Le Pagelle del Gran Premio del Brasile

Voti al Weekend di Interlagos

Le Pagelle del Gran Premio del Brasile

LEWIS HAMILTON 10

Anche Luigi sfata un suo demone: Interlagos. Pista su cui non aveva mai vinto. E quale condizione migliore per mettere il sigillo anche qui se non una grigia e piovosa domenica pomeriggio? L’inglese conquista la Pole Position al Sabato e alla partenza, dopo i giri dietro la Safety Car, prende subito vantaggio sull’asfalto bagnato della pista di San Paolo e chi lo vede più. Solo quando Verstappen sente odore del primo posto, allora Lewis fa vedere la vera belva che si nasconde sotto il casco. Sorry Max, il re della pioggia rimane ancora Lewis.

NICO ROSBERG 6

Impaurito, macchinoso, a tratti a suo agio come un gatto … Nico, il freddo calcolatore, lo abbiamo capito, il mondiale lo vuole vincere arrivando secondo ad Abu Dhabi. Su questa pista i precedenti erano tutti a suo favore, ma ancora la rimonta del compagno di squadra non ha avuto ostacoli, anzi, stava per succedere un bel patatrac. Prima l’acquaplaning poi il sorpasso subito da Verstappen: un secondo posto che ha più del regalato che del conquistato. Chissà se la sua strategia pagherà: tra due settimane potremmo elogiarlo per aver portato a compimento la stagione perfetta, ma allo stesso modo potremmo accusarlo di non aver chiuso i giochi quando poteva farlo.

MAX VERSTAPPEN 10

A sentimento non sarebbe stato così facile sbagliare una previsione sul driver of the day. Lui, la star, rifila scappellotti a Raikkonen, Ricciardo, Vettel, Rosberg e a tratti tiene il passo di Hamilton. Mad Max regala semplicemente spettacolo! In poco più di dieci giri, nel finale, scala la classifica in modo clamoroso andando a prendersi il terzo posto. Traiettorie tutte particolari, staccate venti metri più in là del resto del gruppo. Ne siamo certi, questa sera papà Verstappen sarà molto fiero del suo ragazzo, e anche noi!

SERGIO PEREZ 8.5

La Force India ingrana la quarta e dice Bye Bye alla Williams. Sergio compie la gara perfetta: preciso in partenza, nessun errore nelle strategie, mai su gomme intermedie. Grazie a tutto ciò, nelle ultime tornate assapora il dolce gusto dello champagne del podio, ma Verstappen in extremis glielo soffia a pochi kilometri dal traguardo. Un quarto posto finale che mette al sicuro la posizione della squadra nel campionato costruttori.

SEBASTIAN VETTEL 6.5

Un grave errore nei primi giri compromette pesantemente la sua gara. Quando ancora le gomme non sono calde, il tedesco incappa in un acquaplaning che lo porta in testacoda. Rientrato immediatamente ai box, torna in pista al diciassettesimo posto. Da qui comincia la sua lenta rimonta che, fortunatamente, anche grazie alle due interruzioni della gara lo riporta nella top ten. Negli ultimi giri subisce un sorpasso abbastanza umiliante da Verstappen, ma per lo meno si riprende la sua quinta posizione sopravanzando Sainz.

CARLOS SAINZ JR. 8

È in condizioni anormali che le prestazioni delle vetture si avvicinano e il vero talento dei piloti affiora. Carlos, che nelle ultime gare aveva sempre tagliato il traguardo nelle ultime posizioni, questa volta aggancia il trenino dei big, prende un bel ritmo, e rimane lì davanti per tutti i 71 giri, compresi gli ultimi dieci in apnea cercando di resistere agli attacchi di Vettel prima e di Hulkenberg e Ricciardo dopo.

NICO HULKENBERG 7

La seconda delle Force India, quella guidata da Hulkenberg non manca all’appuntamento con la top ten, nonostante il testacoda iniziale. Il piccolo incidente, per fortuna senza conseguenze sulla vettura, fa solo perdere un po’ di tempo al pilota tedesco. Dopo l’incidente di Raikkonen, nei giri alle spalle della Safety Car rimedia una foratura ed è costretto a fermarsi ai box perdendo molte posizioni, ma montando gomme più fresche. Nel finale si mette all’inseguimento di Sainz, ma arriva a ridosso dello spagnolo troppo tardi, e un solo giro non basta per dargli la chance di guadagnare un’altra posizione.

DANIEL RICCIARDO 5

“Pioggia difficile, ma buono”. Questa volta la strategia del suo Team, però, ha tradito le aspettative. Prima su intermedie, poi ancora su extreme wet, poi ancora su intermedie nonostante le previsioni di peggioramento. Risultato? Mai veramente in gara per le prime posizioni e scivola in fondo al gruppo a meno di quindici giri dal termine. Fa qualche sorpasso, sì, ma viene sverniciato da Max Verstappen in versione gara sui motoscafi, e l’enfasi della rimonta finisce lì. Mentre l’olandese arriva fino al terzo posto lui si ferma ben prima, e chiude solamente ottavo.

FELIPE NASR 10

Quante gare abbiamo aspettato per rivedere la Sauber in questa posizione. Chissà che gioia deve essere per lui ottenere questa prestazione proprio nella gara di casa, ma soprattutto che regalo che ha fatto al suo team portando a casa questi due punti che portano la squadra svizzera davanti alla Manor, che di punti ne conta solo uno, nella classifica costruttori. Dopo essere rimasto nella top five per buona parte della gara, nelle fasi conclusive si deve difendere con il coltello tra i denti dagli attacchi di Hulkenberg, Ricciardo e Verstappen. Cede il passo a tutti loro ma alla fine nessuno gli toglie la nona piazza.

FERNANDO ALONSO 6

Scattato dalla decima piazza, il campione spagnolo riesce solamente a confermare la posizione in griglia nonostante i ritiri davanti a lui. Un grave errore nel finale lo manda in testacoda proprio al momento della ripartenza dalla Safety Car facendolo scendere di diverse posizioni in classifica. Non un risultato di rilievo per la McLaren ma pur sempre un punticino in più.

VALTTERI BOTTAS 5

La Williams si arena in quel di San Paolo al di fuori della zona punti. Il pilota finlandese in queste condizioni non trova fin da subito il ritmo, così la sua squadra cerca di variare la strategia tentando l’azzardo delle gomme intermedie, azzardo che non paga. Valtteri rimane in ombra per 71 giri tagliando il traguardo all’undicesimo posto.

ESTEBAN OCON 8

Avere la certezza di vedere questo giovane talento a bordo della Force India il prossimo anno ci rincuora per quel che riguarda lo spettacolo. Il giovanissimo pilota francese, approdato a metà stagione a bordo della Manor sembra trovarsi davvero bene in condizioni estreme. Riesce a guadagnare una decina di posizioni rimanendo in pista con full wet in prima della prima interruzione. Il sogno svanisce quando in pista si riescono a percorrere più di cinque giri senza un’interruzione: la Manor può farti sognare ma non può fare miracoli. Dopo una dura lotta con un gruppo di vetture più veloci Esteban si ritrova al dodicesimo posto, dovendo rimandare ancora di qualche gara la festa per i primi punti iridati.

DANIIL KVYAT s.v.

La sfortuna perseguita ancora pesantemente Daniil. Dopo una buona partenza, al rientro della Safety Car raccoglie un detrito che gli provoca una foratura, costringendolo ad un ulteriore stop, facendolo ricadere in ultima posizione. Al secondo restart, invece, Palmer gli si pianta violentemente nella fiancata, andando a danneggiare la sua vettura, facendogli perdere in prestazioni. Con una vettura così rovinata è già tanto se il russo riesce ad arrivare al traguardo senza dover spingere.

KEVIN MAGNUSSEN 5.5

Prestazione anonima di Kevin e in generale del team Renault, che sotto la pioggia si perde in fondo al gruppo cercando di inventarsi strategie alternative ma del tutto rischiose e non vantaggiose.

PASCAL WEHRLEIN 5

Questa volta è proprio lui a dover ammettere la sconfitta nella sfida con il compagno di squadra, cosa che all’interno del team non era molto comune accadesse. L’azzardo di passare su intermedie non ha pagato, le condizioni erano troppo extreme e il tedesco è costretto a rientrare e cambiare di nuovo le gomme in full wet scendendo al penultimo posto tra i classificati.

JENSON BUTTON 4

Una volta Jenson era il mago della pioggia. Oggi sinceramente sembra solo un pilota in balia del proprio veicolo. È vero è vero, quando vinceva quelle gare in maniera spettacolare era tutta un’altra McLaren, ma la gara dell’Inglese in Brasile è stata un calvario quasi da barzelletta. Sbagliate tutte le strategie, macchina con assetto inspiegabilmente inguidabile … Chiuso il capitolo Brasile, voltiamo velocemente pagina.

ESTEBAN GUTIERREZ 2

Dopo sessanta giri a cercare di barcamenarsi tra gli spintoni dei colleghi, la vettura numero 21 dello schieramentoaccusa problemi elettrici tali da rendere la guida in condizioni di bagnato estremo insostenibile. La sceneggiata ai box con Gunter Steiner è il simbolo di una stagione con un trend decisamente in picchiata.

FELIPE MASSA 6

Davvero poca gloria per l’ultima apparizione dell’amatissimo idolo di casa. Sia in qualifica che in gara la sua Williams non gli permette di brillare, e le uniche inquadrature degne di nota che raccoglie nel weekend sono quelle della sua lunga passeggiata verso il box in lacrime. Applausi, baci e abbracci: cinque minuti di pure emozioni. Regia, ma nel mentre la gara non è ancora finita!

JOLYON PALMER 4

In regime di Safety Car va a tamponare, neanche fossimo alle autoscontro, la Tororosso di Kvyat. Fortunatamente il russo, incolpevole, ne esce incolume. Sorte differente invece per la sospensione anteriore dell’Inglese.

KIMI RAIKKONEN 5

Con una qualifica al terzo posto al sabato è inevitabile avvertire un po’ di pressione sulle spalle. Le aspettative della Ferrari sono tutte sul Finlandese. Ma l’animo dormiente di Kimi si ripresenta subito al via dei giochi, quando si fa infilare miseramente da Verstappen alla primissima curva della gara. Chiude la sua corsa anzitempo rischiando di farsi davvero tanto male quando perde il controllo della sua macchina in pieno rettilineo andando a sbattere prima a sinistra e poi a destra rischiando di essere centrato in pieno da tutto il gruppo. Fortunatamente Ocon ha una buona prontezza di riflessi e Kimi può scendere sulle sue gambe dalla SF16H.

MARCUS ERICSSON 4

È il primo a tentare l’azzardo delle gomme intermedie, ma gli azzardi si pagano cari. Finisce infatti a muro malamente causando la prima interruzione di questa infinita gara.

ROMAIN GROSJEAN 2

Si qualifica settimo, ma a lui di fare una gara decente non gli interessa, così si impasta contro i muretti dell’ultima curva addirittura nel giro di ricognizione. Solo lui.

 

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