e raccogliendo un quadrifoglio. Per la second avolta getta alle ortiche un risultato clamoroso per via di una collisione con Raikkonen. Ma mentre a Montecarlo lo scorso anno la colpa era solo del finlandese, qui le responsabilita' sono da dividersi al 50%. Colpa della circostanza, insomma. Certo e' che dei due chi aveva piu' da perdere era proprio il tedesco, ma al momento ha prevalso la sua attitudine racing rispetto a quella da ragioniere, con il risultato di rimetterci l'alettone e di buttare via la gara. Peccato, perché la qualifica era stata strabiliante e Adrian aveva ottime possibilita' di chiudere ben all'interno della zona punti. La Force India sembra aver finalmente trovato un buon passo, ma c'e' bisogno di portare punti a casa. Meriterebbe di piu', ma il voto e' pesantemente influenzato dall'incidente. Ingenuo.

Giancarlo Fisichella: 5,5 – Della serie "L'ordine d'arrivo non dice tutto". Taglia il traguardo ben davanti a Sutil, ma la sua prestazione, condizionata dalla qualifica non entusiasmante, e' inferiore di molto a quella del tedesco. Non corrre male, anzi, ma il confronto non depone a suo favore. A fine corsa dice che con qualche giro in piu' avrebbe potuto raggiungere Kovalainen e lottare per la zona punti, ma questo ci pare molto, molto ottimistico. Un po' di grinta in piu' non farebbe male, anzi. Ad ogni modo non commette errori e ostenta ottimismo in vista delle gare future, in virtu' della ritrovata competitivita' della vettura. Staremo a vedere. Prudente.

Jenson Button: 6,5 – Prestazione sostanzialmente incolore, che gli frutta un quinto posto solo in virtu' delle disgrazie capitate (decise?) ai box al compagno di squadra. Impreciso in qualifica, quando finisce dietro a Barrichello, cosi' cosi' al via. Incapace di sopravanzare chi lo precede nonostante il minor carico di carburante, vanifica cosi' la sua aggressiva strategia sulle tre soste decisa dal muretto in un eccesso d'ottimismo. Subisce Barrichello, denotando forse un po' di nervosismo che non lo fa lavorare con la serenita' palesata nelle prime trionfali gare della stagione. E non va bene, perché per vincere i campionati bisogna saper soffrire. Buon per lui che in Red Bull non sembrano voler fare gerarchie, ma bisogna fare di piu': troppo facile dominare le gare e massacrare i compagni di squadra solo quando si ha un missile sotto il sedere. Traballante.

Rubens Barrichello: 8 – A fine gara e' imbufalito con la squadra, ma stavolta almeno parzialmente ha tutte le ragioni di esserlo. La strategia scelta da Ross Brawn e' suicida, ed appare chiaro dopo pochi giri, tuttavia il muretto non interviene. Anzi, le cose peggiorano con il casino combinato durante la seconda sosta, quando non entra tutto il carburante preventivato e viene gettata al vento una manciata di secondi. Tutto questo lo porta al sesto posto finale, dietro al compagno di squadra. Le ragioni per essere arrabbiato ci sono tutte, ripetiamo. Rubinho realizza un'ottima qualifica e una splendida partenza, uscendo in testa dalla prima curva nonostante il contatto con Webber. Impossibile tener dietro le Red Bull, ma il terzo o il quarto posto ci stavano, eccome. Invece finisce a male parole, con sospetti di complotto e quant'altro. In tante occasioni abbiamo criticato il brasiliano per le sue lamentele, ma oggi stiamo dalla sua parte. Se c'e' semplicemente approssimazione va male, ma se c'e' malafede va malissimo. Peccato, perche' quando le condizioni sono difficili riesce ad essere mediamente piu' efficace del compagno di squadra, e invece perde ancora terreno dal Button. Sta a lui dimostrare con i fatti di meritare di piu' dal suo team. Forza!

Manuel Codignoni
www.f1grandprix.it

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