Pagelle del GP della Malesia

Pagelle del GP della Malesia

Finalmente Vettel! La Red Bull si dimostra la vettura piu' in palla del momento, e se non si rompe il risultato piu' logico e' una bella doppietta, con il tedeschino davanti a Vettel. Sul podio anche Rosberg, sempre costante, davanti a Kubica e Sutil. Ferrari e Mclaren condizionate dalle qualifiche, con Hamilton che da' spettacolo ma deve accontentarsi del sesto posto e Alonso costretto a cedere a due giri dalla fine per la rottura del propulsore. Buona lettura!

Jenson Button: 7 – Uccs. Ovvero Ufficio Complicazione Cose Semplici. Oddio, semplici semplici magari no, pero' meno complicate di quanto sembrava si'. Uccs, dicevamo, un club al quale hanno aderito in molti il sabato di Sepang. Viste queste premesse diventa duro far bene in gara. Se poi, come Jenson, sbagli anche la partenza… beh, allora addio sogni di gloria. Il team le prova tutte, compreso un cambio gomme anticipato che gli fa recuperare terreno ma che lo fa arrivare a fine gara con le gomme distrutte. E in questo lui e' bravo, con coperture al limite, a restare in pista e a resistere per molti giri a Massa e fino alla fine ad Alonso. Costante, regolare, pulito. Per la grinta cercare altrove, ma un ottavo posto non si butta mai via, specie se maturato in queste condizioni. Soft.

Lewis Hamilton: 8,5 – Uccs#2. Se e' vero che per una squadra e' importante avere una coppia di piloti ben assortita, beh in McLaren hanno capito tutto. Tanto compassato e paziente Button, tanto cattivo e aggressivo Lewis. Anche lui parte indietrissimo, ma infila un carosello di sorpassi meravigliosamente testardo e ostinato. La velocita' di punta della McLaren aiuta, certo, ma ci vogliono anche gli attributi. Chiedere a Massa, che non riesce a liberarsi di Algersuari -impresa, si fa per dire, portata a termine in un paio di giri dall'inglesino- tanto per avere un'idea. Attributi, dicevamo: anche troppi, se si pensa allo zigzag in rettilineo che avrebbe meritato ben piu' di un avvertimento. Ma tant'e'. Peccato solo per il mancato sorpasso a Sutil a fine gara. Chiude sesto, appena una posizione avanti all'attendista Massa ma regalando tante emozioni in piu'. Il voto e' piu' che altro per questo. Tosto.

Michael Schumacher: 5,5 – Ci siamo ripromessi di analizzare le gare del tedesco solo alla luce di quanto fatto vedere in pista, senza raffrontare l'oggi con un lontano passato. Beh, anche stavolta non ci siamo. O meglio: nulla da imputare alla gara, conclusa dopo appena dieci giri per la perdita di un dado ruota, ma tante perplessita' su una qualifica -bagnata- che l'ha visto finire ben sei posizioni dietro al compagno di squadra. Impossibile assegnargli la sufficienza. Plafonato.

Nico Rosberg: 8,5 – Prima prima fila in carriera -perdonate l'orribile gioco di parole- alle spalle del solo Webber, ottimo terzo posto in gara alle spalle della coppia Red Bull. Oggettivamente inarrivabile, va detto, a meno di sconquassi metereologici che non sono mai arrivati. Lui fa il suo, e' costretto ad arrendersi alla grandissima partenza di Vettel ma poi fa corsa praticamente solitaria, tenendo bene a distanza Kubica senza particolari patemi. Una gara regolare, quella del finnotedesco, che ottimizza il potenziale della Mercedes, incamera punti preziosi e prosegue il processo di emancipazione nei confronti dell'ingombrante figura del compagno di squadra. E scusate se e' poco. Calmo.

Sebastian Vettel: 10 – Si merita il massimo dei voti in virtu' di una partenza che definire favolosa e' riduttivo. Al via infatti infila Rosberg e Webber e da li' si invola, indisturbato, verso la vittoria. La Red Bull e' di un altro pianeta, certo, ma se alla fine della fiera il pilota piu' veloce e' sempre lui un motivo ci sara'. Se in qualifica subisce -si fa per dire- Webber bastano 3 curve per rimettere in chiaro le cose. E se la Red Bull non si rompe la vittoria e' il risultato piu' logico. Poco altro da dire della sua solitaria galoppata. Stanti queste condizioni, sara' durissima per chiunque stargli davanti. caterpillar

Mark Webber: 7,5 – Azzecca tutto al sabato: il momento di uscire, le gomme, il giusto mix di aggressivita' e delicatezza sull'asfalto bagnato. Salvo poi vanificare tutto con una partenza cosi' cosi', quando cerca di controllare rosberg e cosi' facendo si fa infilare da Vettel. E se ti ritrovi secondo dietro al compagno di squadra -e che teammate!!- dopo 4 curve, diventa durissima superarlo. Devi solo sperare che le condizioni climatiche cambino -cosa che non accade- o che ci sia un problema ai box. Il problema c'e', ma lo becca lui, perde un paio di secondi che forse non avrebero cambiato la storia della gara ma che male non gli avrebbero fatto. Ad ogni modo per una volta non combina casini e raccoglie punti preziosi piu' per la classifica che per il morale. Staremo a vedere se si sblocca. Paperino.

Felipe Massa: 7 – Uccs#3. Anche lui in preda al delirium complicans del sabato, anche lui relegato in fondo allo schieramento. I telecronisti Rai non finiscono di sottolineare la sua grande partenza, fatto sta che scatta davanti ad Hamilton e dopo una curva gli e' dietro. Ma vabbe'. All'inizio dice di pagare la scelta delle gomme dure, e ci potrebbe anche stare, ma con le stesse coperture Hamilton compie una decina di sorpassi mentre lui resta bloccato una vita dietro Algersuari. Che -con tutto il rispetto per il bravissimo spagnolo- non e' Fangio e non guida un missile. Quando ha pista libera, e soprattutto dopo il pit stop, inizia a girar forte ma e' tardi per sperare in una rimonta prodigiosa. Certo, rispetto a dove parte arriva avanti, ma non ci e' piaciuto piu' di tanto. Chiude alle spalle di Hamilton, settimo, una gara poco spettacolare, redditizia, ma dalla quale avrebbe potuto forse raccogliere di piu'. Grinta, Felipe, grinta. Attendista.

Fernando Alonso: 6,5 – Uccs#4. Su questo nient'altro da aggiungere rispetto a quanto detto nei primi tre episodi. Non molto da raccontare, in realta', neanche sulla sua gara. Un problema al cambio lo condiziona praticamente dall'inizio, per cui e' difficile valutare con esattezza la sua prestazione. C'e' che, ancora una volta, si ferma alle spalle di Massa e rinuncia ad attaccarlo. C'e' che prova una strategia differente che pero' non gli fa guadagnare nulla. C'e' che si blocca dietro Button e non riesce a passarlo. Anzi, rimedia pure una rottura di motore sospetta per il modo in cui avviene. Pero' c'e' anche una manovra splendida al secondo giro, quando infila proprio l'inglese sfruttando magistralmente un attacco del campione del mondo a Massa. Ci basta? Per la sufficienza abbondante si', per la lode.. beh, ripassare. Cauto.

Rubens Barrichello: 5,5 – Al via effettua una scelta alternativa rispetto a tutti gli altri: decide, cioe', di non partire. Onore all'originalita', non certo al merito. Cosi' facendo si ritrova ultimissimo, e da li' recuperare e' durissima. Lui, bonta' sua, ci prova, ma con pochissimo entusiasmo. Dice che la vettura non era competitiva, e potrebbe anche starci, se non fosse che con la stessa macchina -vabbe', non proprio la stessa, ma identica- il compagno di squadra si prende i primi punti in carriera. Dice anche che lo stallo in partenza non dipende da lui. Se tanto mi da tanto… bugiardo.

Nico Hulkenberg: 6,5 – Ottimo in qualifica, tutto sommato discreto in gara, Nico approfitta dei problemi di affidabilita' di alcuni suoi colleghi -Alonso in primis- per artigliare il primo punto in carriera. Tutto sommato non male, non male per niente. Certp, deve cedere il passo ad Algersuari e non oppone troppa resistenza, ma ci puo' stare. Stiamo sempre parlando di un esordiente, del resto, che deve fare esperienza ed imparare. In quest'ottica aver fatto tutti e 300 i km del Gran Premio e' gia' un ottimo risultato. E se ci scappa pure il punticino… Massi', bravino.

Robert Kubica: 9 – Molto ma molto bene. E oggi non e' piu' una sorpresa. Ottimo in qualifica, magistrale in partenza, nelle prime curve getta le basi per lo splendido piazzamento finale. Sara' purespoetizzante, non lo neghiamo, ma e' indiscutibile che le fasi piu' importanti di un Gran Premio nella F1 moderna sono proprio qualifiche e partenza. E se le azzecchi entrambe sei gia' non a meta' bensi' a tre quarti dell'opera. Perché divaghiamo? Perché sulla sua gara non c'e' molto altro da dire. Costante, preciso, affidabile. Oggettivamente impossibile tirar fuori di piu' dalla Renault. Killer.

Vitaly Petrov: 6,5 – Personalita' tanta, esperienza poca, talento probabilmente. Il russo cresce, alterna belle cose ad altre meno interessanti, ma mette in mostra un piglio e una grinta poco comuni in un deb. Ne sono prova l'ottima partenza e soprattutto il duello con Hamilton, che e' costretto a chiudergli la porta in faccia piu' volte -in maniera peraltro discutibile- nel tentativo di risorpasso. Non male, non male davvero. Certo, poi il ritmo e' ancora lontanuccio da quello di Kubica, ma e' anche vero che il Robert di oggi sarebbe un compagno scomodo per chiunque. Peccato per il ritiro al 34mo giro. La stoffa parrebbe comunque esserci. Tosto.

Adrian Sutil: 8 – La Force India oramai e' una realta'. Punto. E alzi la mano chi un anno fa avrebbe potuto prevederlo. Detto questo, bisogna sottolineare che se la vettura di Mallya e' migliorata cosi' tanto il merito e' un po' anche di chi la guida, sia a livello di sensibilita' di guida che di velocita'. E Adrian lo dimostra negli ultimi 20 giri, quando resiste con autorita' e freddezza agli attacchi dello scatenato Hamilton -i due peraltro sono amicissimi- e porta a casa un prestigiosissimo quinto posto. Il tutto dopo un'ottima qualifica sul bagnato. Si prospettano bei tempi. Otimista.

Vitantonio Liuzzi: sv – Raggiunge la Q3 -per la prima volta assieme a Sutil-, fa una discreta partenza ma deve arrendersi dopo appena dodici giri per un problema meccanico. Peccato, poteva raggranellare punti preziosi. Alla prossima!

Sebastien Buemi: 6 – Si tocca con Kobayashi al via e il contatto danneggia la sua ala anteriore rovinandogli il primo stint. Forse si giustifica cosi' anche il sorpasso subito da Hamilton nelle prime fasi di gara. Dopo la prima sosta inizia ad andar forte ma oramai e' troppo tardi e non riesce a risalire oltre l'undicesima posizione, appena fuori dalla zona punti. Peccato, la Toro Rosso aveva un buon ritmo e poteva essere l'occasione di portare a casa un risultato discreto. Ma se ti incasini la via al via… Chi e' causa del suo mal pianga se stesso. La sufficienza comunque ci sta per il ritmo mostrato nella seconda parte di gara. Ritardatario

Jaime Alguersuari: 7,5 – Se parlando di un vino si dice che 'sa di tappo' non e' certo un complimento. Se parliamo di piloti, invece… beh il discorso cambia. Lo spagnolo si dimostra un interprete eccellente di questa tecnica, oltretutto ai danni di colleghi niente male. Se infatti in Australia aveva tenuto dietro per tanti giri nientemeno che Michael Schumacher, stavolta deve cedere il passo ad Hamilton ma si rifa' con gli interessi bloccano per oltre 20 giri Massa ed Alonso. Senza un errore, senza una sbvatura, senza una scorretezza. Mica male, sul serio. E quando c'e' da tirar fuori la grinta, poi, Jaime non si tira indietro: chiedere ad Hulkemberg, sopravanzato con cattiveria al termine di un bel duello. Davvero un bel pilotino, si', oltretutto su una pista che non conosceva. la sua prestazione vale molto di piu' del nono posto e dei primi -due- punti in carriera. Ottimo.

Jarno Trulli: 5,5 – Davvero poco da dire sulla sua gara. Dopo solo due giri viene centrato da Glock in un maldestro quanto inutile tentativo di sorpasso e finisce in testacoda. Il tedesco si scusa, certo, ma il suo Gran Premio e' compromesso. Nessuna colpa specifica da imputargli sull'incidente. Porta comunque la macchina al traguardo accumulando km fondamentali per una squadra cosi' giovane. Arrivare ultimo non e' una colpa, in questo senso. Chiudere a cinque giri dal primo, pero'…. forse un po' si'. E questo gli costa la sufficienza. Demotivato (?).

Heikki Kovalainen: 6 – Anche lui vittima di un contatto, con di Grassi, danneggia la ruota posteriore e perde poi un'infinita' di tempo ai box. Sembrerebbe ritirarsi, poi invece viene rispedito in pista per accumulare esperienza. Con il bando dei test privati, del resto, e' l'unico modo per provare soluzioni e verificare le condizioni della macchina. Lui, diligentemente, accetta il compitino, gira, fino a fermarsi definitivamente a 10 giri dalla conclusione. Quasi ingiudicabile, la sufficienza e' per la pazienza. Dice che la vettura e' competitiva rispetto alle altre nuove vetture, e facciamo fatica a confermare o smentire quanto detto. Ma vabbe'. Aziendalista.

Karun Chandhok: 6,5 – In Australia aveva rimediato cinque giri dal vincitore, in Malesia ne becca solo tre. Di questo passo a Shangai finira' a ridosso della zona punti… Scherzi a parte, la sua gara e' positiva. Non commette errori, sopravanza per la prima volta il compagno di squadra e gli rifila 8 decimi nel tabellino dei giri piu' veloci. Non male, dai. Certo di acqua sotto i ponti ne dovrà passare tanta, per lui e per la HRT, ma se inizia ad esserci l'affidabilita' la prestazione puo' solo migliorare, no? Eppoi un po' di ottimismo non guasta mai, e giustifica la manica larga. Ora deve pero' mostrare che i miglioramenti ci sono e non sono frutto del caso. Coraggio!

Bruno Senna: 5,5 – Dice, testuale: «Ho avuto una buona partenza e ho guadagnato tanto quanto ho potuto». Pensiamo alla sua partenza, alla sua gara, al suo piazzamento, e rabbrividiamo. Rimedia quattro giri dal primo, uno dal compagno di squadra, e chiude sedicesimo su 17 classificati, davanti solo a Trulli che ha avuto i suoi bei problemi. La HRT che guida e' una gran giustificazione, certo, pero' che diamine! Quantomeno non fa danni, non crea problemi nei doppiaggi -tanti- e porta comunque la macchina al traguardo. Per un debuttante va quasi bene cosi'. Pero' se in Malesia le prende da Chandhok e' forse il momento di far vedere -per quanto possible- qualcosa di piu'. Rimandato.

Pedro De La Rosa: sv – Saluta la compagnia prima del via. Il motore cede e lui non prende parte alla gara. Cos'altro dire? Jellato.

Kamui Kobayashi: sv – Diciannove giri. Questa la distanza totale che il jap copre nei primi tre gran premi del 2010. E stavolta la colpa non e' nemmeno sua, e' infatti la vettura ad abbandonarlo dopo appena otto tornate. Al via aveva perso due posizioni per via del problema di Barrichello, rimasto fermo, ma ci pare ingeneroso calcare la mano. Jellato#2.

Timo Glock: 4,5 – Se e' vero che un kamikaze scellerato deve esserci ad ogni gara, obbligatoriamente, a Sepang il ruolo l'ha magistralmente interpretato lui. Dopo due giri con il coltello tra i denti -come d'abitudine, del resto- s'inventa un'improbabile staccata su Trulli che ha il solo risultato di colpirlo in pieno. E a seguito del contatto e' quindi costretto al ritiro. Chiede scusa in diretta tv all'abruzzese, e questo gli fa onore, ma poi dice «Mi auguro che nella prossima gara possiamo portare entrambe le vetture al traguardo». Un bell'esamino di coscienza no? Inqualificabile.

Lucas Di Grassi: 6,5 – Massi', incoraggiamoli 'sti ragazzi. parte bene, recupera cinque posizioni e nei primi giri si diverte come un matto. Poi, inesorabilmente, perde terreno -il contatto con Kovalainen non giova piu' di tanto ala sua gara, in effetti- ma riesce lo stesso a tener dietro le due HRT e a tagliare il traguardo, quattordicesimo, staccatissimo ma con dignita'. Non crea problemi nei doppiaggi, non fa danni, accumula km e alla fine si dice soddisfatto. In fondo lo siamo anche noi. Ancora una volta manica troppo larga con i deb, dite? Cosa volete, se non hai esperienza e guidi una macchina che becca 6'' dai migliori infierire e' piu' da vigliacchi che altro. O no? Graziato.

Manuel Codignoni
www.f1grandprix.it

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