Mika Hakkinen appende il casco al chiodo

Mika Hakkinen appende il casco al chiodo

“La brutta notizia e' che e' arrivato il momento per me di smettere di correre in DTM. Quella buona e' che gli altri piloti ora possono avere un po' di pace sui tracciati.” Con queste parole Mika Hakkinen, in occasione dello Stars & Cars Tag 2007 organizzato dalla Mercedes-Benz a Stoccarda, ha ufficializzato il suo ritiro dalle competizioni, pur chiarendo che continuera' a collaborare con la casa automobilistica tedesca.

Iniziamo togliendoci il “sassolino nella scarpa” da subito. Mika Hakkinen appendera' il casco al chiodo per la seconda volta e, forse, per sempre. Diciamo “forse” perché questa e' una notizia che gia' scrivemmo nel 2001. Ma poi, a distanza di pochi anni, dovemmo tornare a scrivere il suo nome nelle cronache. Una seconda vita messa nelle mani della solita Mercedes, che deve tanto a Mika: per questo il rapporto con il finnico non sara' destinato a finire qua, in una delle tante giornate di novembre a motori spenti. Al momento il futuro ed il ruolo che ricoprira' il bi-campione mondiale di F1 non e' definito, proprio come quello dell’eterno rivale Schumacher in Ferrari.

Una seconda vita passata tra alti e bassi, con la possibilita' di guidare auto straordinarie in un ambiente di massima competitivita': per questo, di questa esperienza Mika terra' sempre un ottimo ricordo. Tre successi in tre anni di attivita', iniziando dalla romantica vittoria nella sua Spa, palcoscenico sul quale Hakkinen incise un sorpasso che lo fece entrare nella Hall of fame dei motori, per arrivare alla “tormentata e tormentosa” gara del Lausitz e il rocambolesco successo al Mugello lo scorso 15 luglio.

Tutto il resto e' stata “un’avventura”, come direbbe Lucio Battisti; si', perché gli ultimi tre anni sono stati il dessert di una carriera fantastica, iniziata agli albori degli anni Novanta in Lotus, fucina di talenti fantastici, sia sotto la direzione di Chapman che del suo successore Peter Warr. Gare che servirono al finnico per essere notato da Ron Dennis, che nel '93 trovo' nel mazzo il due di picche Michel Andretti, “cambiato” con l’asso Hakkinen, che fin da subito fece esplodere il suo talento, anche nel confronto diretto con Senna, ma anche l’ingenuita' del novellino che per fare esperienza ha bisogno di commettere errori madornali, come al GP del Portogallo, quando distrusse la sua McLaren contro il guard rail.

Tutta esperienza, perché alla fine del 1997 arriva la vittoria a Jerez, un passaggio di testimone anticipato, perché nel giorno del trionfo di Jacques, sul gradino piu' alto c’e' Mika, successore al titolo di campione del mondo nel 1998, dopo il duello con Schumacher, concluso con l’esplosione della gomma del tedesco in Giappone, ripetendosi nel 1999, dopo un annata non idilliaca, portata a casa ai danni di Irvine, che si trovo' dirottato da scudiero a cavaliere a causa del botto di Schumacher. Poi l’addio per stare con la famiglia e l’amore per i motori che prima o poi ritorna, si sa. Infatti, questa volta, Mika non e' riuscito a dire bugie a se stesso. E ha gia' messo in chiaro che lui, nell’immediato futuro, lavorera' ancora per Mercedes.

Giacomo Sgarbossa

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