Pagelle del GP del Bahrain

Pagelle del GP del Bahrain

Dopo due gare sotto la pioggia, finalmente una gara asciutta nel deserto del Sakhir. E in Bahrain a trionfare e' la Brawn GP di Jenson Button, alla terza affermazione stagionale. Il britannico precede Vettel, ancora sul podio, e un tenace Jarno Trulli, penalizzato da una strategia tutt'altro che impeccabile. Vanno un po' meglio le cose per i protagonisti del mondiale 2008, con Hamilton subito ai piedi del podio e Raikkonen che ottiene i primi punti stagionali per la Ferrari. Curiosita': nella gara piu' calda dell'anno, durissimo banco di prova per motori e freni, un solo ritirato. Buona lettura!

Lewis Hamilton: 8 – Grande, grande gara. Anche se a nostro parere il meglio del weekend Lewis lo fa in qualifica, quando si arrampica fino al quinto posto con la stessa quantita' di benzina di Button (4°) e con piu' carburante di Barrichello (6°). Al via e' memorabile, quando esce fuori dalla prima curva in terza posizione e insidia addirittura Trulli per il secondo posto. Poi nulla puo' contro lo strapotere di Button, che lo svernicia letteralmente, ma lotta per tutta la gara con una vettura plafonata nelle prestazioni spremendo il massimo e chiudendo fino al quarto posto finale. Con onore, con umilta' e con grinta. Viene sopravanzato da Vettel ai box ma le Frecce (spuntate) d'Argento di oggi non valgono assolutamente la Red Bull. Ha imparato a soffrire, probabilmente il peggio e' passato e l'esperienza di queste gare giocate in difesa non puo' che averlo maturato. Grintoso.

Heikki Kovalainen: 4,5 – Tutto sommato discreto in prova, disastroso in gara. Sbaglia il via, quando per un eccesso di aggressivita' si tocca con un'altra vettura sprofondando indietro in classifica. A quel punto e' incapace di risalire posizioni, nonostante una McLaren in lenta ripresa. Certo, il biondo di Rovaniemi paga la strategia di partire con le gomme dure, ma non e' che successivamente con le morbide abbia fatto chissa' cosa, anzi. Il suo giro piu' veloce e' di sei decimi piu' lento del suo compagno di squadra, un'enormita'. Il tutto su una pista stop&go, cioe' con pochi curvoni veloci e prevalenza di rettilinei e staccate. Dire che non ci siamo e' un eufemismo. Forse il caldo l'ha un po' cotto, lui che e' nato a pochi km dal circolo polare artico. Non e' correndo cosi' che potra' aspirare a un ruolo migliore di quello attuale (come il suo palmares suggerirebbe). Che e' quello di gregario, nemmeno tanto di lusso. Bollito.

Felipe Massa: 5 – Certe volte fa rabbia sentirlo parlare. A fine gara dice: «Per tutta la corsa non ha funzionato la telemetria cosi' i miei ingegneri non potevano darmi supporto nella gestione della macchina». Pensi a gente come Prost e ti vien voglia di strozzarlo. E dire che una volta le uniche comunicazioni tra box e pilota erano le lavagnette esposte al termine di ogni giro. Oggi si invoca come scusa la mancanza della telemetria. Non ci sono piu' né i piloti né gli uomini di una volta. Per non contare che al via sfascia l'ala anteriore giocando all'autoscontro con il compagno di squadra. Senza (ulteriori) parole. Anzi, un cenno la merita pure l'eroica lotta con Fisichella per la quattordicesima posizione. Mezzo punto in piu' solo per via del malfunzionamento del Kers. Montezemolo dice che bisogna lavorare a testa bassa e smettere di parlare, ma non e' che dia tutto 'sto buon esempio quando prima della gara dice «non so ancora se il diffusore (omettendo di precisare double decker, come se la Ferrari non ce l'avesse per niente!!!) e' regolare». In questo Felipe si conforma in tutto e per tutto alla linea del team, chiacchierando anche troppo. Aziendalista.

Kimi Räikkönen: 7,5 – Date a Cesare quel che e' di Cesare, e date a Kimi quel che e' di Kimi. Stavolta la prestazione del finnico e' pressoché inappuntabile. Accede al Q3 e mette tanta benzina nei serbatoi, allungando di molto il primo stint. Nonostante questo parte bene e, nel gioco dei pit stop, riesce a guadagnare posizioni fino al sesto posto finale. Peccato per un problema al pit stop, che gli costa la possibilita' (del tutto teorica, in verita') di lottare con Barrichello per il quinto posto. La cosa piu' bella della sua gara pero' e' la lotta con Glock all'uscita dal secondo pit stop, quando con gomme fredde brucia il tedesco (notoriamente un osso duro) conquistando la sesta posizione, che terra' fino al traguardo. Timidi segnali di ripresa da parte della Ferrari, timidi segnali anche da parte di Kimi, che sfodera sprazzi della grinta che fu. Speriamo per i tifosi della Rossa che non si sia trattato di un fuoco di paglia. Deciso.

Robert Kubica: 5 – Impossibile infierire, ma anche molto difficile giustificare. La BMW di oggi e' un carrarmato, non nel senso della robustezza quanto in quello della velocita'. E tu che fai? Ti incasini ulteriormente andando a sfasciare al via il tuo alettone anteriore. Il tutto quando ti sei qualificato nelle retrovie. Fa strano pensare che tre gare fa senza la scellerata collisione con Vettel avrebbe potuto vincere il GP d'Australia. Oggi invece chiude diciottesimo e penultimo, davanti solo al compagno di squadra. Sarebbe inattaccabile, se non fosse per l'incidente al via che gli preclude la sufficienza. Si annunciano tempi bui, molto bui. Disastrato (parte I).

Nick Heidfeld: 5 – Praticamente un copia/incolla della gara (e della pagella) di Kubica. Pure lui si qualifica malissimo, pure lui ha dei problemi al via che gli costano la sostituzione dell'ala anteriore, pure lui guida una vettura lenta oltre l'umana concezione. Uno strazio vero, peraltro su una pista nemmeno troppo impegnativa per l'aerodinamica delle vetture. Ma a quanto pare la BMW di oggi e' questa. Impossibile lasciare, si puo' solo prendere. E Nick lo fa. Agguantando la diciannovesima e ultima posizione. Doppiato, in processione con Kubica. Nient'altro da dire. Disastrato (parte II).

Fernando Alonso: 6 – Parte settimo, arriva ottavo al termine di una gara senza sussulti di sorta. A sopravanzarlo, in virtu' di una piu' efficace strategia ai box, e' il ferrarista Kimi Raikkonen. In mezzo, tanti giri senza emozioni e con tanta noia. A fine gara ammette con molta onesta' che senza ritiri e' difficile con la Renault di oggi risalire posizioni, e oggettivamente non possiamo che dargli ragione. Si limita al compitino, fa una buona partenza e non compie errori. Anche se, a onor del vero, il giro piu' veloce di tre decimi piu' lento rispetto a quello di Piquet ci dice che forse non si e' sbattuto poi piu' di tanto. Ma tant'e'. Raccoglie un punto che muove la classifica, in attesa di tempi migliori. Anche se a Barcellona, nella gara di casa, sara' dura. Pigro.

Nelson Piquet jr: 6,5 – Sara' il tracciato non particolarmente impegnativo dal punto di vista del pilotaggio, sara' il nuovo fondoscocca, sara' il sedile che scotta… fatto sta che Nelsinho sfodera una gara decisamente positiva, al di la' del risultato finale (decimo, due posizioni dietro al compagno di squadra). Particolarmente emozionante la lotta con il connazionale Barrichello. Con una vettura sensibilmente piu' lenta riesce a tenerlo dietro per parecchi giri. Per una volta a perdere la pazienza e' un suo inseguitore e non il suo capo Briatore, che invece a fine gara lo elogia definendo la sua prestazione «la migliore della sua vita». I 13 secondi rimediati da Alonso sotto la bandiera a scacchi tutto sommati ci possono stare. Voto alto, altissimo per uno che comunque e' stato battuto dal proprio teammate… ma e' un incoraggiamento!. Forza!

Jarno Trulli: 8 – Grandissima l'impresa in qualifica, quando si arrampica fino alla pole position nonostante una vettura piu' pesante di quella del compagno di squadra. Al via pero' si fa fregare da Glock nonostante si trovi dalla parte gommata del tracciato, e si accoda a lui fino alla prima sosta. Dal primo giro di pit stop esce davanti al tedesco ma dietro a Button. Paga la scellerata decisione del suo box di effettuare un lungo stint centrale con le gomme dure, e viene raggiunto e superato (ai box) da Vettel. A differenza di Glock, pero', riesce a mantenere un ritmo decente anche con le dure, senza perdere tantissimo tempo. Nel finale, con le gomme giuste, non riesce a passare in pista il tedeschino della Red Bull e deve accontentarsi del terzo posto. Peccato, perché con una strategia piu' sensata avrebbe potuto arrivare secondo e forse lottare per la vittoria. Ma in Toyota, si sa, non sono dei geni in questo senso. Lui comunque fa buon viso a cattivo gioco e raccoglie un podio che non fa mai male, anche se viste le premesse della vigilia… Tenace.

Timo Glock: 6,5 – Viene battuto in qualifica da Trulli ma si vendica dell'abruzzese al via, quando lo passa nonostante si trovi sul lato piu' sporco della pista. Conduce le danze per tutto il primo stint, poi precipita indietro a causa del pit stop anticipato e, soprattutto, della sciagurata scelta di montare pneumatici duri. Si fa fregare da Raikkonen all'uscita di quest'ultimo dai box, quando con gomme fredde prima lo sopravanza subisce il sorpasso. Nell'ultimo stint, con le morbide, riprende a girare con un ritmo accettabile e raggiunge Raikkonen, mettendogli pressione ma non riuscendo a passarlo. Un po' pochino, nel complesso, specie per uno con la sua fama di attaccante. Chiude settimo, e per uno che partiva in prima fila e guidava il gruppo dopo la prima curva e' un po' poco. Anche se la strategia non crediamo l'abbia scelta lui. Opaco.

Sebastien Bourdais: 6 – Massi', stavolta il francesino con gli occhiali la sufficienza se la merita. Non che abbia compiuto sfracelli, sia chiaro, ma per una volta batte il compagno di scuderia e corre con un minimo di grinta, senza compiere errori. Chiudere tredicesimo una gara con un solo ritirato tutto sommato e' un risultato accettabile. Singolare il fatto che i due piloti con il sedile piu' a rischio, ovvero lui e Piquet, abbiano sfoderato delle belle prestazioni proprio in questa gara. Ad impreziosire la sua corsa il nono giro piu' veloce, a testimonianza che per una volta Sebastien ha saputo essere efficace. Dice di guardare a Barcellona con ottimismo. Noi onestamente siamo un po' piu' scettici, ma chissa'. Allegro.

Sebastien Buemi: 5 – Per un Sebastien che va, un altro che segna il passo. Stavolta, pero', i ruoli si invertono e a patire e' il rookie svizzero. Nonostante una discreta qualifica in gara si perde, non riesce a trovare il ritmo su una pista tutto sommato facile e fatica a cavare il classico ragno dal buco (peraltro senza riuscirci, ma vabbe'). A fine gara accusa la vettura di avere un comportamento strano. Probabilmente e' solo questione di esperienza (che non c'e'), e in quest'ottica tagliare il traguardo e accumulare km non puo' che fargli bene. E poi, se vogliamo, un giorno potra' raccontare ai nipotini che nel GP del Bahrain 2009 ha tenuto dietro ben due BMW. Il tempo cancella i ricordi, magari riuscira' anche a spacciarla per un'impresa epica. Confuso.

Mark Webber: 4,5 – Si qualifica diciannovesimo, parte bene ma poi resta bloccato dietro a Piquet perdendo un'infinita' di tempo senza riuscire a passarlo. Nel gioco dei pit stop recupera qualche posizione e chiude all'undicesimo posto. Un resoconto come tanti altri, comprensibili se hai a disposizione una vettura di secondo o terzo piano. Inaccettabile, pero', se ti chiami Mark Webber e guidi una Red Bull che il tuo compagno di squadra porta al secondo posto. Giustifica le prove – disastrose – con un problema di traffico. Certo Sutil lo danneggia, ma fare il tempo al primo tentativo e' cosi' complicato? Rimedia 4 decimi da Vettel nel giro veloce in gara ma, soprattutto, nove posizioni di distacco. Mezzo punto in piu' per le prime due curve, entusiasmanti viste dal cameracar. Poi, pero', il nulla. Imbarazzante.

Sebastian Vettel: 8,5 – Non e' sempre domenica. Quantomeno non in senso figurato, diciamo. Suona strano parlare cosi' di un pilota che arriva secondo, eppure e' proprio andata cosi'. Nonostante il terzo posto in qualifica, infatti, poteva tranquillamente vincerla la corsa. Tuttavia resta bloccato prima da Hamilton poi da Trulli, e perde il tempo necessario a poter riprendere Button. Guida comunque bene, e le semidivagazioni oltre i cordoli che gli abbiamo visto compiere in piu' occasioni dimostrano che ha corso decisamente al limite per tutta la gara. Bravo a tener dietro Trulli nel terzo stint nonostante abbia le gomme meno performanti. Guadagna otto punti o ne perde due da Button? Ai posteri l'ardua sentenza. Alzi una mano chi avrebbe pronosticato una sorte simile (per entrambi) fino a tre mesi fa. Costante.

Nico Rosberg: 5,5 – Conquista un altro importantissimo successo, decisivo in ottica titolo, nel campionato del venerdi'. Si inserisce infatti al comando con autorevolezza nella FP2 e ci resta fino alla fine. Eccezionale. Oramai il suo mondiale di riferimento e' questo, ed e' in questo che deve impegnarsi. Continua pero' a restare un mistero, e a passare sotto silenzio, il perché il suo rendimento debba essere cosi' in calo nell'arco del weekend. E dire che pure la Williams ha il diffusore double decker. Centra l'ingresso nella top ten in qualifica ma in gara non e' mai incisivo. Il nono posto finale e' un brodino che non accontenta praticamente nessuno. Se la vettura non va deve andar piano anche i venerdi', se invece e' valida deve andar forte anche la domenica. A questo punto sorgono dubbi sul suo reale valore. Speriamo possa smentirci. Sopravvalutato (?)

Kazuki Nakajima: 5 – Gli tocca l'onore (!) di essere l'unico ritirato in una gara con diciannove classificati. Ad ogni modo non crediamo che con il suo abbandono la corsa abbia perso un protagonista di primo piano. Parte male, danneggia l'alettone anteriore ed e' costretto ad una sosta supplementare ai box per la sua sostituzione. Da li' in poi procede senza troppi affanni (ovvero con tanta, tanta calma) fino al momento del ritiro, causato da un aumento anomalo della pressione dell'olio. Gli unici a recriminare sul suo stop sono i due della BMW, che hanno perso un concorrente di primo piano nella lotta per evitare l'ultimo posto. Chissa' che invece Kazuki non sia stato il piu' furbo di tutti. Saggio.

Adrian Sutil: 6 – Arriva il nuovo diffusore, se vogliamo ancora piu' estremo di quello della Brawn Gp, e capisci che non e' solo merito suo se la squadra dell'ex dt della Ferrari vola. Ad ogni modo un miglioramento c'e', e permette al tedesco di sfiorare la Q2. In gara tuttavia Adrian subisce il compagno di team e non riesce ad arrampicarsi fino alle posizioni in cui veleggia Giancarlo. Del resto lui ama le gare sul bagnato, e nel deserto del Bahrain di pioggia ce n'e' ben poca. A ben guardare, tuttavia, nonostante tutto il buon Sutil chiude la gara in scia a Fisichella, staccato di appena tre secondi. Come a dire che in fondo non ha poi cosi' demeritato. E, con questo, la sufficienza appare garantita. Con i tempi che corrono, sappiamo accontentarci. Generosi (noi).

Giancarlo Fisichella: 6,5 – Prestazione grintosa e d'orgoglio, anche se in fin dei conti non riesce ad arrivare al di la' del quindicesimo posto. Tuttavia c'e' piaciuto poterlo rivedere in lotta a centrogruppo, in posizioni che non gli vedevamo occupare da tempo (in condizioni normali). Dice di essersi divertito a lottare con Webber, Kovalainen e Piquet, e c'e' da credergli. Nelle fasi finali non riesce a tener dietro Massa con la Ferrari, ma ci puo' stare. Anche nel suo caso il voto e' forse un po' troppo alto, ma probabilmente in passato siamo stati troppo duri con lui e cerchiamo di fare ammenda. Magari il Bahrain e' un punto di svolta, chissa'. Bravo.

Jenson Button: 9 – Impossibile dargli un voto piu' alto perché, vista la superiorita' palesata dalla sua vettura in gara, in qualifica poteva fare meglio rispetto al quarto posto effettivamente conquistato. Ma son quisquilie e pinzillacchere, in fondo. Parte male ma recupera subito con un sorpasso ad Hamilton che la dice lunga sulla velocita' dell'ex Honda. Conquista la testa della gara dopo il primo pit stop e non la lascia piu' fino alla bandiera a scacchi, tenendo un ritmo insostenibile per tutti. Resta il dubbio su come sarebbe finita la gara se almeno una delle due Toyota avesse azzeccato strategia, ma con i se e con i ma la storia non si fa e l'unico dato concreto e' che arrivera' in Europa con un consistente vantaggio sui suoi inseguitori nel mondiale. Pressoché perfetto, dunque. Impeccabile.

Rubens Barrichello: 5,5 – Stavolta non possiamo proprio esimerci dal rifilargli un'insufficienza bella e buona. Pure lui non impeccabile in qualifica, corre una gara tutta di rimonta (si fa per dire) passando a una strategia sulle tre soste. I risultati, tuttavia, tardano ad arrivare. E che risultati… il quinto posto e' un piazzamento francamente insipido. Emblematici i giri passati dietro a Piquet, con Rubens che si prodiga in gestacci continuati nei confronti del piu' giovane connazionale. Nervosismo, malafede e soprattutto Maleducazione (con la M maiuscola). Nemmeno si fosse trattato di un doppiato. Alla fine riesce a passarlo, ma non perde occasione di rimarcare a fine gara quanto Nelsinho sia stato «stronzo» nei suoi confronti. Come se tutti i problemi della sua gara (e del suo campionato) risiedano nella strenua e corretta difesa della posizione da parte di Nelsinho. Cosi' non si fa. Passi la lamentela (e in Ferrari ne sanno ben piu' di qualcosa) ma cosi' e' francamente troppo. Comprensibile il nervosismo, insomma, non il comportamento. A proposito: scusateci se abbiamo riportato la parola esatta. Ma se l'ha fatto Rubens in mondovisione crediamo di averne il diritto anche noi. Patetico.

Manuel Codignoni
www.f1grandprix.it

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