Le Pagelle del Gran Premio di Russia

Voti al Weekend di Sochi

Le Pagelle del Gran Premio di Russia

LEWIS HAMILTON 8

Ti piace vincere facile? Meglio della pubblicità del gratta e vinci, la domenica dell’inglese si trasforma da incubo a sogno. Da secondo che era in griglia si ritrova dopo pochi giri la strada libera, una porta spalancata verso la sua solita gara da lepre. Se a Suzuka Lauda si era lamentato perché la regia inquadrava poco le frecce d’argento, oggi sarà andato su tutte le furie. Alla fine festeggia più pacatamente del solito, quasi gli dispiacesse di non aver potuto combattere con Nico, ma intanto prende e porta a casa altri 25 punti. Il mondiale è ad un passo.

SEBASTIAN VETTEL 9

Seb tinge di rosso il podio di Sochi con una gara veramente superlativa. La partenza non è delle più brillanti, infatti si fa passare dal compagno di squadra, ritrovandosi quinto.  Dopo la ripartenza dalla seconda safety car riesce a concretizzare l’attacco su Kimi, mettendosi all’inseguimento di Bottas. Grazie alla strategia in occasione della sosta, tornato in pista riesce ad evitare il trenino di vetture che avevano già pittato (Ricciardo Bottas Sainz), andando ad inserirsi dietro a Perez, che poi passerà dopo poche tornate. Da lì in avanti consolida il vantaggio sugli altri mettendo in cassaforte questo secondo posto che lo fa salire alla seconda piazza del campionato piloti!

SERGIO PEREZ 9

L’uomo del giorno è lui. Il Messicano che riesce di nuovo a portate la Force India sul podio in una gara quanto mai rocambolesca. La sua prima parte della corsa non è molto emozionante. Il team decide di farlo fermare in occasione della seconda Safety Car, andando per un lunghissimo stint su gomme soft. Rientrato in pista passa Maldonado e si accoda a Massa che non si era ancora fermato. Quando Massa, Nasr e Kvyat si fermano, e Bottas e Raikkonen rientrano alle sue spalle, si delinea il duello per il terzo posto negli ultimi venti giri. Lui, Ricciardo, Bottas e Raikkonen se la giocano. Proprio quando perde la posizione, le gomme non ce la fanno più e tutto sembra sfuggirgli di mano ecco che i due finlandesi di autoeliminano lasciandogli libera la strada per il podio. Al muretto è festa grande.

FELIPE MASSA 6.5

Alla fine il buon risultato arriva anche, un quarto posto, ma è un risultato che veramente non rispecchia il fine settimana del pilota brasiliano. In qualifica sbaglia clamorosamente il giro e viene eliminato addirittura in Q2, dovendo partire quindicesimo. In gara non brilla affatto, non riesce a sorpassare Nasr in pista, ma solo al momento del pit. Rientra all’altezza delle McLaren e passa prima Alonso che Button (non una grande difficoltà dopo tutto). Riesce a prendere anche a Kvyat che è a portata di ruota e poi sfrutta l’abbondanza di ritiri che è questo Gp e arriva sulla linea del traguardo in quarta posizione. Mi dispiace ma il confronto con le prestazioni del compagno, qui, sono impietose.

DANIIL KVYAT 6.5

Anche il russo, in patria, viene oscurato dalla prestazione del compagno di squadra. Dopo una buona partenza in cui ha rimontato quattro posizioni, Daniil, a differenza di Daniel, alla prima Safety Car, decide di rimanere fuori con gomme Supersoft. Procede su un lungo stint con le gomme rosse, e dopo il suo pit riesce a mantenere la posizione su Massa e Nasr che lo inseguivano. Non può nulla, però, contro l’attacco di Massa, che dopo alcune tornate lo passa sul dritto. Anche lui alla fine è fortunato a chiudere così in alto grazie ai tantissimi ritiri nelle posizioni davanti.

FELIPE NASR 7.5

Discorso decisamente diverso per l’altro brasiliano in gara, il pilota della modesta Sauber, scuderia ultimamente navigante in posizioni decisamente più scarse, in questa occasione porta la sua vettura al traguardo alla sesta piazza. L’impresa la compie nel primo stint, dove resiste per almeno venti giri alla pressione di Massa dietro di lui, che però non riesce a passare seppur guidando una Williams, motorizzata Mercedes. Nel pit stop perde la posizione su massa, ma conserva un buon passo che gli permette di non essere preda di nessuna altra vettura. Il sesto posto è un evento degno di essere ricordato con gioia. Anche solo la zona punti, per la Sauber, è come manna dal cielo.

PASTOR MALDONADO 6

C’è da dire che per lo meno non ha combinato disastri. A quello ci ha pensato il suo compagno di squadra, ma quello è un altro discorso. Il punto è che per tutta la gara non combina niente di niente. Partendo con gomme soft, in occasione della Safety deve rimanere fuori, e ciò lo relega alle spalle di Perez, che per inciso aveva già effettuato la sua sosta. Rimane lì nel trenino di vetture per una buona ventina di giri, e quando si ferma a montare le Supersoft scivola indietro. Riesce solamente a passare le McLaren (ma chi non ci riesce?) senza poter nemmeno minacciare Nasr. Solo i punti gli salvano leggermente il voto finale.

KIMI RAIKKONEN 8 – 4 (quello che preferite)

O lo odi o lo ami, con Kimi non ci sono vie di mezzo. O lo ami per il personaggio che è, o lo odi per suoi continui alti e bassi, senza una costanza vera e propria. Oggi ci ha regalato delle manovre da unghie nel divano per noi che guardavamo da casa. La difesa su Vettel, il pazzo tentativo su Bottas con la toccatina gomma a gomma, per concludere con il gran finale. Ora è verissimo, ha sbagliato ed è giusto che si sia preso trenta secondi di penalità, e cara grazia niente posizioni in griglia ad Austin, ma ragazzi che spettacolo all’ultimo giro! Che emozione! Diciamolo, se non ci avesse provato lo avremmo criticato di ronfare come fa di solito … e invece questa volta ha voluto rischiare, e per questo ha tutto il nostro rispetto.

JENSON BUTTON & FERNANDO ALONSO 6

L’inferiorità della McLaren su questo tracciato è allucinante (nel senso che Alonso aveva allucinazioni di guidare una Gp2). Sul dritto gli altri l’avrebbero passata allegramente anche senza DRS, e con, a metà del rettilineo erano già davanti di cinquanta metri. Per fortuna che a Sochi la gara è a chi rimane vivo fino al traguardo, e, incredibile dictu, a questo giro nessuna McLaren si rompe. Alla fine chiudono entrambi a zona punti.

MAX VERSTAPPEN 5

Papà questa domenica non sarà contento. Anche Max, in questa occasione, diventa vittima del proprio compagno di squadra, una sorta di vendetta per Singapore. L’olandese viene coinvolto nell’incidente al via e deve subito fermarsi per cambiare l’ala anteriore. Rientra subito in gara grazie alla Safety Car che lo riporta nel gruppo, però lui per tutta la gara non riesce a rimontare, e soprattutto non riesce ad avere un passo gara simile al suo “decisamente più acciaccato” team mate. Tanto che alla fine è dietro anche alle McLaren, fuori dalla zona punti.

VALTTERI BOTTAS 8

Ancora una volta trascinatore della squadra, è lui il vero primo pilota qui in Russia. Su questo tracciato sembra volare, per i primi cinque giri, salvo poi rientrare troppo presto e finire imbottigliato nel traffico. Questo però a noi spettatori piace, perché a giocarsi il terzo posto ci sono due piloti con gomme molto consumate (Perez e Ricciardo) e due con gomme fresche (Bottas e Raikkonen). Dopo avere sofferto non poco, il finlandese ha la meglio su Ricciardo in fondo al rettilineo principale e si butta alla caccia di Perez. Il sorpasso del messicano è molto meno ortodosso, al cinquantaduesimo giro, il penultimo. Per qualche kilometro è virtualmente sul podio, quando da dietro arriva selvaggiamente un Raikkonen con un attacco disperato che lo mette fuori gioco. Poco da dire, solo “ma che c***o fa?”

ROBERTO MEHRI & WILL STEVENS 6

Poco da dire sulle povere Manor. Corrono sempre per fare presenza più che altro. Chiudono il gruppo dei non ritirati.

DANIEL RICCIARDO 8.5

Vederlo rallentare a soli tre giri dalla fine è veramente poco piacevole, perché in questa gara Daniel, non abbiamo dubbi, ci aveva messo tutta la sua bravura per resistere con gomme finite agli attacchi di Williams e Ferrari. Avrebbe comunque chiuso ad un dignitosissimo quinto posto, dopo una gara del genere. Invece purtroppo un guaio ad una sospensione lo ha fermato veramente a pochissimi kilometri dal traguardo.

CARLOS SAINZ JR. 9

Parte ultimo e finisce per mettere in serio imbarazzo Verstappen, quando nell’ultima fase di gara è al settimo posto a pochi secondi dal trenino di macchine in lotta per il podio. Dopo il botto di sabato già si sente parlare di miracolo, ma ecco che tutto funziona troppo bene. Va in testacoda una volta, poi un’altra, mentre dal suo freno anteriore sinistro escono strane scintille. Quando picchia la vettura nella parte posteriore la sua gara finisce. L’alettone collassa e lui è costretto a parcheggiare a lato del tracciato la sua Tororosso.

ROMAIN GROSJEAN 4

Combina tutto da solo quello che ci si aspetterebbe da un Maldonado di passaggio.

NICO ROSBERG s.v.

“una sfiga pazzesca”. E come dargli torto? Ma questi sono segni che è destino che tu non vinca il mondiale. Quando mai si rompe il pedale dell’acceleratore? Non si è mai sentito. Poor Nico.

NICO HULKENBERG 4

Parte sesto con delle ottime aspettative per la gara e si gira alla prima curva come fosse un rookie qualunque.

MARCUS ERICSSON s.v

Incolpevole vittima del testacoda di Hulkenberg.

 

Le Pajelle (il meglio e il peggio del weekend)

Già si corre in notturna?: si vocifera che il gran premio di Russia in un prossimo futuro sarà in notturna, ma a quanto pare in questo fine settimana hanno già fatto le prime prove per mandare in pista i piloti in piena notte, però, strepitosa novità, senza illuminazione artificiale. Chiedere ai piloti Gp3 per credere! Chissà come saranno stati contenti.

Combatti con Massa finchè puoi!: è ovvio che poi Alonso tiri giù tutti i santi dal calendario se dal muretto lo incitano ad ingaggiare un duello ruota a ruota con una Williams. Questa volta è stato più mite, e la risposta è stata “ amo il vostro senso dell’umorismo!”

Viva le vie di fuga asfaltate: Sainz ha piegato il guard rail nel suo botto così come lo ha fatto Verstappen a Monaco andandosi a piantare dritto a Santa Devota. Troviamo le differenze tra Sochi e Monaco. Detto ciò, ricordo che la ghiaia ha anche il principale ruolo di rallentare le vetture fuori controllo, repetita iuvant.

Cosa non si fa per un pezzo di F1: voi credete che il pazzo che ha attraversato la pista a prendere la paratia laterale dell’ala di Sainz fosse un commissario? Vi sbagliate! Un collezionista, pronto a tutto per un souvenir. Brutta gente quella …

Matteo Bramati.

 

 

 

 

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