Martin Brundle: “La vicenda di Alonso è molto strana”

L'ex pilota McLaren dubbioso sulla versione rilasciata dal team in merito all'incidente

Martin Brundle: “La vicenda di Alonso è molto strana”

Più dei recenti test pre-stagionali, più del countdown per la gara di Melbourne, a tenere banco tra appassionati e addetti ai lavori in questo momento è l'”Alonso saga”, specialmente dopo gli ultimi rumors, che vorrebbero il pilota di Oviedo “vittima” di una scarica elettrica da 600 watt durante l’incidente di Barcellona.

La F1 in questo momento è divisa in due, tra coloro che prendono per vera la versione ufficiale fornita da McLaren-Honda – ossia quella di una folata di vento particolarmente potente, che ha sbattuto il pilota contro il muro – e tra quelli che invece ritengono ci sia in realtà un’altra versione, che però nessuno nel Circus osa raccontare.

Nelle ultime settimane, in molti tra media, esperti ed ex piloti, hanno fornito la propria opinione personale in merito all’accaduto e ci sono diversi resoconti in contrasto tra loro relativamente alla velocità e alla traiettoria alla quale Alonso avrebbe perso il controllo della monoposto. Il fatto è, che McLaren non ha né confermato né negato le teorie ipotizzate di recente, evitando di fornire la telemetria del momento dell’incidente.
In verità, Ron Dennis ha ammesso che Jenson Button leggendo i dati li abbia dichiarati quantomeno “insoliti”.

“C’è qualcosa di sbagliato. I conti non tornano”, ha commentato al Telegraph Martin Brundle, ex pilota McLaren e ora commentatore di punta della tv britannica.
“E’ una situazione molto strana, con molto mistero attorno”, ha proseguito Brundle, insistendo sul fatto che la domanda chiave da porsi è se Alonso sia realmente andato a sbattere contro il muro riportando un trauma, o se si sia sentito male prima dell’impatto. E’ la causa o l’effetto? Non lo sappiamo. Tutti sembrano particolarmente schivi sull’argomento, quindi deve esserci qualcosa che non va”.

Eric Boullier, team manager della squadra di Woking, inizialmente aveva confermato una commozione celebrale da parte di Alonso, ma poco dopo Ron Dennis aveva ritrattato, insistendo sul fatto che non c’era stato alcun trauma.

Ora McLaren-Honda ha fatto sapere che il pilota spagnolo non sarà in Australia, per evitare il rischio di una “sindrome da secondo impatto”.
Secondo la Mayo Clinic, la suddetta sindrome consiste nel pericolo di morte in caso si “soffra una seconda commozione cerebrale prima che segni e sintomi della precedente commozione non siano risolti”.

Dennis, oltre ad aver negato che Alonso abbia subito una commozione cerebrale, ha fatto sapere la scorsa settimana che il 33enne di Oviedo ora “è in perfetta forma”.
“Non c’è alcun trauma cranico, niente. Fernando ha avuto i sintomi al primo stadio ma poi non è stato rilevato nulla di tutto ciò”, ha insistito il boss di McLaren.

Quello di cui si può effettivamente “accusare” il team anglo-giapponese, è l’aver gestito nel modo peggiore le comunicazioni in merito all’incidente.
“Hanno gestito la situazione in modo terribilmente catastrofico”, ha ammesso Oskari Saari, critico per la tv finlandese MTV3, “il che è strano visto che sono un team con esperienza e ottime doti di comunicatori”.

Saari ha inoltre rivelato che nei giorni passati il medico di McLaren Aki Hintsa si è recato in Spagna, “per prendere parte alla decisione” in merito al recupero di Alonso.

“Ci sono sompre una valanga di rumors in F1, ma non c’è stata alcuna scarica elettrica o cose simili. E’ un trauma cranico. Il rischio che Alonso non sia presente in Malesia è basso, ma sono comunque ancora un po’ scettico a riguardo”, ha concluso l’esperto finlandese.

Nina Stefenelli

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