Mercedes, Hamilton “accende” Silverstone: “Non riuscirei mai a tifare per Rosberg”

Fratelli coltelli, senza esclusione di colpi. La rivalità tra i dioscuri della Mercedes rischia di toccare l’apice quest’anno, a causa di una tenzone mundial  degna di Italia-Germania 4-3, la “partita del secolo” giocata allo Stadio Azteca, ai mondiali messicani del 1970.

Ed è quattro a tre anche per Lewis e Nico. Una sola vittoria in più e “solo” dieci punti in classifica di vantaggio per Hamilton, poca roba considerato lo strapotere velocistico di un pilota capace di conquistare sette pole position, non sempre sfruttandole al meglio (Montecarlo e Austria nella specie).

Un Hamilton che per alcuni è un po’ troppo “distratto” dalla vita mondana, dai viaggi e dalle tante passioni extra pista. Mentre Rosberg, certamente meno talentuoso – conduce uno stile di vita più morigerato e tranquillo. Diversi in tutto, prima amici ed ora  acerrimi avversari. Con Rosberg che, dopo le batoste iniziali, ha lavorato mentalmente su se stesso per ritrovare la forma, e si è “sbloccato” psicologicamente prima a Barcellona e poi a Montecarlo. Nel principato la vittoria più discussa, con Hamilton condannato dalla sua ansia e da un imperdonabile errore di calcolo del muretto.

Un evento inusuale che ha riaperto il mondiale, per la gioia degli spettatori, e ha ancora di più inasprito i rapporti tra i due pilotti della “Stella a tre punte”. Ed Hamilton, che ama fare il “duro” con catenona al collo e abbigliamento hip hop, non lesina “carezze” all’angelico Nico:

“Seiamo parte di una squadra e il lavoro di entrambi i piloti è ottenere quanti più punti possibile. Ma presi singolarmente il nostro obiettivo è batterci. Forse dovrei tifare per il mio compagno di squadra se non vinco io, ma credetemi..questo non è proprio il caso”. Viva la sincerità e viva una sfida mondiale che potrebbe raccontare un alro bel capitolo a Silverstone, dove si corre questa settimana.

Antonino Rendina

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